Nucleare, l’elogio della follia

di Redazione Commenta

E’ tutto deciso, da tempo: torneremo al nucleare, volenti o nolenti. Rombino i reattori di Casaccia, vestiti a festa. L’Agenzia per la Sicurezza sul Nucleare c’è come c’era il cavaliere inesistente e sfodera (forse) un presidente smagliante a prova di cancro, il barone rampante, l’oncologo di fama internazionale nonché senatore PD (ancora per quanto?), Umberto Veronesi.

La lista Sogin sui siti papabili, anche quella, ha fatto il suo bell’ingresso già da tempo, secretata in un cassetto lontano dal popolo, cavallo curioso, depennata orgogliosamente nella lista delle cose da fare per ritornare al nucleare più in fretta che si può, prima che scada il mandato o il popolo pensante, o quel che ne resta, che come mai poi non dovrebbe trovare naturale volersi intossicare per risparmiare un cent a Kw (si fa per dire) sulla bolletta, si svegli, fate voi. E a quanti si chiedono a quando il debutto in società della red list, riecheggia  in risposta un verso infernale quanto lo è quest’incertezza, vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, nel girone di una, nessuna, centomila libertà, e più non dimandare.

Ma la certezza del ritorno al nucleare l’abbiamo avuta oggi. Il premier Silvio Berlusconi ha iniziato a scherzarci su, concretamente, come solo lui sa fare, piazzandoci sopra una delle sue battute macigno, pesanti come i suoi anni, vecchi e irosi tanto da far arretrare il Paese al 49esimo posto per libertà d’espressione, raggiunti persino, ma in realtà non c’è da stupirsi, dal Burkina Faso.

Ieri il presidente del Consiglio, durante il tavolo con le parti sociali sul fisco, sul nucleare ha affermato, scherzando (ormai è una battuta vivente!)  che ci sarà da ridere quando si tratterà di stabilire dove piazzare le centrali:

Per quanto riguarda l’energia, come sapete, abbiamo una collaborazione con la Francia e con altri Paesi. Abbiamo iniziato a fare dei progetti. E ci sarà da ridere se dovremo decidere.

C’è ben poco da ridere se alla notizia della scelta della Lombardia trapelata in questi giorni, il Governo ha già incassato, da Destra,  il primo no, grazie, siamo a posto così, ma buon per l’Italia se si torna all’atomo, del presidente della Regione, Roberto Formigoni:

Sono d’accordo con la scelta del governo di tornare all’energia atomica visto che ora l’energia in Italia costa molto più che all’estero. Ora però  la Lombardia ha praticamente raggiunto l’autosufficienza energetica e in questo momento non ha bisogno di centrali di alcun tipo. Quando saranno fissate le modalità per individuare i siti delle localizzazioni ne discuteremo.

Sulla stessa linea il sindaco di Milano, Letizia Moratti:

No al nucleare in Lombardia! Non abbiamo bisogno di impianti nucleari.

Il riso abbonda…

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