Dall’America arriva lo Skyfarming, la fattoria verticale

Il mondo si è svegliato dal torpore del consumismo e dello spreco di risorse. Era ora, verrebbe da dire. Sfruttando un’idea simile a quella proposta ieri da ecologiae, e cavalcando l’onda della produzione locale di cibo, negli Stati Uniti hanno inventato gli “Skyfarming“, cioè una specie di grattacieli non abitati soltanto dagli uomini, ma anche da mucche, maiali, e persino ortaggi.

L’idea, sperimentata finora in piccola scala in Arizona e California, è molto semplice: sfruttare al meglio i tanti piani di un grattacielo per produrre cibo. Ad esempio, nei piani più alti, verrebbero coltivate diverse piante, dagli ortaggi alla frutta, per sfruttare l’acqua piovana. Ma anche legumi e vigneti. L’acqua non assorbita da questi terreni scenderebbe al “piano inferiore”, dove andrebbe ad irrigare i campi di grano. Sotto di essi poi troveremmo ad un piano un allevamento di suini, al piano subito inferiore uno di bovini e così via. Nel sotterraneo infine sarà costruita una fornace termovoltaica in grado di recuperare tutti gli scarti, sia piovani che animali, e trasformarli in energia elettrica per alimentare l’intero grattacielo.

La scoperta, batteri presenti nel ghiaccio registrano i cambiamenti climatici

I cambiamenti climatici in corso hanno una portata vastissima e interessano una varietà e una pluralità di fenomeni inimmaginabili, essendo legati consequenzialmente a tutto quello che sta accadendo sulla Terra, disastri geologici, estinzione di numerose specie animali e vegetali, tornado, cicloni, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello dei mari.
Ebbene cosa hanno a che fare mutamenti così importanti e di proporzioni così enormi con i microorganismi più piccoli ed all’apparenza non determinanti per l’equilibrio terrestre come i batteri?

Pare che siano proprio questi piccolissimi organismi viventi a fungere da registratore dei cambiamenti climatici, fornendo alla scienza un’idea più precisa delle conseguenze dell’aumento delle temperature. E’ quanto ha scoperto in un recente studio il professor YAO Tandong insieme ad un team di ricercatori della ITP (Tibetan Plateau Research), della Xiamen University e della Chinese Academy of Sciences.

Landshare, il nuovo metodo per produrre cibo a basso costo arriva dalla Gran Bretagna

In un momento particolare come questo, l’ultima cosa che si dovrebbe fare è sprecare ciò che si ha. Noi italiani siamo tra i popoli più spreconi al mondo, e per questo dovremmo dare un’occhiata oltremanica, dove hanno avuto un’idea niente male.

Hugh Fearnley-Whittingstall è considerato una sorta di eroe nazionale, dato che grazie al suo ingegno i britannici hanno migliorato il loro stile di vita. La sua ultima invenzione si chiama “Landshare“, ovvero la condivisione della terra, e si basa sul concetto che chi ha del territorio inutilizzato non lo deve sprecare, abbandonandolo a sè stesso, ma metterlo in condivisione con la comunità, dando la possibilità a chi ha abbastanza buona volontà, di renderlo produttivo. Attenzione, non stiamo parlando di grandi appezzamenti di terra, ma anche di piccoli giardini domestici.

Capelli umani e compost come fertilizzanti per le piante

I rifiuti prodotti ogni giorno da parrucchieri e barbieri di tutto il mondo, peli della barba, capelli, potrebbero presto trovare un possibile reimpiego come fertilizzante per le piante uniti a compost.
E’ quanto afferma una recente ricerca condotta da un team di studiosi della Mississippi State University, coordinato da Vlatcho D. Zheljazkov, con la partecipazione di Juan L. Silva, Mandar Patel, Jelena Stojanovic, Youkai. Lu, Taejo Kim, e Thomas Horgan.

Lo studio intitolato Human Hair as a Nutrient Source for Horticultural Crops è stato pubblicato su HortTechnology ed apre una nuova strada ecologica nel campo dei concimi naturali.
La produzione agricola vegetale si basa ora sull’utilizzo di materiali provenienti dal compostaggio dei rifiuti e di sottoprodotti come rifiuti solidi urbani, letame, il tutto serve a fornire alla piante le sostanze nutritive necessarie alla loro crescita e sostentamento.

Ecco cosa ci lascia di ecologico (e non) il 2008

Ieri ci siamo occupati di cosa ci attendeva nel nuovo anno a proposito dell’ecologia. Qualche piccola anticipazione di un anno che si prospetta più verde che mai. Ma tutto ciò è dovuto solo al fatto che il 2008 è stato l’anno in cui l’ecologia ha preso piede nella nostra vita quotidiana, ed è diventata la preoccupazione maggiore per gran parte della popolazione mondiale. Forse seconda soltanto alla crisi economica.

Ma cosa effettivamente ci ha lasciato il vecchio anno, è un tema abbastanza discusso. I modi per vedere l’ecologia (ed anche per farla) sono molteplici. Per questo motivo in molti considereranno positivi determinati aspetti che per altri non lo sono, così come molte persone che hanno tentato di fare qualcosa di veramente ecologico, alla fine hanno fatto solo un buco nell’acqua. Vediamo di che si tratta.

Cambiamenti climatici, Groenlandia tallone d’Achille

E’ la Groenlandia il tallone d’Achille della Terra nel dissesto ambientale provocato dall’innalzamento delle temperature. E’ quanto ha affermato Hans Joachim Schellnhuber, direttore dell’Istituto di Potsdam per le ricerche sul clima nonchè consigliere per l’ambiente del governo tedesco.
Intervistato dal quotidiano tedesco Saarbruecker Zeitung, lo studioso non ha nascosto la gravità della situazione attuale in cui versa il Pianeta, illustrando quelli che sono i rischi di un ulteriore incremento del surriscaldamento terrestre.

Per quanto riguarda gli effetti dei cambiamenti climatici, secondo Schellnhuber, non bisogna affatto sottovalutare le conseguenze dell’aumento delle temperature: le previsioni parlano di devastanti e tragici stravolgimenti negli equilibri globali, pronti a scatenarsi anche soltanto con la registrazione di due gradi in più rispetto ad oggi.

6 tecnologie pulite che ci aspettano nel 2009

In quest’ultimo anno pieno di problemi, l’unico campo che è stato in continua evoluzione è stato quello delle tecnologie, soprattutto pulite. Con una rapida ricerca su queste pagine potrete trovare tutto ciò che l’ormai vecchio anno ci ha portato, tantissime novità per inquinare meno e vivere meglio, ma anche il prossimo promette bene.

Qui di seguito saranno mostrate le 6 tecnologie migliori annunciate sin da oggi che ci aiuteranno a ripulire un pò questo mondo dall’inquinamento, e magari, in alcuni casi, a rilanciare anche l’economia, dato che, come abbiamo visto, l’ecologia è il terreno del futuro su cui si baserà anche il mercato del lavoro.

Più biocarburante da piante geneticamente modificate

Le piante geneticamente modificate per facilitare la ripartizione del materiale legnoso, potrebbero essere la soluzione per ottenere etanolo in maniera più ecologica e meno costosa. A dirlo sono i ricercatori della Penn State, in un recente studio pubblicato da ScienceDaily.
La lignina, componente principale del materiale vegetale del legno, protegge la cellulosa e fornisce alla pianta una sorta di impianto esterno capace di resistere a forti raffiche di vento e all’attacco dei microbi. Tuttavia, questa barriera protettiva rende difficile l’accesso alla cellulosa. Come ha spiegato lo stesso autore dello studio John Carlson, professore di genetica molecolare alla Penn State:

C’è un sacco di energia, bloccata all’interno del legno, nella cellulosa. Purtroppo separare questa energia dal legno per produrre l’etanolo è un processo costoso che richiede elevate quantità di calore e di sostanze chimiche. Inoltre, gli enzimi fungini che attaccano la lignina non sono ancora ampiamente disponibili, perchè attualmente in fase di sviluppo, e non sono molto efficienti nella scomposizione della lignina.

Cambiamenti climatici, ecco gli effetti delle precipitazioni

Non è semplice capire come i cambiamenti regionali delle precipitazioni, che dovrebbero derivare dal cambiamento climatico globale, possano incidere sugli approvvigionamenti di acqua. Ora, una nuova analisi guidata da ricercatori del MIT ha rilevato che i cambiamenti nelle acque sotterranee potrebbero in realtà essere molto maggiori rispetto alla modifiche delle precipitazioni stesse.

Ad esempio, in luoghi dove le precipitazioni annuali possono aumentare del 20% a causa dei cambiamenti climatici, le acque sotterranee potrebbero subire un incremento del 40%. Al contrario, l’analisi ha evidenziato, in alcuni casi, che ad una diminuzione del 20% delle precipitazioni potrebbe corrispondere una riduzione del 70% delle falde acquifere, un colpo potenzialmente devastante in regioni aride e semi-aride.

L’agricoltura sostenibile usa le api come guardie del corpo delle piante contro i parassiti

Gli industriosi insetti, famosi per il miele e per l’importante ruolo svolto dall’impollinazione nel mantenimento degli equilibri naturali, hanno anche un altro importantissimo compito, individuato di recente dagli scienziati. Le api, infatti, sono delle vere e proprie guardie del corpo per le piante, e contribuiscono a proteggerle da numerosi attacchi esterni.

Se ne parla in una recente ricerca pubblicata dalla rivista di divulgazione scientifica Current Biology e realizzata da Jürgen Tautz della Biozentrum Universität Würzburg, in Germania. A spostare l’attenzione sulle api è il sempre più crescente utilizzo su larga scala di pesticidi e disserbanti chimici che ne mette in pericolo la sopravvivenza, minando anche altre specie vegetali e animali. Sembra incredibile come un insetto così piccolo possa avere un ruolo così determinante nel mantenimento degli ecosistemi terrestri, ma ciò testimonia l’importanza della preservazione di tutte le creature viventi, come tasselli fondamentali di un medesimo puzzle: il ciclo della vita.
Gli studiosi hanno scoperto che le api contribuiscono a proteggere le piante dall’insediamento dei bruchi.

La crisi economica metterà a rischio gli investimenti ecologici?

Le prospettive del nuovo anno sono piuttosto cupe. Molti economisti sostengono che non usciremo dalla crisi prima del 2010, le aziende licenziano, molte chiudono, e bisogna tagliare le spese superflue. In questo modo si ha più difficoltà a trovar fondi per sostenere l’ecologia, compresi anche gli aiuti, non solo economici, da parte delle aziende.

Addirittura alcune grandi imprese hanno un “addetto all’ecologia“, una persona cioè che si occupa solo del riciclaggio, dei piani per il risparmio energetico e per altre misure ecologiche. Ma adesso che fine fanno tutti questi buoni propositi? Un sondaggio condotto dal SunTrust Bank Private Wealth Management sembra rassicurarci, per ora. L’ecologia non è messa in un cassetto, ma è ancora tra i primi pensieri degli imprenditori di tutto il mondo.

Medico inventa biocarburante dal grasso dei pazienti

Come tutte le storie strane, anche questa arriva dagli Stati Uniti, e più precisamente dalla patria degli effetti speciali, la California. Solo che stavolta non si tratta di effetti speciali, ma di realtà. Un medico americano, dottor Craig Alan Bittner, proprietario dello studio medico Beverly Hills Liposculture, ha risolto tre problemi contemporaneamente con una sola soluzione: l’inquinamento, l’obesità e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi.

Il dott. Bittner infatti ha avuto l’idea di prelevare il grasso della liposuzione dei propri clienti, e anzichè smaltirlo in modo classico (ricordiamo che i rifiuti ospedalieri sono tra i più pericolosi e complicati da smaltire), ha deciso di lavorarli e inserirli nella propria auto, come carburante. Anzi come un biocarburante nel vero senso della parola.

Prospettive della biomassa come approvvigionamento energetico del futuro

Una strategia globale di approvvigionamento energetico basata sulla biomassa su larga scala, tesa a generare anche energia elettrica oltre che utilizzabile nella produzione di carburante è una possibilità reale. Secondo il Prof Jürgen O. Metzger del Carl von Ossietzky University di Oldenburg e il Prof Aloys Huettermann dell’Università di Goettingen in Germania, si tratta di uno scenario sostenibile, al contrario di quanto pensano molte attuali correnti scientifiche ed economiche, che spesso vedono nella biomassa come energia del futuro una prospettiva poco realistica.

I combustibili fossili tra cui petrolio, gas naturale e carbone – che provvedono la quasi totalità del nostro fabbisogno energetico globale – saranno completamente esauriti nei prossimi 75 anni, almeno stando a quelle che sono le stime sui nostri attuali livelli di consumo o, molto probabilmente, l’esaurimento delle risorse energetiche arriverà molto prima di allora, tenendo presente la crescente domanda di energia in tutto il mondo. Quali scenari si apriranno a questo punto? È opinione comune nel mondo scientifico che la quantità di biomassa che può essere coltivata sui terreni disponibili in concorrenza ai prodotti alimentari è talmente limitata che uno scenario basato sulla biomassa come la principale fonte di energia non è realistico.

Non sprechiamo l’acqua facendo la doccia “indulgente”

Natale è passato, ma non è detto che non sia più possibile fare (o farsi) dei regali. Navigando per il web, ecologiae ha trovato per voi un regalo veramente eccezionale, utile a noi e all’ambiente: la doccia “indulgente”. Ultimamente di invenzioni ecologiche, soprattutto al fine di risparmiare l’acqua, ne sono arrivate tante, ma questa forse le batte tutte.

Infatti la doccia indulgente, come funzionalità, si trova a metà tra la doccia “marina” e quella “a basso flusso”, e ha come obiettivo quello di evitare lo spreco di acqua. Secondo il sito della casa produttrice, questo genere di doccia consuma il 56% in meno di acqua di una doccia normale, e il 26% rispetto ad una a basso flusso, senza sacrificare il calore e il comfort per l’utente.