G8 ambiente: si comincia dal rinnovabile

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La notizia sensazionale che trapela dai primi incontri del g8 sull’ambiente di Siracusa è che il nostro Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha finalmente cominciato a parlare di energie rinnovabili. La ministra che non ha fatto una grinza in Parlamento quando si è parlato di nucleare, quando si è fatto uno scempio nella gestione dei rifiuti, e quando sono stati tagliati i fondi per l’edilizia ecologica; ma davanti agli altri ministri dell’ambiente del mondo ha incentrato il suo discorso sulla necessità di puntare sul rinnovabile.

In particolare sull’eolico, ma anche sul sole. La discussione sulla veridicità dei dati sul riscaldamento globale e sull’impatto ambientale dell’uomo per fortuna non è stata nemmeno aperta, dato che finalmente nessuno più mette in dubbio i dati sul clima. Nobuo Tanaka, responsabile dell’agenzia internazionale dell’energia, ha aperto il congresso con dei dati a dir poco tragici: se continuiamo così, senza prendere provvedimenti ambientali, entro il 2030 le emissioni di CO2 aumenteranno del 45%, con un aumento della temperatura globale di 6 gradi.

Per evitare tutto questo l’invito è a destinare dall’1 al 3% del Pil mondiale fino al 2050 alle nuove tecnologie per la produzione di energia, in maniera tale da ridurre almeno dell’1% all’anno le emissioni di anidride carbonica.

Bisogna costruire oltre 18 mila turbine eoliche, 300 cen­trali solari e 20 reattori nucle­ari l’anno per poter ottenere il nostro risultato, ovvero la diminuzione di 8,3 gigatoni di Co2 entro il 2030

spiega Tanaka, secondo cui questo sforzo costerà al mondo 15 mila miliardi di dollari. Le parole della Ministra Prestigiacomo però sono fondamentali, e si spera vengano prese sul serio da tutti i leader mondiali, partendo da quello italiano:

queste tecnologie sono in parte già disponibili e abbiamo la necessità di investire di più, ma soprattutto la responsabilità di fare in modo che queste tecnologie siano disponibili nei Paesi in via di sviluppo ai quali chiediamo di non usare più il petrolio.

Un appello a cui Ecologiae aderisce, e che ci piacerebbe vedere attuato anche qui da noi.

Gli incontri di oggi invece verteranno principalmente su altre due problematiche: la deforestazione e la tutela della biodiversità. Secondo i dati forniti al g8, nel nostro Paese sono 240 mila gli ettari disboscati ogni anno. Un dato da cui partire per una discussione che potrà cambiare il futuro del Pianeta.

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