Sovrappopolazione, Terra vicina al punto di non ritorno

di Redazione 3

sovrappopolazione terra punto di non ritornoLa Terra andrà verso una catastrofe di dimensioni planetarie se tutti i Governi del mondo non riusciranno a trovare un accordo per la cooperazione in fatto di crescita della popolazione. Lo sostengono gli scienziati dell’Università della California di Berkeley in un recente articolo pubblicato su Nature, secondo cui senza delle contromisure serie l’attività umana potrebbe comportare dei cambiamenti imprevedibili nell’ecosistema terrestre della stessa forza del ritiro dei ghiacci avvenuto 12 mila anni fa. Tutto questo potrebbe portare la razza umana vicina all’estinzione.

E tutto ciò non tra migliaia di anni, ma secondo Anthony Barnosky, docente di biologia integrativa, già entro la fine del secolo la Terra potrebbe essere molto diversa da come la conosciamo oggi. Il problema, secondo Barnosky e gli altri 17 scienziati che si sono uniti a lui per questo studio, è che questo lasso di tempo è troppo breve per permettere alla maggior parte delle specie, compresa la nostra, di adattarsi al cambiamento. Insomma, nemmeno l’evoluzione sarebbe in grado di farci adattare.

Gli studiosi affermano che ci sarebbe un punto limite entro il quale una pressione maggiore ci porterebbe ad un punto di non ritorno. Da quel momento in poi, oltre a non poter più prendere contromisure, il pianeta reagirebbe in maniera talmente imprevedibile da innescare “grandi transizioni globali”. L’esempio più recente è stata l’ultima Era glaciale quando nell’arco di tremila anni la Terra è passata dall’essere coperta di ghiaccio per il 30% al non esserlo per niente. In quel periodo la scienza concorda sul fatto che ci fu il maggior numero di estinzioni di animali sulla Terra, il più famoso dei quali è il mammut.

Secondo Barnosky oggi le attività umane stanno ricreando le stesse condizioni che portarono a quei cambiamenti, ma in maniera ancora più rapida rispetto ad allora. E questo non può che comportare modifiche ancora più forti. I fattori che hanno portato alla situazione attuale sono stati la rivoluzione industriale che ha comportato il 35% di anidride carbonica nell’atmosfera, l’occupazione del 43% della superficie terrestre da città e aree agricole e soprattutto la sovrappopolazione, visto che abbiamo superato la soglia dei 7 miliardi di individui.

Il punto critico è difficile da prevedere in quanto gli scienziati si muovono su un terreno ancora sconosciuto. Ciò che si sa è che sarebbero molte le specie che si estinguerebbero, all’incirca la metà dei mammiferi di grossa taglia di tutto il mondo, ed anche le composizioni delle specie nelle varie comunità locali sarebbe modificata. Gli esseri umani ne risentirebbero, a parte per gli effetti del clima, anche per problemi di approvigionamento idrico e agricolo perché avere coltivazioni fertili e acque pulite per la pesca diventerebbe una rarità. Per evitare tutto questo bisogna letteralmente fermarsi. Smettere di aumentare la popolazione mondiale e di occupare terreni sono i primi due passi, seguiti dal miglioramento nell’utilizzo dell’energia e delle risorse del pianeta. Per fare questo però tutti i Governi si dovrebbero mettere d’accordo, e sappiamo quanto impossibile sia questo obiettivo.

[Fonte: Livescience]

Photo Credits | Thinkstock

Commenti (3)

  1. Mi sono ricordato di aver letto un altro libro, al momento non ricordo l’autore. Era sci fi che la soluzione alla sovrappopolazione era di chiudere a caso le estremità di un tunnel mentre le persone andavano in spiaggia in vacanza. Quelli intrappolati nel tunnel sono stati uccisi con un gas letale. Quella era la soluzione della terra alla sovrappopolazione. Suppongo sia meglio della guerra.
    essaydune

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