
Nonostante ieri fosse domenica, il vertice di Copenaghen non si è fermato, ma ha soltanto rallentato i lavori per prepararsi meglio alla settimana cruciale, quella che comincia oggi e si concluderà venerdì prossimo con la firma dell’accordo (si spera) dei vari Capi di Stato.
Così ieri hanno trovato più spazio gli scienziati. La conferenza si è aperta con la relazione della commissione sulla biodiversità delle Nazioni Unite, che ha parlato del ruolo degli oceani nel recupero della Co2. Secondo la commissione UNEP, gli oceani sono, in condizioni normali, in grado di assorbire un quarto della Co2 prodotta dall’uomo attraverso la deforestazione, combustione, ecc. Negli ultimi anni però il livello della loro acidità è salito molto rapidamente, al tasso più veloce di sempre (si calcola che l’acidità sia aumentata di 100 volte negli ultimi 20 milioni di anni), portando così ad una duplice conseguenza: il pericolo per la biodiversità, con un calcolo al 2100 che prevede come il 70% della barriera corallina sparirà a causa dell’acidificazione; ma portando anche ad una conseguente diminuzione della Co2 assorbita. In quel caso, se non si mette un freno alle emissioni, si rischia di vedere un incremento improvviso della concentrazione di gas serra.