Tigri, gufi, caimani: traffico mondiale di specie esotiche

di Redazione 2

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Si stima un commercio mondiale da 25 miliardi di euro: il fatturato derivante dal traffico mondiale di specie esotiche è inferiore solo a quello di armi e droga. Un terzo di questo traffico sarebbe illegale.

Procurarsi un lupo, un orso, un caimano non è difficile. L’ Organizzazione internazionale protezione animali ha reclutato dei volontari che, fingendosi studenti o potenziali acquirenti, si recano presso zoo, canili, capannoni, negozi di cuccioli chiedendo se è possibile acquistare questi animali. I volontari hanno scoperto che comprare un tigrotto o un lupo cecoslovacco non è tanto più difficile rispetto a un cagnolino. Nel Varesotto un capannone smercia pappagalli. Un canile offre tigri, civette delle nevi, gufi reali, procioni, caimani, moffette e un avvoltoio. Certo questi commercianti compiono un’illegalità, ma non sono più illegali coloro che alimentano questa domanda? Tenere in casa un caimano, una civetta o addirittura una tigre fa molto “in”, ma questi signori hanno pensato che queste povere bestie molto probabilmente preferirebbero vivere nel loro habitat naturale? Il collezionista purtroppo non si ferma davanti a nulla. Chi avesse visto qualcuno che vende questi animali può contattare:[email protected] o tel. 02.642.7882.


Secondo l’ Eurispes, sono almeno 60 mila i rettili e 30 mila le tartarughe nelle case degli italiani; 110 mila gli uccelli esotici e tremila i grandi felini. Arrivano da Sud America (soprattutto Messico), Thailandia (dove avverrebbe lo smistamento degli animali catturati in Australia), e Africa (qui è la Costa d’Avorio tra le aree più interessate all’esportazione). L’ Ufficio Traffic del Wwf, che tiene d’occhio il commercio mondiale di piante e animali selvatici, parla di 34 mila esemplari in arrivo ogni anno in Italia (nel 60% si tratta di vegetali).

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