Rifiuti speciali: Piano regionale di gestione nel Veneto

di Redazione 2

A breve, nella Regione Veneto, in materia di gestione dei rifiuti speciali, l’Amministrazione regionale si doterà di un apposito piano con l’obiettivo, tra l’altro, di poter ottimizzare i cicli produttivi. Ad annunciarlo è stato Maurizio Conte, Assessore regionale all’Ambiente della Regione Veneto, precisando, presso la sede della Provincia di Treviso, in concomitanza con la “Settimana europea per la riduzione dei rifiuti” che il piano regionale in materia di gestione dei rifiuti speciali sarà in grado di poter fornire sia i criteri, sia le indicazioni per la riduzione della produzione e della loro pericolosità.

Contestualmente, inoltre, si cercherà di ridurre al minimo il ricorso alla discarica attraverso un’operazione di ricognizione dell’offerta, ai fini del trattamento dei rifiuti speciali, tanto nella Regione Veneto quanto fuori dai confini regionali. Questo perché, proprio in accordo con quanto messo in risalto dall’Assessore nel corso del convegno, sui rifiuti speciali vige il principio comunitario e costituzionale della libera circolazione in virtù del fatto che a tutti gli effetti anche i rifiuti speciali sono in tutto e per tutto paragonabili ad una merce.

L’Assessore della Regione Veneto, infatti, ha posto l’accento sul fatto che prima di poter pensare di costruire nuovi impianti adibiti al trattamento dei rifiuti speciali occorre avere un quadro quanto più possibile chiaro dei quantitativi che vengono prodotti. In questo modo si può poi andare ad ipotizzare il fabbisogno teorico degli impianti che servono, e che quindi occorrerà andare a realizzare nella Regione Veneto.

Questo perché per ogni singola tipologia di rifiuto speciale ci sono impianti di smaltimento che rispetto agli altri, per tecniche e caratteristiche degli impianti, garantiscono anche un miglior recupero che tenga conto contestualmente anche di un elevato grado di protezione della salute pubblica e dell’ambiente. Quindi, il trattamento dei rifiuti speciali, e la conseguente realizzazione degli impianti che servono, non può seguire lo stesso iter degli impianti da andare a realizzare per i rifiuti urbani.

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