Crisi economica e cambiamenti climatici: ecco come e perché cambiano le nostre abitudini

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I consumatori di tutto il il mondo spendono meno ed hanno una maggiore attenzione al proprio impatto ambientale. Secondo un nuovo studio condotto dalla National Geographic Society e GlobeScan, questo è dovuto in parte alle scelte volontarie dei cittadini, ma in parte alla crisi economica e alla necessità di risparmiare sui costi energetici.

Diciassette mila consumatori in 17 paesi sono stati censiti nel loro comportamento e sono stati valutati in 65 settori relativi agli alloggi, cibo, trasporti e beni di consumo. Senza ovviamente dimenticare lo smaltimento dei rifiuti e il riciclaggio, l’uso dei prodotti ecologici e il consumo di energia. Degli intervistati:

  • Il 55% ha dichiarato di essere “molto preoccupato” dei problemi ambientali;
  • 6 persone su 10 credono che si dovrebbe consumare meno per preservare l’ambiente per le generazioni future;
  • L’85% ha indicato che la ragione principale della loro diminuzione nel consumo di energia è stata risparmiare denaro.

Il dato paradossale è che quelli che sono risultati più attenti all’ecologia e al futuro del mondo sono stati proprio i cittadini più poveri. Tra i paesi presi in esame, l’India, il Brasile e la Cina hanno ricevuto il massimo dei voti per i modelli di consumo ambientalmente positivo. Gli Stati Uniti e il Canada hanno ricevuto il voto più basso, secondo la valutazione dell’anno 2009 effettuata da Greendex.

Acerra, ecco il primo termovalorizzatore

L’impianto di Acerra è realtà. Una realtà che non piace affatto. Il governo Berlusconi non pensi di adottare la soluzione dell’incenerimento per risolvere l’emergenza rifiuti in Italia, ammonisce oggi Legambiente di fronte commenta l’attivazione del primo termovalorizzatore della Campania. Perché il momento è arrivato, e le piazze si riempiono.

Quello che viene denunciato è anche il “piano”: quello di 5 mega inceneritori, un “modello” che il Governo replicherebbe in tutta Italia.

Riciclare gli elettrodomestici: i vantaggi del recupero dei Raee

Riciclare i cosiddetti elettrodomestici bianchi. E’ questa la nuova frontiera ecosostenibile del riciclaggio. Non solo plastica, carta, vetro ma anche frigoriferi, condizionatori, lavatrici e forni. Uno studio condotto dall’istituto Ambiente Italia, “Raee, il contributo del riciclo agli obiettivi di Kyoto” ha evidenziato i numerosi vantaggi derivanti dal corretto riciclo degli elettrodomestici bianchi. L’Italia, secondo quanto riportato dallo studio, con lo smaltimento delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, oltre a recuperare enormi quantità di alluminio, ferro, rame, plastica, acciaio e vetro, riuscirebbe a ridurre ogni anno del 3% le emissioni di Co2. Inoltre, un corretto recupero dei Raee (rifiuti elettrici ed elettronici) favorirebbe un notevole risparmio energetico pari a circa 120 tonnellate di petrolio.

Usa: aperte le scuole eco-sostenibili

Non solo cambiamenti nelle tecniche di produzione, di smaltimento di rifiuti o di moda. Adesso anche i bambini vogliono essere ecologici, e il modo migliore per farlo è a scuola. Non si tratta soltanto di una iniziativa, come se ne vedono tante, di idee dei bambini disegnate o proposte ai grandi della Terra, ma semplicemente di nuove strutture in cui gli scolari si recheranno per il nuovo anno scolastico, interamente eco-sostenibili.

Parola d’ordine pare essere risparmio energetico. E allora ecco pareti isolanti per evitare dispersioni di calore, regolatori nei rubinetti per evitare perdite di acqua, cabine dei WC costruite con materiale interamente riciclato. In America essere ecologico significa esserlo completamente.

Riciclaggio creativo, ricavato un ostello da un 747 fuori uso

Qualche giorno fa vi abbiamo parlato dell’importanza del riciclaggio come il modus vivendi indispensabile per generare più che un semplice riutilizzo dei rifiuti, una catena di idee creative per il reimpiego degli oggetti più disparati.
Dai vestiti che non si usano più, alle bottiglie vuote da destinare ad infiniti nuovi scopi (io le circondo da una carta colorata e le uso come vasi per i fiori!) a qualsiasi bene di consumo che può arrivare ad avere ben quattro vite nei Paesi sottosviluppati, mentre da noi si ferma, ed è già tanto, ad un primo ed unico utilizzo.

I rifiuti tecnologici spariscono nel nulla e vanno ad alimentare le discariche delle aree povere del mondo  mentre, paradosso tutto italiano, una nostra lettrice ci ha scritto qualche giorno da Napoli relativamente alla scarsa reperibilità di materiale tecnologico fuori uso per le realizzazioni artistiche di cui si occupa.
Se sistemare le carcasse dell’informatica è difficile, cosa fare allora con resti ancora più ingombranti come ad esempio un vecchio aereo vuoto?
Un’idea geniale, a questo proposito, è venuta a Oscar Dios che ha realizzato un magnifico e funzionale ostello, il Jumbo Hostel, dentro ad un jumbo jet fuori uso.

Il riciclaggio nei negozi etnici

Nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma.
E’ una regola valida per la materia che ben si applica alla conseguente necessità del riciclaggio.
Riciclare è un modo per liberarsi dai rifiuti, per cambiare l’inutile in utile e, soprattutto, per dare una mano al mondo a liberarsi dai milioni di rifiuti che lo intossicano, senza inquinare ulteriormente l’aria, le acque e la terra.
Se vi capita di entrare in qualche negozio specializzato in manufatti etnici provenienti da ogni parte del mondo, non è più tanto raro chiedere al negoziante di cosa è fatto un oggetto che ci piace particolarmente e sentirci rispondere, invece che di legni pregiati e canne esotiche che si trovano esclusivamente nella savana, che il prodotto in questione è realizzato utilizzando sacchetti di plastica riciclati.

Sono degli artisti-eco, in piena regola, che liberano le strade d’Africa dalle buste lasciate in giro inutilizzate, per ricavarne cestini.
Nella cultura occidentale, immaginiamo il riciclaggio come l’atto di effettuare la raccolta differenziata, mettere ogni rifiuto nel cassonetto giusto, e dimenticarci di che fine farà quella plastica, o quel pezzo di vetro, lasciando ad “altri” il compito del riciclaggio vero e proprio.
Ma il concetto di riciclaggio dovrebbe essere diverso e molto più semplice, proprio come avviene per la realizzazione di manufatti etnici.

Dai rifiuti nasce un edificio. La nuova sede di Savno ecologica ed ecocompatibile

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Un edificio di 600 metri quadrati fatto interamente di rifiuti: è la nuova sede di Savno (Servizi ambientali Veneto nord orientale) inaugurata a Conegliano (Treviso) il 30 maggio scorso. La struttura, progettata secondo i più avanzati criteri della bio-architettura, è completamente ecologica ed ecocompatibile ed è costruita con rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, come l’acciaio. Tutti i materiali impiegati per la costruzione dell’edificio sono riciclati e riciclabili al 100 per cento e dotati di certificazione bio-ecologica.

Pochissima energia, inoltre, è stata consumata per la produzione dei materiali. Utilizzate, tra gli altri, anche le bottiglie in pet, riciclate dai 35 comuni trevigiani, per la produzione di fogli in poliestere utili all’isolamento termo-acustico dell’edificio. I giornali riciclati sono stati utilizzati, invece, per ricavare una fibra di cellulosa impiegata nell’isolamento dei pavimenti.

Raccolta differenziata: il riciclaggio dell’alluminio

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Lo sapevate che con 37 lattine è possibile fare una caffettiera e che tutte le caffettiere prodotte in Italia (7.000.000 di unità) sono in alluminio riciclato? E che con 3 lattine si produce un paio di occhiali? Ed ancora che con 800 lattine si può costruire una bicicletta completa di accessori? L’alluminio è quindi un materiale che si presta a una vastità di applicazioni e possibilità di riutilizzo, grazie alle sue proprietà: leggerezza (un terzo dell’acciaio), durata: l’ossido superficiale è una barriera alla corrosione atmosferica; lavorabilità: può essere modellato con tutte le comuni tecniche di lavorazione, più facilmente della maggior parte degli altri metalli; versatilità: possibilità di formare molte leghe, rigide o elastiche; riciclabilità con un costo energetico contenuto.

Il riciclaggio dell’alluminio proveniente da raccolta differenziata dei rifiuti urbani riguarda in particolare gli imballaggi: lattine per bevande, scatole per alimenti, bombole aerosol, chiusure per bottiglie e vasi, tubetti, vaschette, fogli sottili, involucri… A livello nazionale, esistono opportuni Consorzi di filiera, nati con il Decreto Ronchi, che si occupano del recupero di differenti frazioni merceologiche. Per l’alluminio, tale entità è il CIAl (Consorzio Imballaggi Alluminio), che ha tra i propri compiti quello di garantire il recupero degli imballaggi in Alluminio provenienti dalla raccolta differenziata fatta dai Comuni. I risultati ottenuti in termini di raccolta differenziata, riciclo e recupero, sono particolarmente positivi e hanno reso l’Italia un esempio per tutta l’Europa.

Cosa sono i termovalorizzatori?

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Da quando è scoppiato il caso rifiuti a Napoli abbiamo cominciato a sentir nominare tante parole nuove, o poco conosciute ai più. Una di queste è “termovalorizzatore“. Questa che sembra una parola buona, che scomposta sembra significare “valorizzazione del calore”, quindi una cosa positiva, la vediamo però associata a proteste e a significati negativi.

Cerchiamo di capirne di più. I termovalorizzatori hanno acquisito questo nome, a mio avviso, per indorare la pillola ai cittadini. Infatti prima questi enormi macchinari erano chiamati inceneritori, e siccome il nome non è che fosse molto incoraggiante, si è pensato, per calmare gli animi, di battezzarlo con qualcosa di più positivo.

Finalmente una buona notizia: il gas serra sarebbe in diminuzione

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Chi l’ha detto che il mondo è spacciato e le Agenzie per l’Ambiente danno soltanto notizie brutte e catastrofiche? Per una volta la notizia è di quelle che ci fanno dormire leggermente più rilassati: con la maggiore qualità di smaltimento dei rifiuti, le previsioni del gas serra sarebbero riviste al ribasso.

Il fulcro della questione sta nella migliore gestione dei rifiuti. Infatti se fino agli anni ’90 si è cercato di stoccare le “ecoballe” in discariche, o al massimo bruciarle, producendo più danni che benefici, con il nuovo millennio si sono sviluppate delle tecnologie tali da rendere i rifiuti meno dannosi per l’ambiente, e in alcuni casi anche utili.