Putin decide di ripulire il Polo Nord

di Redazione 1

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Anche in una delle più dure e più remote regioni del mondo, gli umani sono riusciti a fare un bel pasticcio. Questa è una triste realtà, tanto che anche il primo ministro russo Vladimir Putin l’ha capito dopo aver visitato l’isola artica di Alexandra Land, circa 900 km dal Polo Nord. Osservando l’orizzonte, Putin si è accorto che non si trovava di fronte al paesaggio pittoresco che avrebbe potuto immaginare, ma ha visto barili di carburante abbandonati che si disperdevano a vista d’occhio.

I milioni di barili visti sono rimasugli velenosi dell’era sovietica, che lentamente stanno inquinando una regione già duramente colpita dalle temperature in aumento. Secondo la RT, le basi militari sovietiche posizionate su Alexandra Land hanno ricevuto grandi quantità di petrolio per il loro fabbisogno. Ma nonappena l’Unione Sovietica è crollata, i barili sono stati abbandonati, perché considerati troppo costosi per il trasporto o lo smaltimento corretto. Così sono rimasti lì, lentamente deteriorando la neve artica e minacciando di avvelenare l’ecologia dell’isola.

Di fronte a questa crisi incombente, il primo ministro Putin si è impegnato a ripulire il disordine delle generazioni precedenti, dicendo alla Reuters:

La riduzione dell’attività militare dopo il crollo dell’URSS ha lasciato le macerie che vediamo adesso. Il livello di inquinamento è 6 volte superiore al normale qui! Dobbiamo fare una pulizia più importante della regione artica. Questo deve essere fatto attraverso la cooperazione tra lo Stato e investitori privati, ma ovviamente lo Stato dovrebbe muovere i primi passi, e dobbiamo farlo al più presto.

Anche senza i milioni di barili di petrolio, il futuro di Alexandra Land è come minimo precario. Proprio in questi ultimi decenni la temperatura media nella regione è aumentata di 4° C a causa del riscaldamento globale, minacciando molte specie in via di estinzione dell’isola, come gli orsi polari. Mentre era lì, Putin ha incontrato alcuni scienziati per discutere dell’effetto che il riscaldamento ha avuto sulla fauna selvatica.

Notoriamente difficili da studiare, i ricercatori hanno intensificato gli sforzi per monitorare gli orsi polari dell’isola con dispositivi di localizzazione, e si sono detti preoccupati per l’aumento molto rapido del tasso di mortalità tra questi animali. Il vice direttore dell’Istituto russo di Ecologia ed Evoluzione, Vyacheslav Rozhnov, ha spiegato:

La riduzione dei ghiacciai, causata dai cambiamenti climatici e dalle attività umane, sta portando una redistribuzione globale di orsi polari, ma nessuno sa come stia accadendo.

La preoccupazione principale per Rozhnov, per ora, è di rimuovere tutti quei barili di petrolio. Se il ghiaccio che circonda il carburante gettato continuasse a sciogliersi, gran parte del deflusso potrebbero essere contaminato. Secondo il ricercatore, le sostanze inquinanti

uccideranno tutto lungo il loro percorso. Tra loro ci sono le balene beluga, trichechi e gli orsi polari.

Le stime parlano di almeno una decina d’anni per ripulire l’isola da tutti i barili. Basterà ad evitare l’ennesima catastrofe ambientale?

Fonte: [Treehugger]

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