Chernobyl

di Redazione 4

Chernobyl

La centrale nucleare

La centrale nucleare di Chernobyl era una centrale che oggi chiameremmo di prima generazione, cioè fa parte delle prime centrali nucleari costruite nel dopoguerra. Situata a 18 km dalla città di Chernobyl, dista appena 110 km da Kyev, capitale dell’Ucraina, e a 16 km dal confine con la Bielorussia. L’impianto constava di 4 reattori, i quali producevano 1 GW di energia elettrica a testa, il 10% dell’intero fabbisogno del Paese all’epoca. Nata negli anni ’70, la centrale di Chernobyl ha visto crescere i suoi reattori rispettivamente nel ’77, ’78, ’81 e ’83, e al momento dell’esplosione, avvenuta nell’86, erano in costruzione anche i reattori 5 e 6.

La tipologia di reattori presenti nella centrale era RBMK-1000, cioè reattore a canali, moderato a grafite e refrigerato ad acqua. Ma la centrale non veniva usata solo per scopi civili, dato che lì veniva anche lavorato il plutonio per la costruzione della bomba atomica. Vista l’importanza strategica di questa centrale si pensò di “forzare la mano” aumentando l’efficienza, anche al rischio di rendere il processo di lavorazione più instabile. Un eccesso che portò al disastro nucleare più grande della storia.

L’incidente

Il 26 aprile 1986 scoppiò l’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl. L’esplosione avvenne durante un test di routine, allo scopo di dimostrare quanto tempo le turbine impiegavano a riprendere il ritmo dopo una perdita di potenza. Prima della prova, i meccanismi automatici di spegnimento furono disabilitati. L’acqua di raffreddamento venne ridotta e la potenza dell’impianto aumentata. L’operatore, responsabile dei lavori, si accorse del pericolo a cui stavano andando incontro, ma appena cercò di spegnere il reattore, un difetto nella progettazione provocò l’effetto contrario: un aumento di potenza.

L’inevitabile esplosione causò ustioni da radiazioni e da esposizione ai lavoratori nel cantiere. Queste raggiunsero dopo pochissimo tempo la popolazione della cittadina, la quale fu costretta ad abbandonare le proprie case. 360.000 persone, tra Bielorussia, Ucraina e Russia, furono costrette all’evacuazione.

Il disastro

Oltre ai 28 morti immediati a causa delle radiazioni, l’incidente si calcola abbia causato l’esposizione di 5 milioni di persone in Bielorussia, Russia e Ucraina a ricadute dell’incidente e della radioattività. L’effetto più noto delle radiazioni è il cancro alla tiroide che si calcola abbia colpito almeno 4.000 persone, più altre migliaia affette da altre patologie come leucemia, altre forme di cancro, tiroidite autoimmune, adenoma follicolare, ipertiroidismo e ipotiroidismo difficili se non impossibili da calcolare ancora oggi. A queste malattie poi vanno aggiunti altri effetti delle radiazioni che colpiscono maggiormente i bambini ed i feti, perché le cellule si sviluppano più velocemente, rispetto agli adulti. A causa delle radiazioni si hanno mutazioni genetiche che hanno portato a migliaia di bambini e animali nati deformi, o suoli e corsi d’acqua contaminati, come pare siano ancora oggi persino in Paesi più distanti come la Svezia e la Germania.

Chernobyl oggi

Le regioni circostanti la centrale hanno subito gravi danni economici e la zona intorno al reattore è rimasta desolata per decenni. Un sarcofago di cemento è stato costruito in fretta e furia come una soluzione temporanea per limitare i danni, ma poi nulla più è stato fatto, ed oggi, a distanza di 25 anni, è in via di deterioramento, tanto che esiste un rischio di nuova fuoriuscita delle radiazioni. Un nuovo progetto prevede di installare una nuova bara di cemento sulla parte superiore del sarcofago esistente, al fine di contenere le radiazioni. Questa struttura è attualmente in fase di costruzione off-site e sarà fatta scorrere sopra la centrale in modo da coprirla. Fino alla prossima perdita di radioattività.

La popolazione colpita da iodio radioattivo, principalmente I-131, è ancora oggi costretta ad esami biennali di screening della tiroide, mentre durante tutto questo tempo sono stati avviati progetti per far passare alcuni mesi all’anno ai bambini lontani dall’Ucraina e dalla Bielorussia, in modo da ridurre l’esposizione alle radiazioni e in qualche modo “purificarli” almeno per qualche decina di giorni.

Chernobyl Foto

Per approfondire:

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[Fonte: Chernobyl cancer.gov]

[Foto: Villageofjoy]

Commenti (4)

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