Fosforo

Fosforo

Il fosforo è un elemento chimico (numero atomico 15, simbolo P) che si trova in natura sotto forma di fosfato nelle rocce, nelle ossa, nei denti e nelle cellule di alcuni esseri viventi. Al livello elementare reagisce facilmente con l’ossigeno, producendo luminescenza, e vista la sua forte reattività è utilizzato per un gran numero di scopi, come gli esplosivi, i fiammiferi o i fuochi d’artificio, ma può essere facilmente trovato anche in pesticidi, fertilizzanti, detersivi e persino nel dentifricio.

Fertilizzanti e plastica minacciano il Pianeta

Fertilizzanti e plastica minacciano gli oceani, mettendo a rischio la catena alimentare e la salute del Pianeta. Si tratta di due dei maggiori pericoli di cui l’umanità dovrà occuparsi, cercando di limitarne l’impatto e di scovare soluzioni valide per arginarne le conseguenze. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Agenzia ONU per l’Ambiente, UNEP Year Book 2011: Emerging Issues in our Global Environment, un’analisi che ha portato alla luce l’annoso problema dell’inquinamento da fosforo e da plastica negli oceani.

Il fosforo è usato nella produzione di fertilizzanti, utilizzati in misura massiccia per garantire una produzione agricola atta a soddisfare le esigenze nutrizionali di una popolazione mondiale in costante crescita. Negli ultimi 50 anni le concentrazioni di fosforo nelle acque sono cresciute di almeno il 75 per cento.

Eutrofizzazione rende più tossici alcuni cianobatteri

L’eutrofizzazione del Mar Baltico, in combinazione con lo strato di ozono che si fa sempre più sottile, sta favorendo la proliferazione e l’aumento di tossicità di alcuni cianobatteri, come la Nodularia spumigena. A dirlo è un recente studio effettuato da ricercatori dell’Università di Göteborg, in Svezia.

“Ci sono diverse specie di cianobatteri, o alghe blu-verdi, che possono formare fioriture superficiali nel Mar Baltico”, spiega Malin Möhlin del Dipartimento di Ecologia marina dell’Università di Göteborg. “Quale specie finisce per dominare dipende in parte dal modo in cui l’organismo reagisce ad una maggiore quantità di raggi UV e ad una carenza di sostanze nutritive. Il Nodularia spumigena è più tossico quando c’è poco azoto nelle acque, ma sufficiente quantità di fosforo”.

Le alghe potrebbero ripulire le acque reflue a basso costo

alghe

Le alghe, già venute alla ribalta per la produzione di biocarburanti, potrebbero essere utilizzate ora per rimuovere azoto e fosforo nel deflusso dei reflui zootecnici, secondo una ricerca effettuata all’Agricultural Research Service (ARS). Ciò potrebbe dare ai gestori dei parchi una nuova opzione eco-friendly per ridurre il livello degli inquinanti che contaminano i terreni agricoli tramite acque reflue nella Baia di Chesapeake.

Il microbiologo Walter Mulbry lavora all’ARS di Beltsville (Maryland), vicino al bacino Chesapeake Bay. Nel 2003, Mulbry costruì quattro tappeti erbosi algali ruvidi (ATS), in forma di canalette, fuori dalle stalle delle mucche. I canali superficiali erano coperti con una rete di nylon che ha creato un terreno ideale per la crescita delle alghe.

Inventati megaschermi ecologici che utilizzano il 75% di energia in meno

prysm-display

I Video-walls, i megaschermi da parete, sono grandi consumatori di energia, ma sono troppo diffusi per i cartelloni pubblicitari, concerti e altri eventi. Ma abbiamo opzioni più ecologiche, come la tecnologia LED di Prysm Inc., che punta a costruire la più grande parete video LED in grado di sostituire quelle che aspirano più un milione di dollari di elettricità all’anno.

Così la società ha lanciato quello che stanno chiamando la soluzione più verde per i megaschermi: il Laser Display Phosphor, o LPD. E’ annunciato come il più eco-friendly, con opzione di basso consumo energetico, una lunga durata, un’elevata qualità delle immagini e zero tossine utilizzate nella fabbricazione. LPD è una nuova categoria di display di grande formato, utilizza un motore laser per “accendere” il fosforo sullo schermo. Il fosforo aiuta diminuire il consumo energetico dei display OLED, e aumentare la qualità del colore presente già a basso consumo energetico grazie al LED.

L’incremento della domanda di etanolo inquina i corsi d’acqua

campo di mais

Più fertilizzanti e pesticidi vengono utilizzati per la coltivazione del mais, maggiori fonti d’acqua nelle vicinanze potrebbero venire inquinate. Lo afferma uno studio della Purdue University, il quale aggiunge che questo pericolo potrebbe aumentare se le richieste di etanolo portassero a piantare ulteriori ettari di mais.

Lo studio sulle fonti d’acqua in Indiana ha  scoperto che quei campi in cui si praticano le rotazioni continue di mais avevano livelli più elevati di azoto, fosforo e fungicidi. I risultati dello studio effettuato da Indrajeet Chaubey, professore associato di ingegneria agricola e biologica, e Bernard Engel, professore e capo di ingegneria agricola e biologica, sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Environmental Engineering.

Luce nuova sull’Europa, al via programma di risparmio energetico comunitario su lampade verdi

Luce nuova sull’Europa. E’ partito infatti il programma di risparmio energetico comunitario, con la pubblicazione di due nuovi regolamenti sui consumi di energia elettrica per uso privato. Lampade verdi e meno sostanze ad alto rischio, mercurio e fosforo in primis, questi i principali provvedimenti sul fronte del risparmio e dell’efficienza energetica decisi dall’Unione con una serie di misure restrittive che toccano in particolar modo il campo dell’illuminazione domestica e l’immissione nell’ambiente di materiali difficili da smaltire e pericolosi per l’uomo.

Ma vediamo di entrare più nel dettaglio partendo proprio dalle lampadine, sulle quali è di interesse comune conoscere le nuove direttive europee che entrano a tutti gli effetti nelle nostre case, cambiando i nostri consumi e migliorando il nostro modo di approcciarci all’energia con responsabilità e meno sprechi. L’Europa ha previsto proprio per ridurre i consumi l’eliminazione graduale dal mercato delle lampade ad incandescenza destinate all’illuminazione di ambienti domestici superiori ad una certa soglia di watt.

Gli effetti dell’inquinamento da azoto sulle foreste tropicali

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Secondo un recente studio degli ecologisti dell’Università della California Irvine, pubblicato su Science Daily, l’eccesso di azoto nelle foreste tropicali stimola la crescita delle piante del 20%, dimostrando non valida la precedente convinzione che tali foreste non fossero molto interessate dall’inquinamento da azoto.
La più rapida crescita delle piante dimostra come ai Tropici vi sia una maggior quantità di biossido di carbonio di quanto non si era sinora creduto. E l’inquinamento da azoto è destinato ad aumentare considerevolmente nel corso di questo secolo, con gravi conseguenze per il geoclima. L’incremento dell’inquinamento interesserà anche regioni tropicali in via di sviluppo come l’India, il Sud America, l’Africa e il Sud-Est Asiatico. Concimi azotati, applicati a terreni agricoli per migliorare la resa delle colture, evaporano infatti nell’atmosfera, tramite le acque che irrigano le coltivazioni intensive. Per non parlare delle immissioni nell’aria dei gas industriali.

Ci auguriamo che i nostri risultati contribuiscano al miglioramento delle pessime condizioni in cui versa il nostro pianeta”, ha dichiarato David LeBauer, uno dei ricercatori UCI e autore principale dello studio. Utilizzando dati provenienti da più di 100 studi pubblicati in precedenza, LeBauer e Kathleen Treseder, professore associato di ecologia e biologia evolutiva a UCI, hanno analizzato l’effetto dell’azoto sui tassi di crescita dei più diversi ecosistemi: dalle foreste tropicali alle praterie della tundra.
I ricercatori hanno riscontrato in tutti, tranne che nei deserti ovviamente, un aumento della crescita delle piante dovuta ad azoto.