La politica italiana è spesso accentrata su questioni formali, procedurali se non addirittura personali. Uno spettacolo non certo esaltante che riduce il dibattito ad uno scontro tra tifoserie avverse e ad indignazioni incrociate. Il referendum sulle trivelle in programma ormai tra pochi giorni e le vicende politiche e giudiziarie nate attorno al giacimento di Tempa Rossa hanno avuto se non altro il merito di riportare l’attenzione sul tema della politica energetica italiana, questione solitamente ben poco presente nel dibattito politico ma centrale nella vita di tutti i cittadini.
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Referendum trivellazioni in mare, la mappa di Legambiente
Manca ormai meno di un mese al referendum che domenica 17 aprile 2016 chiamerà circa 50 milioni di italiani a pronunciarsi sul tema delle trivellazioni in mare entro le 12 miglia nautiche dalla costa. Il quesito referendario in particolare riguarda la norma che permette di prolungare la durata delle concessioni già in essere fino all’esaurimento del giacimento.
Decreto Trivelle, Zanonato firma, Greenpeace furiosa contro il Governo
Il ministro dello sviluppo economico Zanonato firma il Decreto Trivelle e Greenpeace insorge: Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace interviene lungamente non solo spiegando perché è un atto nefasto, che amplierà le zone in cui poter effettuare ricerche petrolifere, ma anche promettendo durissima battaglia alla prima violazione delle procedure di valutazione ambientale.
Trivellazioni in Puglia, la Regione contro il Ministero dell’Ambiente
La stagione estiva che ormai è terminata potrebbe essere stata l’ultima per le isole Tremiti. A Ferragosto, in gran segreto e nel pieno dell’emergenza Ilva, quando il Ministro dell’Ambiente Clini si ergeva a paladino degli interessi dei tarantini e contemporaneamente anche degli industriali, è stata data l’autorizzazione per portare da 9 a 70 le trivelle nei mari italiani, molte delle quali proprio nelle isole Tremiti.
Ecologia, Greenpeace lancia la campagna Save the Artic
Greenpeace si è imbarcata in una nuova sfida contro profitto ed interessi: salvare l’Artico dalle trivelle, dal far west della ricerca di idrocarburi. La nave rompighiaccio dell’associazione ambientalista è salpata dalla città di Murmansk, in Russia, ed il suo primo bersaglio è stata la piattaforma petrolifera di Prirazlomnoie, gestita dalla Gazprom. In 6 si sono arrampicati fino alla piattaforma, armati di tende e cibo per diversi giorni. Il loro obiettivo è stato quello di issare uno striscione per fermare le trivellazioni nell’Artico, Save the Artic.
Ambiente, Greenpeace pubblica “I tesori sommersi del Canale di Sicilia”
“I tesori sommersi del Canale di Sicilia” sono il frutto di una spedizione scientifica che Greenpeace ha realizzato assieme all’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel Canale di Sicilia per monitorare e filmare la ricchezza e la biodiversità dei banchi d’alto mare. Con telecamera ROV sono stati esplorati in Banco Avventura e il Banco di Graham ed il risultato è stato la scoperta di “un universo sottomarino straordinario”, un universo seriamente minacciato dalle trivelle.
No alle trivelle nel Canale di Sicilia
Alla ricerca del petrolio perduto, perforando a morte la biodiversità, un patrimonio immenso di flora e fauna marina, presente nel canale di Sicilia, per scovare granelli di energia nascosti nelle profondità ignorando l’impatto ambientale di simili perlustrazioni, ferite altrettanto profonde per gli ecosistemi. Uno scempio che verrà avviato dalla Audax Energy al largo di Pantelleria. Dopo l’appello di Greenpeace al Ministro dell’Ambiente, l’Onorevole Stefania Prestigiacomo, un’altra voce si leva forte contro le trivelle in questo tratto di mare, quella della LIPU che ha sempre combattuto per difendere gli habitat degli uccelli marini proprio in quell’area e che ora rischia di veder vanificati gli sforzi compiuti per tutelare la fauna.
Trivelle canale di Sicilia, Greenpeace: “Le mani sul tesoro”
Si moltiplicano i piani per distruggere i nostri mari
denuncia Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace. Ora a mettere a rischio la biodiversità marina è Audax Energy Ltd, azienda australiana di estrazione petrolifera che minaccia di portare le sue trivelle a largo di Pantelleria, nel canale di Sicilia. L’allarme lanciato da Greenpeace nel dossier Le mani sul tesoro propone come soluzione al degrado l’istituzione di una riserva marina protetta
che vieti nelle aree più sensibili ogni attività estrattiva, compresa la pesca.
Trivelle, dopo le Tremiti anche in Veneto
Dopo il mare la terra…
così si legge sui principali quotidiani locali della provincia di Rovigo dove, dopo oltre 50 anni, si torna a parlare di metano, di trivelle e di ambiente. La scoperta di grossi giacimenti di metano risale ai primi anni ’60, ma le prime estrazioni mettono subito in evidenza un terreno inadatto, troppo paludoso e facile alla subsistenza, ossia all’abbassamento del suolo, con il conseguente innalzamento delle acque. Eppure oggi una società americana, la Aleanna Resources, chiede il permesso di trivellare per la ricerca di idrocarburi nel sottosuolo.
Un mare di trivelle, il dossier di Goletta Verde Legambiente
Un mare di trivelle, il dossier di Goletta Verde di Legambiente presentato ieri a Manfredonia ci restituisce una fotografia poco confortante dello stato di salute dei nostri mari, letteralmente perforati dalla ricerca di idrocarburi e dalle attività estrattive petrolifere. A rischio trivelle ci sono ben 30mila chilometri quadrati di mare, secondo i dati riportati dagli ambientalisti, ovvero una superficie più vasta dell’intera Sicilia. Ci sono poi aree che soffrono più di altre e sulle quali pendono minacce più pericolose come il Canale di Sicilia e l’Adriatico centro meridionale. In queste zone, infatti, si concentrerebbero le mire assetate di petrolio dei magnati dell’energia.
Biodiversità Canale di Sicilia, isole Pantelleria, Lampedusa e Linosa vanno protette dalle trivellazioni
Piccoli di squalo bianco, corallo nero, gorgonie… sono solo alcuni dei tesori di biodiversità racchiusi in uno scrigno tutto italiano, le isole di Pantelleria, Lampedusa e Linosa. Gli esperti concordano nell’attribuire al tratto di mare che le lambisce un ruolo fondamentale per la riproduzione dello squalo bianco, delle tartarughe marine e per il sostentamento alimentare delle balenottere.
A riconoscere il valore incommensurabile del patrimonio di fauna e flora marina delle acque siciliane un programma di ricerca, Biodiversità Canale di Sicilia, finanziato dal Ministero dell’Ambiente e che ha visto impegnata l’ISPRA.
I ricercatori coinvolti dal 2009 nelle rilevazioni hanno scoperto una ricchezza naturale in queste aree tanto preziosa quanto a rischio.
Trivellazioni, i 100 permessi del Governo nel mirino di Legambiente
Fino ad oggi le trivelle che perforavano i mari italiani erano “solo” 76. Nel giro di pochissimi mesi questo numero è destinato più che a raddoppiare. Nella disperata ricerca di fondi, il Governo ha infatti autorizzato altri 95 permessi di ricerca di idrocarburi che porteranno altre 100 trivelle sulle coste del Belpaese, incuranti delle possibili catastrofi ambientali e dello scempio paesaggistico sulle nostre spiagge.
Michelle Obama ieri ha inviato un messaggio al mondo, chiedendo ai turisti di non abbandonare le coste della Florida che cominciano a sporcarsi a causa della marea nera. Se gli Stati Uniti risentono così tanto di questo disastro, figuriamoci cosa potrebbe accadere all’Italia che per gran parte della sua economia si basa proprio su turismo e pesca.