Osmosi inversa, sistema di depurazione dell’acqua ad uso alimentare: cos’è e come funziona

di Redazione 1

osmosi inversa depurazione acque casaCos’è il sistema di depurazione dell’acqua a osmosi inversa e come funziona il metodo, basato su questa tecnica, per filtrare l’acqua ad uso alimentare? Tale sistema, anche indicato come iperfiltrazione con sigla IF, o sigla RO (Reverse Osmosis), si basa su un processo in cui delle molecole di solvente vengono fatte passare da una soluzione a un’altra meno concentrata tramite l’applicazione di una forza in grado di vincere la pressione osmotica, facendo uso di una particolare membrana.

Il processo di osmosi inversa viene sfruttato come sistema di depurazione dell’acqua a uso alimentare. Come anticipato il sistema si basa sul forzare il passaggio di molecole da una soluzione all’altra e fa uso di una membrana che trattiene il soluto e permette di ottenere un solvente puro nella seconda soluzione. La tecnica dell’osmosi inversa è molto accurata, basandosi non solo su un filtraggio tramite ostacolo fisico – rappresentato dai pori della membrana – ma anche sulla diversa affinità chimica delle molecole contenute nella soluzione, in particolare facendo sì che il passaggio nella seconda soluzione, a minor concentrazione, sia possibile per le molecole idrofile.

Ovviamente, comprendere come funziona il sistema di depurazione dell’acqua per uso alimentare con l’osmosi inversa, è un processo più complesso e specifico. Di base tale tecnica (che utilizzata anche per la desalinizzazione dell’acqua), quando utilizzata per la depurazione dell’acqua per la casa viene attuata tramite specifici impianti che sfruttano il principio della filtrazione tangenziale ma non solo: sempre tramite speciali membrane si dà luogo a processi di microfiltrazione, di ultrafiltrazione e nanofiltrazione. Le membrane che vengono utilizzate sono basate su pellicole sottili, TFC o TFM, sigla che indica Thin Film Composite Membrane, e rappresentano delle sorte di setacci molecolari basati su due o più composti stratificati, che si occupano, per l’appunto, di “setacciare” la soluzione di partenza, ovvero di depurare la soluzione trattenendo e rimuovendo le tracce di metalli pesanti dall’acqua, di nitrati, ma anche di calcio e fosfati, di fitofarmaci e altre molecole inquinanti.

Abbiamo visto cos’è il sistema di depurazione basato sull’osmosi inversa, ma come funzionano gli impianti domestici? Il loro posizionamento è relativamente semplice: vengono installati in casa e collegati alla rete idrica, di modo che possano rimuovere buona parte delle sostanze dannose presenti nell’acqua. Va detto, a scanso di equivoci, che l’acqua filtrata dovrebbe essere già potabile, quindi in questo genere di applicazioni più che provvedere alla potabilità dell’acqua di uso domestico gli impianti vengono utilizzati per ottenere un’acqua con residuo fisso molto basso, servono in altri termini a migliorare la qualità dell’acqua consumata a scopi alimentari. Gli impianti di questo tipo hanno tuttavia bisogno di regolare manutenzione.

Concludendo, in estrema sintesi la tecnica depurativa dell’acqua tramite osmosi inversa si base sull’applicazione di una pressione all’acqua più concentrata e sporca/inquinata in modo che questa venga costretta a passare attraverso una membrana semipermeabile e filtrante. Tale tecnica viene generalmente considerata affidabile e molto efficace anche nelle sue applicazioni domestiche, che permettono di “ripulire” e migliorare l’acqua dei nostri rubinetti, che spesso pur essendo potabile è lontana dal brillare dal punto di vista della qualità e della purezza.

Photo credits | Laszlo Ilyes su Flickr

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