Nucleare: Greenpace punta il dito su alcune “lacune allarmanti”

In seguito al disastro di Fukushima l’Europa ha indetto una serie di stress test su tutti gli impianti nucleari del Vecchio Continente. Si tratta di una serie di valutazioni tecniche e strategiche su come e quanto una centrale può resistere a condizioni estreme (come può essere un terremoto), e sulle strategie da adottare in caso di incidente. Sin dalle prime valutazioni si è capito che quasi tutte le centrali europee non avevano sistemi di sicurezza sufficienti, ma l’ultima valutazione effettuata da Greenpeace si può definire piuttosto allarmante.

Fukushima, radiazioni anche a Tokyo: pericolo per la salute

Sembrava che la vita fosse tornata come quella di prima, ma il dopo Fukushima lascia ancora tracce di sè. Nonstante le autorità avessero rassicurato gli abitanti lontani dalle aree interessate dal disastro nucleare, alcuni cittadini di Tokyo hanno preso l’iniziativa di monitorare i livelli di radioattività nella loro città e hanno individuato 20 aree contaminate. Le zone sia centrali che periferiche rispetto alla metropoli hanno registrato livelli di cesio radioattivo uguali a riscontrati nei pressi della centrale nucleare di Cernobyl.

Fukushima: radiazioni in mare il triplo di quanto dichiarato

Il disastro di Fukushima si sapeva già che fosse di dimensioni considerevoli, ma oggi arriva la notizia che è anche peggio di quanto si potesse pensare. In particolare l’ultima novità riguarda il livello di radiazioni in mare, che per un errore nel calcolo effettuato dall’Agenzia Giapponese per l’Energia Atomica (Jaea), speriamo fatto in buona fede, è stato di gran lunga sottostimato. L’Agenzia infatti annunciò che il livello delle radiazioni nell’oceano avesse raggiunto 4,72 miliardi di terabecquerel di cesio 137 e iodio 131. In realtà queste erano 15 miliardi, più del triplo.

Il Giappone ricorda Hiroshima e tenta l’uscita dal nucleare

Il nucleare, realizzato per usi civili o per scopi bellici, non è più una fonte sicura e bisogna cercare le alternative. E’ questa, in estrema sintesi, l’anima del discorso che il Premier giapponese Naoto Kan ha pronunciato ieri ad Hiroshima nel 66° anniversario della bomba atomica che ha raso al suolo la città e le coscienze del mondo. Una data storica che, da oggi, potrebbe voler dire addio al nucleare.

Un addio che non poteva che arrivare dal Giappone, un Paese che ha vissuto sulla sua pelle per ben tre volte la furia dell’atomo, a causa delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki sul finire della Seconda Guerra Mondiale, e con il terremoto/tsunami del marzo scorso a Fukushima, che ha letteralmente messo in ginocchio mezzo Paese.

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Nucleare Fukushima, licenziamento per gli alti dirigenti

Se in Italia il nucleare è argomento di discussione e di confronto solo nei giorni precedenti il referendum abrogativo, in Giappone l’atomo non va in vacanza neppure la settimana prima di Ferragosto e dalla centrale di Fukushima giungono delle nuove. I tre alti funzionari responsabili del piano energetico nazionale stanno per essere licenziati dal primo ministro Naoto Kan che si occupa della politica energetica in Giappone perché non hanno potuto evitare la crisi nucleare seguita allo tsunami. Il ministro Banri Kaieda ha annunciato le sue dimissioni per gli errori commessi nell’emergenza nucleare. Sono passati crca 5 mesi dal giorno in cui la centrale di Fukushima ha tenuto tutto il mondo con il fiato sospeso, ma i responsabili pagano ancora.

Fukushima, operaio muore d’infarto per un’azienda senza cuore

A Fukushima la situazione, a quattro mesi dal terremoto e dallo tsunami, resta drammatica ed a dir poco critica. Il silenzio mediatico calato sull’incidente nucleare più grave avvenuto ai danni di una centrale atomica dopo Chernobyl non equivale purtroppo ad un superamento della crisi. Saranno necessari decenni prima che si arrivi al decommissionamento dell’impianto. Le cittadine intorno sono deserte, abbandonate in tutta fretta, lasciando la vita in sospeso, un cane ad aspettare un padrone che non tornerà, giocattoli preferiti radioattivi che non faranno più il sonno sereno di un bambino.

Fukushima, nuove scioccanti rivelazioni sulla Tepco: gli operai usa e getta

Fukushima fu teatro di una crisi nucleare di gran lunga precedente a quella verificatasi l’undici marzo scorso, a seguito del violento terremoto e del conseguente devastante tsunami che ha travolto il Giappone, mandando in avaria i sistemi di raffreddamento della centrale. Correva l’anno 1997 quando il reattore numero tre della centrale nipponica gestita dalla Tepco necessitò di un pronto intervento a causa di alcune crepe nell’involucro di acciaio che circonda il nucleo radioattivo. Un difetto a dir poco pericoloso. La società, per scongiurare il rischio di danni maggiori, ricorse all’assunzione di operai stranieri e vedremo più avanti perché. A rivelarlo alla Reuters è Kazunori Fujii, tra coloro che parteciparono all’epoca alla gestione dell’emergenza.

Il Giappone post-Fukushima punta sulla riduzione energetica

Dopo il disastro di Fukushima ci si è interrogati su come il Giappone farà ripartire la sua economia. Se è vero che le centrali nucleari che non hanno subìto danni continueranno a funzionare, è vero pure che 35 su 54 sono state temporaneamente spente, portando ad una riduzione dell’energia a disposizione del 15%. Oltre alle energie rinnovabili, il “nuovo” Giappone dovrà trovare il metodo per far fronte ad una riduzione del ricorso all’atomo. E così dopo aver preso in considerazione l’efficienza energetica, ora il popolo nipponico tenterà la strada della “riduzione” energetica.

Nucleare Giappone, controlli completati tra proposte e contaminazione delle acque

I controlli del governo cinese ai 13 reattori nucleari dopo il disastro ambientale di Fukushima sono terminati.  I risultati, come si legge nel comunicato diramanto dal ministero dell’Ambiente, sono soddisfacenti. Ora, come ha aggiunto il viceministro Li Ganjie, si attendono i risultati dei controlli sui 28 reattori in costruzione che verranno completati entro il prossimo mese di ottobre.

Non c’è marcia indietro dopo Fukushima, come ha dichiarato il ministro Li all’alto funzionario americano Peter Lyons del Dipartimento per l’energia degli Stati Uniti

Gli effetti sono stati profondi e ci hanno impartito un’importante lezione.

Un coniglio senza orecchie a Fukushima, video bufala o verità?

Un coniglio senza orecchie a Fukushima, ha fatto la sua comparsa in un video che sta impazzando in rete sollevando non pochi dubbi e perplessità sulla veridicità e la localizzazione del filmato. E’ lo scotto da pagare per l’enorme quantità di documenti digitali immessi in tempo reale sul web, fanno il giro del mondo in pochi secondi, sollevano allarmismo, fanno scalpore e poi magari si scopre che non è quello che sembra e che oggi anche la realtà si può manipolare.

Non sappiamo se è questo il caso, ma lo è stato, se vi ricordate, con i limoni mutanti di Terzigno, o ancora con la pioggia di petrolio imputata alla marea nera. Non è certo strano che ci verifichino malformazioni dovute all’esposizione alle radiazioni e la fuga radioattiva nei territori limitrofi a Fukushima potrebbe aver già sortito i suoi effetti.

Fukushima, piove sul bagnato: in arrivo il tifone Songda. La centrale non è pronta

Piove sul bagnato a Fukushima. La centrale messa in crisi dal violento terremoto dell’undici marzo scorso e dal conseguente devastante tsunami, sta per affrontare un’altra dura prova che aggiungerebbe ulteriori fattori di rischio all’emergenza in corso: l’arrivo in Giappone del secondo tifone della stagione, Songda.

Secondo quanto affermano i gestori l’impianto in avaria, in cui da giorni si combatte per ristabilire una situazione di sicurezza ed impedire l’ulteriore fusione dei reattori, arginando per quanto possibile i danni, non è abbastanza preparato a fronteggiare le forti raffiche di vento e le violente precipitazioni attese. Quali rischi si corrono in concreto?

Energia: stop al nucleare, il Giappone riparte dal sole

Diventa quasi superfluo affermare che, dopo il disastro di Fukushima, l’energia nucleare non è esattamente ciò che i giapponesi chiedono. Eppure bisogna specificare questa che può sembrare un’ovvietà, visto che ancora oggi in Italia molti politici continuano a spiegare che, nonostante le varie fusioni, sia i nipponici che il resto del mondo continuano a puntare sull’atomo.

Dato questo per assodato, va considerato che in Giappone il parere del popolo conta, tanto che il Governo sta cercando altre fonti per garantire il fabbisogno energetico futuro del Paese. L’ultima iniziativa è stata battezzata “Sunrise Plan”, che non si dovrebbe tradurre tanto letteralmente come “piano dell’alba”, ma più che altro in senso figurato, come una sorta di “rinascita dal sole”.

Nucleare: a Fukushima altri due reattori in fusione, mentre l’Italia prova ad aggirare l’ostacolo-referendum

In Giappone la situazione comincia a farsi davvero critica per la centrale nucleare di Fukushima, ma questo problema sembra non interessare il Governo italiano che continua con la sua campagna pro-nucleare. Ma procediamo con ordine e vediamo quanto avviene nel Paese nipponico.

Qui gli esperti hanno quasi da subito affermato che almeno tre dei sei reattori della centrale rischiavano la fusione, ma la Tepco ha sempre ribadito che soltanto uno, il primo, poteva davvero fondersi. Ed infatti così è stato, almeno fino ad oggi. Le notizie che arrivano dal Paese del Sol Levante sono davvero preoccupanti, e ci raccontano che nemmeno le barre di combustibile completamente sommerse in acqua hanno potuto fermare il processo di fusione che ormai riguarda anche i reattori due e tre.

Fukushima: radiazioni rilevate nell’Oceano Pacifico e Atlantico

Quando il mese scorso gli esperti hanno dichiarato che il disastro di Fukushima era stato peggiore di quello di Chernobyl, non l’hanno detto a caso. Come non è stato un caso che i funzionari giapponesi abbiano aumentato la gravità dell’incidente alla centrale nucleare al livello 7, il livello più alto della scala internazionale. I radionuclidi diffusi nell’acqua del mare nipponico infatti non sono rimasti soltanto intorno alla centrale di Fukushima, ma sin dai primi giorni erano stati rilevati a cinque e dieci chilometri a Sud della centrale, e ad oltre 30 chilometri in mare aperto.

Ken Buesseler, oceanografo chimico del Woods Hole Oceanographic Institution, ed Henrieta Dulaiova, oceanografo chimico dell’Università delle Hawaii, hanno ora scoperto che le concentrazioni di radionuclidi sono arrivate non solo nel vicino oceano Pacifico, ma addirittura nell’Atlantico.