piante global warming

Ecologia, le piante fermeranno il global warming

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Le foreste, le piante, le foglie ci aiuteranno a combattere il global warming l’aumento della temperatura terrestre. Le piante sanno adattarsi al clima che cambia e sanno come abbassare la temperatura del Pianeta. A svelare la relazione tra causa-effetto tra le piante e i cambiamenti climatici è un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’International Institute for Applied Systems Analysis e dell’Università di Helsinki che ha pubblicato la scoperta sulla rivista scientifica Nature GeoScience.

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Ecologia, musica e Auditorium, a Roma c’è il Festival del Verde e del Paesaggio

romaGrande attesa all’Auditorium Parco della Musica di Roma per il Festival del Verde e del Paesaggio che si svolgerà tra il 18 e il 20 maggio 2012, un interessante appuntamento vivaistico e paesaggistico. Cuore della manifestazione sono le rarità botaniche di Giardininterrazza e le opere dei paesaggisti del panorama nazionale e internazionale che verranno presentate in Follie d’Autore. Giardini in Balcone è la mostra dei lavori realizzati dai neo-laureati in architettura della Capitale, mentre Nuovi Paesaggi è uno spazio dedicato alle consulenze e alle soluzioni creative per giardini, terrazze e balconi.

Piante “aliene”, il nuovo pericolo per l’Antartide

Come se non bastassero i mutamenti climatici e le trivellazioni, un nuovo fattore mette in pericolo l’Antartide: le piante. Ma le piante, direte voi, sono un bene per la Terra. Sì, ma quando sono autoctone, cioè del posto. Quando queste vengono trasportate in un ambiente non loro, nella migliore delle ipotesi muoiono, ma nella peggiore fanno morire proprio l’ambiente circostante. E’ proprio quanto sta avvenendo in Antartide.

Piante a risparmio idrico in giardino

Quali sono le piante più indicate per il nostro giardino se il nostro principale obiettivo è risparmiare acqua senza rinunciare ad una vegetazione folta e rigogliosa? E’ importante infatti dare spazio al pollice verde senza aumentare il nostro impatto sull’ambiente. Un elenco delle specie che ben si adattano ad un clima particolarmente arido è apparso qualche tempo fa su Repubblica e l’ho trovato decisamente utile per fare il punto della situazione in modo abbastanza immediato, dando uno sguardo rapido allo schema proposto, quando arriva il momento di scegliere cosa piantare nel nostro giardino. Divise tra piante , quelle che ben si adeguano a terreni secchi, e piante no, quelle che decisamente non vivono bene e soffrono senza abbondante acqua. Vediamole dopo il salto.

Rimedi naturali per liberare le piante dagli afidi

Gli afidi sono i nemici numero uno delle nostre piante, sia in casa che in giardino. Si tratta di una famiglia di insetti meglio conosciuta con il nome di pidocchi delle piante che appartiene ai fitomizi, compresi nell’ordine dei Rhynchota, sottordine Homoptera, sezione Sternorrhyncha.
Sono tra i fitofagi più temuti in agricoltura e in chi pratica il giardinaggio o l’orto per hobby perché hanno un potenziale altamente devastante per l’ospite. Sono infatti in grado di riprodursi a velocità ed in quantità impressionanti, portando alla morte le piante su cui si sono insediati. Provocano danni diretti, sottraendo linfa alla pianta, alterandone la fisiologia, modificandone profondamente la struttura anatomica.

Come trasformare il giardino nell’habitat ideale delle farfalle

Le farfalle non sono soltanto dei variopinti insetti affascinanti e meravigliosi a vedersi. In Italia nelle Oasi WWF quest’estate, nel mese di luglio per la precisione, grazie agli ambientalisti del panda è stato possibile conoscere da vicino il mondo straordinario delle farfalle e soprattutto il loro ruolo ecologico importantissimo, per non dire vitale. Le farfalle che svolazzano di fiore in fiore con le loro ali coloratissime svolgono infatti l’importante compito di impollinatori, trasportando il polline da una pianta all’altra, polline che porterà alla fecondazione ed alla produzione di sementi. Le farfalle sono dunque messaggeri di vita.

Riscaldamento globale, animali e piante nel clima futuro

Come sarà il mondo nel 2100? Ce lo mostreranno (si spera) alcuni animali e piante sottoposti ad un esperimento che pare un film di fantascienza. Se le proiezioni degli innumerevoli scienziati che parlano di riscaldamento globale fossero corrette, il clima di questo pianeta sarà notevolmente diverso entro la fine di questo secolo. Ma per un gruppo di piante e animali, il futuro è adesso.

Biodiversità, i rischi della perdita di habitat e dell’estinzione delle specie

Un recente studio realizzato dalla ricercatrice francese Hélène Morlon, della University of Oregon, e pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Ecology Letters, ha indagato il rapporto esistente tra la perdita di habitat, l’estinzione delle specie e la biodiversità.

La ricerca ha effettuato una sorta di panoramica evolutiva delle piante legnose in quattro climi simili in tutto il mondo e ha dato agli scienziati una nuova prospettiva sulla diversità genetica e sulle minacce rappresentate sia dalle estinzioni delle specie che dalla perdita di habitat.

NASA, consumo risorse vegetali della Terra in crescente aumento

La popolazione mondiale continua a crescere ed emergono nuovi Paesi nel panorama dello sviluppo economico. Diretta conseguenza di un’umanità sempre più vorace è un consumo di risorse in costante, crescente ed inarrestabile aumento. A dirlo è la NASA, spiegando in un recente studio che il tasso di consumo delle risorse vegetali è in crescita sia nel suo complesso sia su base pro capite. Oltre che per il cibo, ad essere consumate sono le piante necessarie per la carta, per gli indumenti, per gli alimenti per il bestiame, per la legna da ardere, per i biocarburanti e per i materiali da costruzione e gli imballaggi.

Un gruppo di ricerca della NASA guidato da Marc Imhoff del NASA’s Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland, ha quantificato il consumo globale di piante nel 2004. Il gruppo ha inoltre rilevato che nel 1995 l’uomo aveva consumato il 20 per cento di tutto il materiale vegetale prodotto in quell’anno.

Riscaldamento globale, NASA riconsidera il ruolo delle piante nel raffreddamento

Mentre a Cancun la conferenza ONU è ormai agli sgoccioli e si attendono risultati, se non perfetti, almeno incoraggianti per quanto riguarda la riduzione delle emissioni globali e gli altri temi in gioco, la NASA spiega che, in un mondo con livelli atmosferici di CO2 raddoppiati, si potrebbe ottenere un effetto di raffreddamento incrementando considerevolmente il numero di piante ed alberi. Una misura concreta per porre un freno e limitare i danni del riscaldamento globale.

Secondo il modello climatico elaborato dall’Agenzia spaziale USA l‘effetto di raffreddamento sarebbe pari a -0,3 gradi centigradi (C) (-0,5 Fahrenheit (F) a livello globale e -0,6° C (-1,1 F) nelle aree interessate dall’incremento di vegetazione.
Lahouari Bounoua, del Goddard Space Flight Center di Greenbelt, è l’autore principale dello studio pubblicato il 7 dicembre scorso sulla rivista di divulgazione scientifica Geophysical Research Letters.

Le latifoglie assorbono più inquinamento di quanto ci si aspettasse

Dire che le piante assorbono l’inquinamento equivale ad aver fatto la scoperta dell’America. Ma una nuova ricerca condotta dagli scienziati del National Center for Atmospheric Research, dimostra che le piante ripuliscono l’inquinamento atmosferico in misura molto maggiore di quello che in passato si pensava. Pare infatti che alcuni tipi di alberi attivamente consumano alcuni tipi di inquinamento atmosferico più di altri.

Osservando i composti ossigenati organici volatili (oVOC) che vengono emessi sia dall’uomo che da altre fonti non artificiali, si è scoperto che questi possono avere effetti gravi sulla salute dell’ambiente e dell’uomo. Il team ha così scoperto che le piante latifoglie assorbono gli oVOC fino a quattro volte più rapidamente di quanto si pensasse. Le foreste dense effettivamente sono responsabili del 97% della captazione osservata degli oVOC.

Riscaldamento globale, il ruolo delle piante

foglie emissioni di metanoLe piante restano un mezzo efficace per combattere il riscaldamento globale, nonostante emettano in piccole quantità un gas ad effetto serra importante. E’ quanto sostiene un recente studio condotto da un’équipe di ricercatori dell’Università di Edimburgo e coordinato dal dottor Andy McLeod.

La ricerca ha calcolato che le piante emettano meno dell’1% delle emissioni totati di metano sulla Terra. Quindi, anche se il metano è considerato circa 25 volte più potente dell’anidride carbonica nell’impatto sul riscaldamento globale, la vegetazione non ne produrrebbe poi così tanto da incidere significativamente sull’aumento delle temperature e su quanto sta avvenendo relativamente ai cambiamenti climatici.