Radiazioni nucleari influenzerebbero sesso dei neonati

di Redazione Commenta

Le radiazioni nucleari influenzerebbero il sesso dei nascituri, determinando una maggiore percentuale di maschi. A dirlo è una recente ricerca tedesca. Uno studio che farà sicuramente discutere, quello condotto da Hagen Scherb e Kristina Voigt, afferenti all’Helmholtz Zentrum München, pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Environmental Science and Pollution Research.

I ricercatori hanno dimostrato che le radiazioni ionizzanti provenienti dai test atomici antecedenti al 1963, quelle rilasciate dall’incidente di Chernobyl del 1986, ed in aggiunta lo stesso vivere vicino agli impianti nucleari, a lungo termine provocherebbero un effetto sulle nascite che va a discapito dell’incremento di popolazione femminile.

Che le radiazioni ionizzanti avessero un effetto sulla riproduzione nell’uomo era noto. Si credeva, però, che aumentassero le probabilità di generare maschi nei padri e di procreare femmine nelle madri. Scherb e Voigt hanno analizzato il rapporto maschio/femmine nelle nascite alla luce degli effetti a lungo termine delle radiazioni. I dati utilizzati per lo studio provengono nello specifico da tre aree esposte alla contaminazione in differenti periodi:

  1. l’Europa occidentale e gli Stati Uniti, come anticipavamo, dopo il 1963, gli anni successivi al periodo in cui si sono compiuti i maggiori test per la bomba atomica;
  2. le aree europee esposte alla contaminazione a causa di incidenti nucleari, vedi Chernobyl;
  3. le zone in cui avvengono rilasci radioattivi da impianti nucleari in condizioni operative normali, nello specifico si è guardato alla Svizzera ed alla Germania.

In tutti e tre i casi di studio, gli esperti hanno riscontrato un certo divario tra le nascite maschili e quelle femminili:

  1. Dal 1964 al 1975 negli Stati Uniti ed in Europa Occidentale c’è stato un incremento di nascite di maschi rispetto alle femmine, riconducibile, probabilmente, e come sottolineano gli stessi studiosi, ai test atomici antecedenti il 1963, che hanno provocato una dispersione di radiazioni nell’atmosfera.
  2. In Europa, nel 1987, dopo Chernobyl, c’è stato un incremento di nascite maschili. Lo stesso non è avvenuto nel medesimo anno negli USA, evidentemente meno esposti agli effetti dell’incidente in Ucraina.
  3. In Svizzera ed in Germania, nei periodi in cui le centrali erano operative, tra la popolazione delle aree limitrofe (nel raggio di 35 km) si è assistito ad un analogo incremento di nascite di sesso maschile.

Non si sa ancora se siano i neonati maschi che aumentano a causa delle radiazioni oppure le femmine che diminuiscono. Per gli autori, ad ogni modo, le radiazioni, nel corso della storia nucleare mondiale, hanno inciso profondamente su milioni di nascite, riducendone il tasso, provocando anomalie ed accrescendo il numero di bimbi nati morti. I ricercatori affermano che il loro studio dimostra come non sia del tutto vero che non si conoscono ancora gli impatti a lungo termine delle radiazioni sulla riproduzione umana. Per saperne di più ed accedere al dettaglio dei dati consultate lo studio completo.

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