Le migliori tecnologie per un pianeta pulito/1

frigo magnetico

Fino intorno alla metà degli anni ’90, scrittori e visionari di tutto il mondo immaginavano come sarebbe stata la tecnologia del nuovo millennio, indicando cose fantascientifiche ed incredibili. Forse non siamo ancora in grado di avere delle automobili volanti o di viaggiare nel tempo, ma almeno per quanto riguarda le tecnologie pulite, siamo a buon punto. Cerchiamo di capire dunque nel 2009 a che punto siamo arrivati, e cosa ci aspetta per i prossimi anni per tentare di ripulire un po’ il nostro pianeta.

Frigo Magnetico: i due maggiori consumatori di energia elettrica in casa sono i condizionatori d’aria ed il frigorifero. Questi potrebbero presto diventare molto più efficienti grazie ad un nuovo metodo di raffreddamento. La refrigerazione magnetica è possibile grazie a leghe metalliche ed un campo magnetico, che agendo insieme producono raffreddamento. Camfridge, con sede a Cambridge, Regno Unito, dice che i sua frigoriferi e condizionatori d’aria taglieranno l’utilizzo di energia di circa il 40% in confronto ai modelli convenzionali, ma purtroppo ancora non sono pronti sul mercato.

La scomparsa dei predatori primari causa il collasso degli ecosistemi

ecosistema

Il catastrofico declino in tutto il mondo dei predatori al vertice della catena alimentare come lupi, puma, leoni o gli squali, ha portato ad un enorme aumento più piccoli “mesopredatori” che stanno causando gravi disagi economici ed ecologici. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Bioscience, ed osservano che in Nord America tutti i più grandi predatori terrestri sono in calo nel corso negli ultimi 200 anni, mentre sono aumentati del 60% i mesopredatori. Il problema è globale, ma alcune soluzioni sono in vista.

Un esempio: in alcune parti dell’Africa Sub-sahariana, popolazioni di leoni e leopardi sono state decimate, consentendo un aumento di babbuini. In alcuni casi le popolazioni autoctone oggi sono costrette a rimanere barricate in casa quando avvengono incursioni di babbuini nelle loro piantagioni.

La questione è molto complessa, e un sacco di conseguenze non sono note, ma ci sono prove che l’esplosione delle popolazioni mesopredatorie sia molto grave e abbia delle ripercussioni sia a livello ambientale che economico

ha spiegato William Ripple, professore di ecosistemi forestali e della società della Oregon State University. Caso dopo caso, in tutto il mondo, i predatori primari sono stati drasticamente ridotti, se non eliminati, a causa della perturbazione degli habitat, della caccia o della pesca. Molte volte questo è stato visto positivamente dagli esseri umani, per paura di un attacco personale, per la perdita di bestiame o altre preoccupazioni. Ma la nuova immagine che è emerge è una serie di problemi, tra cui i danni all’ecosistema, che possono presentare dei nuovi predatori più complicati da combattere.

Quando i nomi ingannano: il Clear Lake è il lago più inquinato del mondo

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Il Clear Lake, situato nel nord della California, forse di pulito ha solo il nome. Come del resto molti altri laghi della regione, è probabilmente il lago più inquinato del mondo, secondo quanto dice la Associated Press. Una storia di miniere d’argento in tutta l’area ha lasciato molti dei laghi inquinati e il pesce altamente tossico, se consumato. E la situazione peggiora: le persone più colpite sono alcuni dei più poveri della zona.

Il mercurio, una volta che ha contaminato un lago, è quasi impossibile da rimuovere. Si dovrebbe pulire il fondo del terreno dalle scorie, che oltre ad essere molto complicato è anche quasi impossibile da fare. Il Clear Lake (letteralmente “Lago Chiaro” o anche “Pulito“) è stato il destinatario dell’avvelenamento da mercurio sin dal lontano 1950. La Sulfur Bank Mine chiuse le operazioni nel 1950 e, mentre la California ha trascorso due decenni e speso 40 milioni di dollari per ripulirlo, il mercurio è ancora in fondo al lago.

De Boer: “il vertice di Bangkok è per ora un fallimento”

vertice di bangkok

Gli sforzi per convincere le nazioni ricche ad inasprire i tagli alle emissioni non sono riusciti a fare molta strada nei colloqui sul clima nella capitale thailandese, Bangkok. A spiegarlo è stato il portavoce dell’ONU, che ha reso noto che delegati provenienti da circa 180 nazioni, riuniti in Thailandia per cercare di ridurre le differenze sui modi di ampliare e approfondire la lotta contro i cambiamenti climatici, non hanno trovato una soluzione globale al problema.

I colloqui, che si concluderanno il 9 ottobre prossimo, sono l’ultima grande sessione negoziale prima che i ministri dell’ambiente si incontrino a Copenhagen per tentare di sigillare un patto più severo a livello mondiale, per sostituire il protocollo di Kyoto.

I progressi verso la riduzione delle emissioni dei Paesi altamente industrializzati rimane deludente. Non stiamo vedendo progressi reali

ha affermato Yvo de Boer, capo della commissione cambiamenti climatici delle Nazioni Unite.

Wc-bidet: il modo per risparmiare tonnellate di carta

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In periodi in cui si cerca di risparmiare su quante più risorse possibili, su una cosa è impossibile fare economia: la carta igienica. Le persone trovano l’idea di andare in bagno senza carta igienica un po’ scioccante, ma tantissime persone in tutto il mondo lo fanno. Certo, queste spesso lo fanno per necessità, ma tra un po’ anche in Occidente sarà possibile farlo, mantenendo la stessa “dignità” di prima.

Per questo ci sono buone tecnologie ora disponibili che sostituiscono alcuni impianti del vostro bagno o possono anche aggiungersi ad essi. Quello più incredibile è il gabinetto-bidet. E’ più pulito e più sano, e consente di risparmiare anche molta acqua, oltre che tonnellate di carta. Per fare un rotolo di carta igienica servono 1,5 quintali di legno, 37 litri di acqua e 1,3 kWh di energia elettrica. Ma se il bidet fosse incorporato nel wc, probabilmente non verrebbe prodotto tutto questo spreco.

Premio Terna 02: sostenibilità ambientale e arte contemporanea

Premio TernaTerna, principale proprietario della rete di trasmissione nazionale di energia elettrica riconosce, nella sua politica imprenditoriale, una responsabilità (economica, ambientale e sociale) d’impresa verso la collettività.

Nel 2010 la società entrerà nel Dow Jones Sustainability Index, l’indice borsistico internazionale che include le aziende con le migliori performance di sostenibilità. Un premio per l’impegno nelle politiche ambientali, che da sempre animano il core business di Terna.

La Francia punta sull’auto elettrica: 1,5 miliardi per una rete nazionale di distributori

ricarica elettrica francia

Avantieri il Governo francese ha affermato la previsione di spesa di 1,5 miliardi di euro per la creazione di una rete di stazioni di servizio per i veicoli elettrici, come parte di un piano più ampio dello Stato per incoraggiare lo sviluppo della tecnologia dei veicoli puliti e la produzione di batterie. Finalmente i francesi sono arrivati alla soluzione del classico dilemma tra l’uovo e la gallina: le auto elettriche non si possono sviluppare perché non c’è come rifornirle, ma le stazioni elettriche non si formano perché non ci sono auto elettriche. Solo un aiuto statale poteva risolvere la questione.

I collaboratori di Sarkozy hanno anche aggiunto che avrebbero chiesto il finanziamento di 900 milioni del totale di 1,5 miliardi di euro in prestito per il progettato che verrà lanciato il prossimo anno. Il Governo si occuperà dell’installazione di prese di ricarica obbligatorie nei parcheggi degli uffici entro il 2015, e i nuovi condomini con parcheggi dovranno prevedere stazioni di ricarica a partire dal 2012.

Ecoguida Greenpeace: Nokia sempre più sola al comando, Nintendo sempre peggio

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La famosa ecoguida di Greenpeace sui prodotti tecnologici è nuovamente aggiornata, e comporta alcune novità in quanto ad impegni ecologici. Sony, e soprattutto Philips, si lasciano alle spalle le zavorre inquinanti ed il poco interessamento all’ecologia, e si sono impegnati più di tutti nel rendere i propri prodotti quanto più eco-friendly possibile.

La classifica dell’associazione ambientalista tiene conto delle principali compagnie tecnologiche mondiali (in questo caso ben 18), prendendo in considerazione in primis ciò che hanno fatto per l’ambiente, e dunque i prodotti fabbricati con materiali non tossici, l’uso di tecnologie rinnovabili, ecc.; e poi considera gli impegni e le promesse, nonché le scadenze entro le quali le compagnie dovranno raggiungere determinati obiettivi. Dopo il salto, la nuova classifica.

Vite a perdere, omissione di soccorso per il profondo Sud

navi a perdereTorniamo a seguire la vicenda delle navi a perdere disperse nei nostri mari. Colme di rifiuti tossici, come il relitto della Cunski, ritrovato al largo delle coste di Cetraro (Cosenza, Calabria), nel mar Tirreno. Gli interrogativi restano ancora tutti senza risposta, perchè se uno dei carichi dei veleni è stato individuato, sappiamo quasi certamente che ne restano altri da scovare, dal momento che le rivelazioni del pentito Francesco Fonti fatte nel 1992 parlano di tre navi a perdere.

L’economia già in ginocchio della costa calabrese intanto è messa ulteriormente a dura prova da questa triste, vergognosa vicenda, che ha troppi scheletri, sotto e fuori il mare. Sottovalutare la situazione sarebbe pericoloso, per non dire criminoso. Sarebbe omissione di soccorso a popolazioni che vivono in territori utilizzati come discarica, che pescano in mari contaminati, che mandano i loro figli in scuole con i tetti di amianto, costruite su discariche di rifiuti tossici. Crotone, in questi giorni, è stata interessata dall’ennesimo scandalo sullo smaltimento illecito di scorie pericolose.

Il Texas inaugura la centrale eolica più grande al mondo

centrale eolica roscoe

Se l’Europa può vantare il più grande impianto solare al mondo, costruito in Spagna (almeno finché non sarà ultimato quello in Cina), l’America può ora annunciare di avere la più grande centrale eolica del pianeta. Rientra nel metodo di pensare statunitense, e meglio ancora, in quello texano: “più grande è e meglio è”. Per rispettare la sua reputazione, il Texas può ora vantare il più grande parco eolico.

E. ON Climate & Renewables ha annunciato il completamento del complesso di 781,5 MW eolici di Roscoe, che si prevede potrà generare energia sufficiente per più di 230.000 case in media. Puntare sempre al più grande è il tema preferito degli ultimi tempi: E. ON, che vanta la realizzazione del parco eolico di Roscoe, ha sostenuto una spesa di oltre 1 miliardo di dollari, suddivisi con più di 300 singoli proprietari e che daranno impiego a 500 lavoratori. Non solo, ma l’azienda ora copre 100.000 ettari di terra in quattro contee – una zona che la stessa E. ON ricorda essere diverse volte l’area di Manhattan.

Che cosa accadrebbe se l’aumento della temperatura globale fosse di 4 gradi?

inondazioni

Da qualche tempo si sente dire dai leader politici di tutto il mondo che bisogna fare in modo che il riscaldamento globale si limiti a 2 gradi Celsius entro il 2100. Solo in questo modo il mondo avrebbe la possibilità di continuare a “funzionare” in maniera corretta, senza grossi cambiamenti nelle abitudini umane. Ma cosa accadrebbe se si superasse la soglia, e le temperature globali fossero ben più alte dei due gradi in più previsti?

Uno scienziato del clima ha presentato nuovi risultati della ricerca sul potenziale aumento di 4 gradi Celsius delle temperature globali, che potrebbe accadere se le attuali emissioni di gas serra continuassero ad essere così alte. Parlando alla conferenza internazionale dell’Università di Oxford denominata “4 gradi e oltre”, il dottor Richard Betts, responsabile delle ripercussioni del clima al Met Office Hadley Centre, ha descritto la possibilità di un incremento di 4 gradi prima della fine del secolo. Egli ha aggiunto che uno scenario di inquinamento molto intenso dovuto ai combustibili fossili potrebbe portare tale incremento entro i prossimi 20 anni.

L’inquinamento attraversa il mondo

nube di polvere

Lo smog e l’inquinamento atmosferico delle fabbriche può avere un impatto negativo sulla qualità dell’aria non solo nelle nazioni in cui è prodotto, ma anche nelle regioni lontane del mondo. Nei prossimi decenni, le emissioni di origine antropica dovrebbero aumentare in Asia orientale ed in un numero crescente di Paesi si potranno sentire gli effetti anche se il mondo industrializzato sta lavorando per rafforzare le norme di protezione ambientale.

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha analizzato i dati meteorologici e chimici e ha scoperto che alcuni picchi inquinanti negli Stati Uniti possono essere trasportati fin verso l’Asia. Uno studio ha scoperto che una massa d’aria inquinata ha circa otto giorni di tempo per viaggiare dall’Est asiatico fino al centro degli Stati Uniti prima di esaursi.

L’inquinamento atmosferico non conosce confini nazionali, l’atmosfera si connette tra regioni remote del nostro pianeta. Le emissioni in un solo Paese possono influire sulla salute umana e dell’ecosistema in Paesi lontani sottovento. Anche se è difficile quantificare queste influenze, in alcuni casi l’impatto è notevole in termini di prospettive legislative e di sanità pubblica

ha spiegato Charles Kolb, presidente della commissione che ha redatto il rapporto e presidente dell’Aerodyne Research Inc.

Far qualcosa per salvare l’ambiente costa. Non far nulla costa anche di più

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In America è talmente sentito il problema del riscaldamento globale che il dibattito su cosa fare sta infiammando il Parlamento. Sembrerebbe una cosa normale, ma al confronto del Parlamento italiano in cui tali problematiche sono sempre messe in fondo all’agenda, può sembrare una cosa eccezionale.

Secondo i calcoli dell’Onorevole Romm (un collaboratore del Dipartimento di Energia nell’era Clinton), se non facessimo nulla per l’energia, questa scelta costerebbe alle famiglie americane quasi 10.000 dollari a testa entro il 2030, e il costo per i loro figli potrebbe essere molto di più.

Spiegano su Treehugger che:

I problemi energetici e climatici del Paese hanno raggiunto il punto in cui l’ostruzionismo dei politici non può essere permesso semplicemente per criticare coloro che tentano di risolvere questi problemi, offrendo alternative credibili o politiche al riguardo.

La buona notizia: la megattera non è più in pericolo di estinzione

megattera

La US National Marine Fisheries Service può rimuovere la megattera, o Balena gobba, dal suo elenco delle specie minacciate di estinzione, citando la prova che gli esemplari, che fino a poco tempo fa erano quasi estinti, sono aumentati di numero. Poiché un divieto internazionale della caccia alle balene fu imposto nel 1966, le popolazioni di megattere del Pacifico settentrionale sono aumentate di circa il 4,7% ogni anno, dicono i ricercatori.

La gran parte della causa del rischio di estinzione era la tendenza a frequentare le acque costiere, che le portava ad essere catturate dai balenieri commerciali in tutto il mondo. La Balena gobba veniva cacciata per il suo olio, carne e ossa. La maggior parte della popolazione è stata drasticamente ridotta nella prima parte del 19° secolo, lasciando solo tra il 5 e il 10% del numero di esemplari ereditati dall’800. Nel Pacifico settentrionale, si stima che ben 15.000 megattere esistevano prima del 1900, meno di un migliaio sono arrivate a superare la metà del secolo.