L’azienda di lusso fiorentina Gucci ha siglato un patto per l’ecologia con il ministero dell’Ambiente per valutare l’impronta ambientale in occasione della Settimana della Moda Donna a Milano. L’obiettivo dell’accordo volontario è quello di analizzare e quindi ridurre l’impatto ambientale del settore della moda e del lusso.
impronta ambientale
Il nostro piccolo contributo serve davvero all’ambiente?
Tutti i nostri sforzi personali per vivere in maniera più sostenibile non fanno alcuna differenza per l’ambiente.
O almeno questo è quello che sostiene Derrick Jensen, un giornalista che si occupa di ecologia, in un articolo dal titolo che è tutto un programma: Forget Shorter Showers (Lasciamo perdere le docce brevi), apparso sulla rivista Orion.
L’economia industriale è così grande e provoca disastri ambientali così gravi per il nostro pianeta -sostiene Jensen- che, anche se tutti gli individui riducessero le proprie emissioni di anidride carbonica a zero, il cambiamento climatico e altre catastrofi starebbero ancora devastando la terra a causa dei danni dell’industria su larga scala. E’ l’industria la minaccia più grave per la nostra specie e per tutte le specie. Dunque è inutile affidare la nostra sopravvivenza a piccole azioni come il riciclaggio, il compostaggio e docce più brevi. Stiamo perdendo il nostro tempo, ignorando la vera fonte dei nostri mali.
Ridurre le emissioni mondiali di CO2 si può, con piccoli accorgimenti
Se c’è una scelta che facciamo ogni giorno che riguarda il maggior impatto sulla nostra impronta ambientale, per la maggior parte di noi è come ci muoviamo. Secondo il Rapporto 2007 della Conferenza intergovernativa Panel on Climate Change, i trasporti sono i responsabili per il 13,1% di tutte le emissioni di gas serra generate dall’uomo a livello mondiale. Il picco, come quasi tutto il resto, va agli Stati Uniti, che contribuiscono per il 34% con 25,9 tonnellate di carbonio rilasciate nell’atmosfera per ogni singolo cittadino in un anno.
Dal momento che la guida è un evento quotidiano per la maggior parte di noi, piccole modifiche che tagliano ogni giorno una piccola percentuale di inquinamento, possono poi portare ad un cambiamento significativo nelle emissioni di CO2 nel corso di un anno.
Secondo l’EPA, la media di una famiglia composta da due persone emette 13 tonnellate di carbonio nell’atmosfera ogni anno, senza contare il trasporto. Per ogni occidentale medio l’auto pompa 5 tonnellate di carbonio percorrendo all’incirca 350 km a settimana. Ora vediamo cosa succede se tagliamo il consumo alla guida. Che cosa succede se questa coppia riduce la distanza che effettua normalmente di soli 15 km a settimana? Ciò si traduce in oltre 200 chili di CO2 in meno nell’atmosfera ogni anno, o in termini percentuali, ridurre le emissioni degli autoveicoli del 4,4%.
Disney rivela il suo piano ecologico
Disneyland di certo non è il luogo più ecologico della terra, ma entro 3-5 anni la società che lo controlla prevede di minimizzare l’impronta ambientale di Topolino, riducendo le emissioni di metà, riducendo il consumo di elettricità del 10% e dimezzando l’immondizia entro il 2013.
L’obiettivo a lungo termine, secondo la relazione della Walt Disney Company sulla nuova responsabilità del piano ambientale, è quello di arrivare a zero rifiuti ed emissioni. Forse gli azionisti, in occasione della recente riunione annuale, sono stati invogliati dall’impatto finanziario che la riduzione dei costi energetici potrà avere sui loro ricavi.
Plaudiamo Disney per la sua leadership nell’adottare questi obiettivi, in particolare per la sfida in tempo di crisi dell’economia globale
ha affermato Peter Seligmann, presidente della Conservation International, che ha offerto consulenza sullo sviluppo delle nuove strategie di sostenibilità. Anche se un “consiglio ambientale” dei dirigenti è in vigore da due anni, finalmente queste iniziative prevederanno di attuare l’impegno annunciato e mai messo in pratica nelle opere.