Riscaldamento globale, antico metodo indiano per stoccaggio di CO2

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Antiche tecniche per lo stoccaggio di CO2 nel suolo sperimentate dagli indiani dell’Amazzonia precolombiana potrebbero risultare utili per invertire la rotta del riscaldamento globale, il cambiamento climatico attualmente più preoccupante.
Le sperimentazioni del nuovo antico metodo inizieranno in Sussex e Belize già nei primi mesi del nuovo anno, finanziate dai capitali di rischio della Silicon Valley.

L’idea, peraltro già battuta e sostenuta da tempo nel mondo scientifico come soluzione possibile all’inquinamento, è quella di prendere carbonio dall’atmosfera e seppellirlo nel suolo, dove tra l’altro può agire da potente fertilizzante, contribuendo ad arricchire i terreni stanchi e sfruttati.
Se il progetto dovesse avere successo, si potrebbe estenderlo rapidamente a tutto il mondo, nell’impresa ardua ma non impossibile di invertire l’accumulo di anidride carbonica, la causa principale del riscaldamento globale, liberando l’atmosfera dalle emissioni nocive e riportando la quantità di CO2 ai livelli pre-rivoluzione industriale.

L’ambizioso piano, che venerdì scorso ha ricevuto i primi fondi liquidi per la realizzazione dalla California, nasce dalle idee di due tra i più celebri imprenditori ecologisti inglesi: Craig Sams, uno degli inventori del cioccolato biologico e Dann Morrell, co-fondatore di Future Forests, la prima società di compensazione del carbonio.
Proprio come facevano gli indiani pre-colombiani che utilizzavano un carbone ricavato dalla biomassa sepolto nel terreno per rendere più fertile il suolo, il progetto mira a utilizzare la biomassa ricavata da alberi e residui organici per assorbire la CO2 stoccata sotto terra, tenendola bloccata in tutta sicurezza per migliaia di anni.

Il carbone da biomassa ricavato dagli indiani d’America rendeva i suoli della foresta pluviale più fertili e contribuiva a rigenerarli, impedendo che si esaurissero raccolto dopo raccolto e diventassero improduttivi. Centinaia di anni più tardi queste isole di terra nera fertile sono ancora lì, dimostrando una resistenza nel tempo. Prendere in prestito il metodo di fertilizzare il terreno degli indiani come possibile soluzione al riscaldamento globale è il principio base del nuovo progetto di stoccaggio. Come spiega lo stesso Sams:

La biomassa da alberi e piante, che cattura il biossido di carbonio dall’atmosfera, è un tesoro che può essere sepolto nel suolo. Se il 2,5% delle terre produttive del mondo venisse utilizzato per stoccare CO2 si arriverebbe a riportare i livelli di CO2 nell’atmosfera alle quantità precedenti la rivoluzione industriale già a partire dal 2050.

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