Il riscaldamento globale è più alto del previsto e le specie emigrano o si estinguono

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Diversi ecosistemi della Terra, con tutte le loro piante e gli animali, dovranno spostarsi di circa 400 metri all’anno in media per tenere il passo con il cambiamento climatico globale, spiegano gli scienziati in uno studio pubblicato su Nature.

Per sopravvivere all’innalzamento delle temperature in tutto il mondo, le specie sono obbligate a migrare o adattarsi al posto. Le specie più individuali, dagli arbusti agli alberi, dagli insetti ad alcuni mammiferi, necessitano di rimanere nel loro clima preferito, aumentando così la probabilità di estinzione.

Lo studio suggerisce che gli scienziati e i governi dovrebbero aggiornare le strategie di conservazione degli habitat che hanno da tempo sottolineato, tracciando confini intorno alle aree ecologicamente sensibili e limitando lo sviluppo all’interno di tali frontiere.

Un focus più “dinamico” deve essere posto sulla creazione di corridoi naturali e vie di collegamento tra habitat frammentati, ha detto il co-autore della ricerca Healy Hamilton della California Academy of Sciences.

Le cose stanno cambiando più velocemente del previsto. Questo tasso di cambiamento climatico è all’incirca lo stesso di un meteorite allo slow-motion in termini di velocità alla quale si sta chiedendo ad una specie di rispondere.

La nuova ricerca suggerisce che abitanti degli habitat delle montagne sperimenteranno i tassi più lenti del cambiamento climatico perché sono in grado di monitorare le oscillazioni di temperatura relativamente alte, spostando a poca distanza verso l’alto o verso il basso il versante.

Così, i paesaggi di montagna “possono effettivamente dare rifugio a molte specie nel prossimo secolo”, hanno scritto gli esperti nello studio. Questo è fondamentale soprattutto per le specie vegetali, che grazie alle loro radici nel terreno non possono migrare allo stesso ritmo degli animali in risposta ai cambiamenti di habitat.

I cambiamenti climatici si faranno sentire più rapidamente sentire in gran parte nei paesaggi piatti, come le mangrovie e le praterie, dove il tasso di riscaldamento può più che raddoppiare ogni anno. Quasi un terzo degli habitat studiati nella relazione hanno tassi di cambiamento climatico superiori anche alle stime più ottimistiche delle migrazioni delle piante.

Gran parte degli habitat forestali e praterie del mondo sono già stati gravemente frammentati dallo sviluppo, rendendo la mitigazione dei cambiamenti climatici in quei paesaggi più difficile e lasciando le specie più vulnerabili.

Fonte: [Reuters]

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