spugne spazzine inquinamento acque

Ambiente, le spugne spazzine contro l’inquinamento delle acque

spugne spazzine contro l'inquinamento delle acque

Una nuova invenzione tutta italiana che impiega la natura per combattere l’inquinamento causato dall’uomo: l’Università di Tor Vergata ha messo a punto delle spugne ultra leggere e intelligenti che galleggiano sull’acqua e la purificano dall’inquinamento. Le spugne intelligenti sono state realizzate con dei nanotubi di carbonio, la loro dimensione è poco più grande di una moneta da 20 centesimi di euro. Partendo dalle caratteristiche delle spugne naturali, le spugne brevettate dall’Università di Tor Vergata assorbono solventi tossici, idrocarburi e olio presenti nelle acque inquinate.

greenpeace no trivelle

Ecologia, Greenpeace lancia la campagna Save the Artic

greenpeace no trivelleGreenpeace si è imbarcata in una nuova sfida contro profitto ed interessi: salvare l’Artico dalle trivelle, dal far west della ricerca di idrocarburi. La nave rompighiaccio dell’associazione ambientalista è salpata dalla città di Murmansk, in Russia, ed il suo primo bersaglio è stata la piattaforma petrolifera di Prirazlomnoie, gestita dalla Gazprom. In 6 si sono arrampicati fino alla piattaforma, armati di tende e cibo per diversi giorni. Il loro obiettivo è stato quello di issare uno striscione per fermare le trivellazioni nell’Artico, Save the Artic.

scosse terremoto emilia

Terremoto in Emilia e nel Sud Italia,colpa delle trivellazioni?

scosse terremoto emiliaIl sospetto è venuto a qualcuno: quasi un mese di scosse di terremoto in Emilia e un bilancio di almeno 17 vittime, e ricordiamo le oltre 550 scosse di terremoto con magnitudo fino a 4.3 che nell’ultimo anno hanno colpito la Calabria, la Basilicata, la Campania con tanta paura e nessun intervento per mettere in sicurezza la popolazione. E se fosse colpa delle trivellazioni per la ricerca di idrocarburi o di gas? La FederPetroli Italia risponde subito che negli anni non si sono “mai registrate onde sismiche di alta scala in seguito a trivellazioni per ricerca di idrocarburi”. E’ proprio così?

carburante in mare

Carburante in mare a Taranto. Non si è trattato di una falla

carburante in mareTonnellate di carburante sono fuoriuscite da una nave con bandiera panamense nelle acque di Taranto e hanno creato una chiazza di almeno 800 metri quadrati nella rada di mar Grande. La Capitaneria di Porto avvisa che la “situazione è sottocontrollo” ma l’allarme per l’ambiente e per la popolazione resta. A poche ore dal disastro che ha colpito una zona già a rischio ambientale per le acciaierie dell’Ilva, si contano i danni all’ambiente e all’ecosistema marino.

Naufragio Costa, sapone magnetico contro petrolio?

Mentre in Toscana procedono le operazioni di recupero del petrolio e degli olii combustibili stivati nelle cisterne della Costa Concordia, nell’Università di Bristol voene presentato un prototipo di sapone magnetico in grado di catturare il petrolio finito in mare dopo la marea nera. Verrà sperimentato per recuperare il relitto incagliato nell’isola del Giglio?

Ambiente, Wwf presenta “Italia, far west delle trivelle”

Non è la prima volta che Wwf segnala il mare di trivelle che degrada il nostro Paese ma questa volta il dossier denuncia anche una mancata deliberalizzazione in merito. Il governo Monti avrebbe salvato in extremis l’Italia cancellando degli articoli previsti per liberalizzare la ricerca di petrolio e di gas su territorio nazionale.

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Trivelle, dopo le Tremiti anche in Veneto

Dopo il mare la terra…

così si legge sui principali quotidiani locali della provincia di Rovigo dove, dopo oltre 50 anni, si torna a parlare di metano, di trivelle e di ambiente. La scoperta di grossi giacimenti di metano risale ai primi anni ’60, ma le prime estrazioni mettono subito in evidenza un terreno inadatto, troppo paludoso e facile alla subsistenza, ossia all’abbassamento del suolo, con il conseguente innalzamento delle acque. Eppure oggi una società americana, la Aleanna Resources, chiede il permesso di trivellare per la ricerca di idrocarburi nel sottosuolo.

Napoli, liquami inquinanti nel porto

Ennesimo allarme inquinamento a Napoli. Ora si tratta della fuoriuscita di liquami inquinanti nel porto del capoluogo campano. Idrocarburi e prodotti chimici, come è stato accertato dalla Capitaneria di porto, sono fuoriusciti da container collocati nel porto, nei pressi dei moli 54 e 56. Tempestivo l’intervento della Capitaneria, dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civili e della Asl Napoli 1. I liquami inquinanti sono stati contenuti con panni assorbenti e le barche ormeggiate nell’area a rischio inquinamento sono state fatte allontanare a scopo precauzionale.

L’ambiente che danneggia il nostro DNA

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Il nostro patrimonio genetico rischia, a contatto con agenti esterni, di essere danneggiato, nonostante sia dotato di un proprio sistema di riparazione, cosa rischiosa soprattutto se coinvolge informazioni fondamentali nello sviluppo del corpo e nel metabolismo cellulare. Quando si parla di malattie genetiche causate da mutazioni, ci si riferisce a patologie dovute ad una casualita’, ad un errore sporadico, ma non sempre e’ cosi’ poiche’ spesso questo errore viene generato nell’organismo, in seguito all’esposizione ad ambienti ricchi di inquinanti (sostanze chimiche, gas, tossine, virus).

Le zone geografiche d’ Italia, nelle quali sono maggiormente concentrate industrie petrolchimiche, chimiche, di vernici, soprattutto quelle in cui non c’è controllo sullo smaltimento dei prodotti di rifiuto, presentano una elevata percentuale di soggetti affetti da mutazioni genetiche. Le sostanze incriminate sono gli epossidi, le colle, gli idrocarburi, le amine aromatiche, che se rilasciate nell’aria attraverso i fumi industriali, oppure nelle acque attraverso gli scarichi, arrivano a danneggiare l’ uomo, che accumula inconsapevolmente quantita’ tossiche di tali principi.

Decolla il biocarburante: primo volo ecologico per la Virgin Atlantic

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La Virgin Atlantic, con il volo Heathrow-Amsterdam del 24 febbraio, ha dato ufficialmente il via all’impiego di biocarburante nell’aviazione civile.
Il Boeing 747 della compagnia aerea fondata da sir Richard Branson, ha impiegato per uno dei suoi 4 motori un propellente ricavato dalle noci di cocco e da altre noci, mescolato con il kerosene. Il volo, che è durato circa un’ora e mezzo, ha inaugurato una meritevole iniziativa della Virgin per eliminare la dipendenza dagli idrocarburi.

Sir Branson ha dichiarato che il volo ha segnato una svolta fondamentale per l’intera industria del trasporto aereo:”Questo debutto della bioenergia nell’aviazione consentirà a chi è davvero interessato a ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, di imboccare il percorso verso i combustibili del futuro.”