OGM: un milione di firme per tenerlo fuori dall’Europa

di Redazione 1

Un gruppo di attivisti di Greenpeace (e non solo) ha presentato una petizione di oltre un milione di firme all’esecutivo Ue nelle scorse settimane, chiedendo di fermare le approvazioni di nuovi organismi geneticamente modificati (OGM). La petizione è vista come un banco di prova per l'”iniziativa dei cittadini europei”, introdotta con il nuovo trattato costituzionale dell’Unione, che consente ad un milione o più persone di chiedere, congiuntamente alla Commissione europea, di modificare la legislazione UE, come già avviene oggi in Italia per le leggi di iniziativa popolare.

Organizzata dagli ambientalisti di Greenpeace, la petizione chiede alla Commissione di interrompere l’approvazione delle colture OGM e istituire un nuovo organismo scientifico con il compito di studiare l’impatto della tecnologia e determinare dei regolamenti. Questa decisione segue quella della Commissione del marzo scorso di concedere il primo via libera alle coltivazioni della patata “Amflora”.

Più di un milione di persone in tutta Europa ha stabilito per l’UE una prova di democrazia. L’UE si atterrà alla volontà del popolo reale preoccupato dalle colture geneticamente modificate, o a quella dei lobbisti dell’industria chimica che controlla la tecnologia OGM?

si chiede Jorgo Riss, direttore europeo di Greenpeace.

Fino a quando i problemi di sicurezza degli OGM non saranno valutati da esperti indipendenti, tutte le autorizzazioni dovranno fermarsi.

Le modalità di come i legislatori e i governi dovranno comportarsi ancora non sono chiare, ma non si prevede che queste richieste possano entrare in vigore prima della fine del prossimo anno. Di conseguenza, la Commissione ha detto che la petizione non può ufficialmente essere considerata come iniziativa di cittadini europei, almeno finché le firme raccolte non saranno autenticate.

John Dalli, il commissario Ue responsabile per la politica sugli OGM, ha dichiarato di volersi impegnare ad esaminare seriamente la richiesta presentata attraverso questa iniziativa, e così ora ha 3 mesi di tempo per decidere come comportarsi. Ciò potrebbe includere elaborare nuove proposte legislative o prendere altre iniziative politiche, ma dopo aver esaminato la petizione potrebbe anche decidere di ignorare eventuali richieste di modifiche alle norme UE.

[Fonte: Reuters]

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