Porto Torres, gravissimo danno ambientale e d’immagine per tutto il territorio

di Redazione 5

E’ un gravissimo danno ambientale e d’immagine per tutto il territorio.

Così il sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau, all’indomani della notizia che i danni del disastro ambientale avvenuto martedì scorso, nella notte, a Porto Torres in Sardegna, sarebbero stati sottostimati in un primo momento, anche alla luce delle rassicurazioni della E.on, l’azienda coinvolta.

Stamattina  i sindaci di Sassari, Porto Torres e Sorso, insieme ad una delegazione di E.On ed  ai vertici della Capitaneria di porto di Porto Torres si sono riuniti ad un tavolo tecnico convocato d’urgenza dall’assessore provinciale all’Ambiente Paolo Denegri.

Un guasto meccanico, all’origine del disastro, occorso durante un’operazione di scarico della nave cisterna Esmeralda al molo E.on di Porto Santo, dunque un incidente grave provocato da normale routine.
Per i vertici di E.on il guasto meccanico nella linea di drenaggio del collettore manichette posizionato all’interno della banchina, era imprevedibile.

In un primo momento si era parlato dello sversamento di diecimila tonnellate di olio combustibile, oggi si sa che la zona interessata dall’inquinamento è molto più estesa e che sarebbero decine di migliaia i litri sversati in mare e finiti sulle spiagge. La task force di cento uomini è a lavoro da giorni ormai per ripulire la zona. Un’ordinanza dei sindaci di Sassari e Porto Torres ha precluso ai cittadini, per motivi di sicurezza, le spiagge colpite dall’incidente, ovvero tutti gli accessi al mare nel litorale di Platamona, da Porto Torres ai confini del comune di Castelsardo. Una misura voluta dalle autorità per evitare che la popolazione entri in contatto con materiale ad alto rischio, inquinante e cancerogeno.
Il danno, oltre che per l’immagine e per l’ambiente, è anche economico:

per tutte le attività che operano in quella zona. Un danno che dovrà essere quantificato. Ora E. On dovrà fare un piano di caratterizzazione per risolvere il problema. E’ il momento che la società ci dica se ha intenzione di chiudere i gruppi 1 e 2 a carbone che comportano questo tipo di problemi e di costruire il gruppo 5 per cui ha l’autorizzazione dallo scorso mese di ottobre,

conclude Ganau.

[Foto: Mauro Chessa, Lanuovasardegna.gelocal.it]

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