Non si placa la protesta in Gallura a seguito del disastro ambientale dei mesi scorsi nell’area industriale di Porto Torres. Si è costituito un Comitato per la salvaguardia delle coste del Nord Sardegna, finora i volontari sono 250 ma la rabbia per l’ennesimo scempio all’ambiente a causa di una multinazionale è tanta. Il comitato si costituirà parte civile nel procedimento contro la E. On. Si chiedono i danni per l’ecosistema marino distrutto e per l’immagine, a pochi mesi dall’apertura della stagione estiva sulle coste della Gallura. Come spiega Giovanni Mura, legale del movimento sardo
L’azione di pressione che il comitato porta avanti affinché le operazioni di pulizia vengano eseguite in tempi rapidi mira a limitare i danni causati dall’arrivo sulle coste del catrame. Portiamo avanti anche la richiesta di risarcimento. Al momento è difficile quantificare i danni. Valutiamo anche la possibilità di presentare un esposto alla Procura di Tempio.