Incentivi rinnovabili: Confartigianato, fare chiarezza sulle cifre in gioco

Gli incentivi alle fonti rinnovabili individuano e rappresentano davvero un salasso per gli utenti finali dell’energia elettrica, oppure nel nostro Paese ci sono sconti ed agevolazioni decisamente più corpose? Ebbene, al riguardo nei giorni scorsi anche la Confartigianato sulle rinnovabili ha preso posizione, con il Presidente Giorgio Guerrini che ha invitato, proprio sulle cifre in gioco, a fare chiarezza.

Questo perché rispetto al totale delle risorse prelevate dalla bollette degli italiani con la cosiddetta componente A3, solo un quinto, pari a 826 milioni di euro, va a finanziare le rinnovabili. Il tutto a fronte di un settore come quello della green economy che sinora creato ben 150 mila nuovi posti di lavoro, ed ha fatto nascere ben 85 mila imprese. Ed invece, per altri settori, ha rimarcato il Presidente Guerrini, vengono concesse agevolazioni che sono da un lato ben più costose, ma dall’altro non generano sviluppo e, di conseguenza, neanche occupazione.

Quarto Conto Energia: fumata nera tra l’MSE e le imprese

Colpo di scena dal fronte delle energie rinnovabili. L’associazione Assosolare in data odierna, venerdì 8 aprile 2011, ha infatti reso noto che l’MSE, Ministero dello Sviluppo Economico, ha interrotto la collaborazione con le imprese proprio nel momento clou, ovverosia nella fase in corrispondenza della quale si deve definire per il fotovoltaico il nuovo Conto Energia, il quarto.

Niente incontro conclusivo, quindi, tra il Ministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani, e le imprese della filiera, con il Presidente di Assosolare, Gianni Chianetta, che parla apertamente di “indifferenza all’appello lanciato da Camera e Senato, di consultazione con l’imprenditoria di settore“. A questo punto Assosolare auspica che il silenzio del Governo non si traduca di nuovo in un provvedimento che danneggia le imprese delle rinnovabili, altrimenti, ha aggiunto il Presidente Chianetta, “il ricorso a tutte le azioni di denuncia saranno inevitabili sia a livello nazionale che internazionale“.

Incentivi fotovoltaico: Anie/Gifi propone il modello tedesco

Si è riunita nella giornata di ieri, martedì 5 aprile 2011, l’assemblea dei soci di ANIE/GIFI che ha analizzato, esaminato, ma anche dibattuto la proposta per il quarto Conto Energia da presentare a Paolo Romani, il Ministro per lo Sviluppo Economico. A darne notizia in data odierna è stata proprio l’ANIE/GIFI nel far presente come la proposta, a fronte della partecipazione attiva di molte imprese associate, sia stata approvata dall’Assemblea dei soci con una percentuale di preferenze pari al 71%.

Al riguardo il Presidente di ANIE/GIFI, Valerio Natalizia , ha espresso soddisfazione per i risultati raggiunti grazie in particolare al lavoro incessante da parte sia del Consiglio Direttivo dell’Associazione, sia della Segreteria; il tutto chiaramente con l’obiettivo che, nell’ambito del riordino degli incentivi, si giunga con il Governo ad una soluzione che tenga conto delle esigenze della filiera e dell’importanza che le rinnovabili hanno ed avranno per lo sviluppo presente e futuro del sistema Paese.

Incentivi rinnovabili: Associazioni chiedono abolizione effetti retroattivi

                                                                  

Ises Italia e Asso Energie Future si sono unite all’Aper condividendo, in materia di incentivazioni sulle fonti rinnovabili, la stessa proposta da inviare al Ministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani. A darne notizia in data odierna, martedì 5 aprile 2011, è stata proprio l’Associazione dei Produttori di Energia Elettrica da Fonti Rinnovabili nel sottolineare come nella proposta venga chiesto un nuovo meccanismo di incentivazione ma anche l’abolizione degli effetti retroattivi; questo affinché vengano preservati e tutelati quegli investimenti e quei progetti che sono stati già avviati.

Aper, Asso Energie Future e ISES ITALIA non chiudono chiaramente la porta al contenimento delle incentivazioni, ma le riduzioni devono rientrare all’interno di una soglia prevedibile in modo tale da non intaccare per i progetti presenti e futuri la loro sostenibilità a livello finanziario; in altre parole, il nuovo sistema di incentivazione dovrà essere in grado di garantire sia certezze, sia stabilità.

Incentivi rinnovabili e la fine del terzo Conto Energia

Nella giornata di mercoledì 30 marzo 2011, a Torino si è riunita la Commissione Ambiente e Energia della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, con all’ordine del giorno la questione inerente le incentivazioni al fotovoltaico. L’orientamento della Commissione Ambiente e Energia, presieduta da Massimo Giordano, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Piemonte, è quello di tutelare nel nostro Paese la filiera del fotovoltaico, e di procedere di conseguenza ad una riduzione graduale delle incentivazioni.

In particolare, al fine di venire incontro alle imprese delle rinnovabili, in sede di Commissione sono state condivise alcune prime indicazioni di massima che poi saranno trasmesse al Governo. Nel dettaglio, il terzo conto energia, quello che, stando a quanto intende fare il Governo, dovrebbe essere “chiuso” tra poche settimane, dovrebbe invece essere mantenuto almeno fino al 31 dicembre del 2011. Questo perché, lo ricordiamo, le imprese hanno contestato questa sorta di cambio in corsa unitamente ad un “tempo di vita” del terzo conto energia di pochi mesi quando invece gli iter autorizzativi sono quasi sempre molto lunghi.

Decreto fonti rinnovabili: incontro Governo-Regioni a Roma

E’ fissato per mercoledì 23 marzo 2011, a Roma, un incontro tra il Governo e le Regioni in merito al Decreto sulle fonti rinnovabili approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri. All’incontro sarà presente anche Enrico Rossi, il Presidente della Regione Toscana che, in particolare, ha sottolineato come in rappresentanza dell’Amministrazione regionale si recherà nella Capitale per chiedere al Governo di cambiare quello che è stato definito, sulle fonti rinnovabili, come un “decreto-catastrofe“.

Secondo il Presidente Rossi serve un’azione comune che vada a coinvolgere non solo le istituzioni, ma anche le forze sociali ed economiche a difesa di un settore come quello delle rinnovabili che per il nostro Paese è strategico. Le rinnovabili, in particolare, devono rimanere in Italia un’occasione di occupazione e di sviluppo alla quale non si può rinunciare. E rispetto al Decreto approvato, il Presidente Rossi ha posto l’accento sul fatto che per il settore “negli altri paesi d’Europa sono state prese misure più equilibrate, sostenibili e non punitive“.

Decreto fonti rinnovabili, Berlusconi rassicura le imprese

Sul decreto fonti rinnovabili è intervenuto ieri il premier Silvio Berlusconi, cercando di stemperare la tensione sul blocca-solare che serpeggia, insieme ad un’ondata di malcontento irrefrenabile, nel mondo della green economy. Banche, imprese, ambientalisti, lavoratori e persino studenti che si stanno formando in questo settore, non nascondono la sfiducia sul dl di attuazione della Direttiva 2009/28/CE che, così com’è stato formulato, rischia di paralizzare un intero comparto che porta ricchezza, occupazione e sostenibilità al Paese.
All’indomani della manifestazione a Roma Sos rinnovabili, Berlusconi rassicura le associazioni:

Presto il quadro dei nuovi incentivi consentirà alle aziende del settore la programmazione di investimenti per un mercato maturo di lungo periodo in vista degli obiettivi europei per il 2020.

green economy decreto rinnovabili

Decreto fonti rinnovabili, associazioni chiedono al Governo di riaprire il confronto

Non si arresta ( e come potrebbe?) l’ondata di contestazioni al decreto sulle fonti rinnovabili formulato dal Governo. Oggi a Roma il mondo delle associazioni che operano nel settore della green economy si è riunito presso il Teatro Quirino nell’ambito della manifestazione Sos rinnovabili.
Anev, Aper, Asso Energie future, Assosolare, Gifi e Ises, in una nota diffusa nelle ultime ore, chiedono al Governo di riaprire il confronto sul decreto, contestando all’Esecutivo che il dl in attuazione della Direttiva 2009/28/, così com’è, non farà altro che bloccare lo sviluppo del settore delle rinnovabili.

Settore che sta vivendo, proprio a causa del decreto, ribattezzato blocca-solare dagli ambientalisti, un momento di instabilità ed incertezza che mina il futuro di intere categorie di lavoratori ed imprenditori che hanno scelto l’energia pulita per investire economicamente, professionalmente ed umanamente.

Decreto fonti rinnovabili: Forza del Sud minaccia di far cadere il Governo

Nonostante la firma di ieri di Napolitano sullo scandaloso provvedimento del Governo che uccide il mercato delle rinnovabili in Italia, la questione sul decreto Romani non sembra doversi chiudere qui. Diverse voci, sia tra i cosiddetti “responsabili” che nella maggioranza stessa, si stanno inseguendo per mettere in dubbio che diventerà legge.

A fare la voce grossa oggi è Gianfranco Miccichè di Forza del Sud, una delle tante minicorrenti che tengono in vita il Governo, e che si è reso conto che questo decreto sulle fonti rinnovabili non farà altro che favorire le lobby del nucleare e del petrolio, a danno delle migliaia di aziende medio-piccole che puntano sulle rinnovabili, e che rischiano di fallire. Per questo ora la minaccia è che, se non cambia qualcosa, Forza del Sud farà cadere il Governo.

Decreto fonti rinnovabili, Napolitano ha firmato

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha appena firmato il tanto contestato decreto sulle rinnovabili. Il provvedimento aveva suscitato tantissime polemiche, come ad esempio le 14 mila lettere inviate tramite Facebook, attraverso le varie associazioni ambientaliste che si sono schierate contro una legge che, con la scusa di seguire le direttive europee, le percepisce distorte e che alla fine rischia di distruggere il mercato italiano.

Il decreto fonti rinnovabili è stato cambiato all’ultimo momento, ed almeno sono state apportate delle modifiche in positivo. Ad esempio il taglio sui certificati verdi, che in una prima stesura era del 30%, è stato ridotto al 22%, ancora tanto ma meno netto rispetto a prima. E’ stata anche cancellata la norma che sospende gli aiuti al fotovoltaico sopra gli 8.000 MW, anche se rimangono intatte le misure che non piacciono agli operatori del settore e che pongono dei limiti all’azione delle banche. Rimane invece il limite al 10% dei terreni agricoli da dedicare agli impianti energetici (tranne che per i campi abbandonati da più di 5 anni).