Scioglimento ghiacciai, per il 70% è colpa dell’uomo

di Redazione Commenta

scioglimento ghiacciai colpa dell'uomoDa quando gli effetti del riscaldamento globale sono diventati evidenti e più nessuno nega che questo fenomeno sia in atto, il dibattito scientifico si è spostato sulle cause. I mutamenti climatici in atto sono colpa dell’uomo oppure no? Mentre la scienza cerca di trovare una risposta a questa domanda, uno studio fa luce su un aspetto collaterale del riscaldamento globale: lo scioglimento dei ghiacciai. A calcolare l’impronta umana è il National Centre for Atmospheric Science dell’Università di Reading, Gran Bretagna, secondo cui il 70% dello scioglimento dei ghiacciai è causato dall’uomo.

Il calcolo è stato effettuato sui ghiacciai dell’Artico, ed è stimato al ribasso visto che secondo la visione più pessimista l’impronta umana arriverebbe anche al 95%, ben più di quanto si stimava in precedenza. Il fenomeno ha cominciato a diventare evidente intorno al 1990, tanto che la riduzione dei ghiacci è diventata talmente rapida da portare molti scienziati a stimare che entro la fine del secolo non ci saranno più ghiacciai in Artico, mentre per alcuni questi si scioglieranno addirittura entro la fine degli anni ’20 di questi secolo.

Dal 1970 c’è stata una diminuzione del 40% dell’estensione del ghiaccio estivo sul mare. Stavamo cercando di determinare quanto di questo è dovuto alla variabilità naturale e di conseguenza quale aspetto è dovuto ai cambiamenti climatici di origine umana

ha affermato Jonny Day, climatologo a capo dello studio. Per testare le sue idee, Day ha effettuato una serie di simulazioni computerizzate a partire dalla situazione del 1979 e valutando il progresso dell’attività umana. Ha così “scoperto” un fattore, chiamato Oscillazione Atlatica Multidecennale, la quale valuta la variabilità nell’estensione del ghiaccio. Tale indice non è altro che un periodo di riscaldamento/raffreddamento che avviene ciclicamente ogni 65-80 anni, e a metà anni ’70 era in fase di riscaldamento.

Da qui il calcolo è piuttosto semplice: se la fase di riscaldamento fosse continuata al ritmo naturale, essa sarebbe molto diversa da com’è ora. Il riscaldamento che oggi sta facendo sciogliere i ghiacci così velocemente si può dunque attribuire esclusivamente per il 30% all’attività naturale, e per il 70% di conseguenza all’uomo. Un punto in favore degli ambientalisti che affermano che è l’uomo, con le sue attività, che sta distruggendo il pianeta.

[Fonte: The Guardian]

Photo Credits | Getty Images

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