Trivelle, dopo le Tremiti anche in Veneto

di Redazione 2

Dopo il mare la terra…

così si legge sui principali quotidiani locali della provincia di Rovigo dove, dopo oltre 50 anni, si torna a parlare di metano, di trivelle e di ambiente. La scoperta di grossi giacimenti di metano risale ai primi anni ’60, ma le prime estrazioni mettono subito in evidenza un terreno inadatto, troppo paludoso e facile alla subsistenza, ossia all’abbassamento del suolo, con il conseguente innalzamento delle acque. Eppure oggi una società americana, la Aleanna Resources, chiede il permesso di trivellare per la ricerca di idrocarburi nel sottosuolo.

Nonostante il dossier di Goletta Verde abbia evidenziato un “mare di trivelle” nel nostro Paese, le richieste di impianti di estrazione di gas naturale o di idrocarburi non si placa, neppure sulla terraferma. La questione nelle isole Tremiti, irrisolta perché se da un lato i sindaci delle regioni del Sud Italia cercano in tutti i modi di evitare lo scempio e preservare gli ecosistemi marini e la vita dei cetacei, dall’altro il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo si nasconde dietro la “questione politica”; nel Polesine la ricerca di idrocarburi è ancor più dannosa per quel tipo di ambiente. L’area interessata è quella che si estende dal basso corso del fiume Adige e del Po fino al mar Adriatico, un’area ricca di paludi che difficilmente si presterebbe alle trivellazioni richieste dalla Aleanna Resources. La Commissione Veneta VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), nella persona di Silvano Vernizzi, Presidente della VIA spiega che la questione è molto delicata

La società texana ci chiede se il loro progetto di trivellazione è o no soggetto alla valutazione d’impatto ambientale. Si tratta di stabilire se è il caso di aprire la procedura che porterà al verdetto definitivo, o se dare il nulla osta preliminare.

Nel frattempo però la Celtique Energie Petroleum, in questo caso di origine inglese, già ha ottenuto dal ministero per lo Sviluppo Economico, l’autorizzazione a trivellare fino a 4 Km su un’area di 500 Km quadrati nella provincia di Treviso, per i prossimi sei anni. Come ha commentato l’assessore all’Ambiente del comune di Vicenza Gianfranco Bettin

Credo che vada tenuta alta la guardia: l’impatto ambientale è una cosa seria e il fenomeno della subsistenza non va sottovalutato. Ora parliamo di petrolio, ma ricordo che nel 1973 fu bloccato il pompaggio di acqua dal sottosuolo che serviva per le industrie di Porto Marghera, poiché creava subsidenza. Se in Laguna la terra si abbassa e l’acqua si alza, l’effetto è disastroso.

[Fonte: Il Cambiamento]

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