Dal Sudafrica a La Mecca, l’eco-pellegrinaggio si fa in bicicletta

di Redazione Commenta

Ogni anno, circa due milioni di musulmani raggiungono la città Santa di La Mecca per soddisfare il principio islamico che vuole che ogni credente abile debba raggiungere il luogo sacro in pellegrinaggio, almeno una volta nella vita. Ma visti i mezzi oggi a disposizione, la maggior parte delle persone viaggia in aereo per raggiungere l’Arabia Saudita, causando un impatto ambientale notevole, a causa degli agenti inquinanti che emettono.

Ma quest’anno due giovani musulmani del Sudafrica hanno avuto un’idea diversa: hanno deciso di farsi in bicicletta i circa undicimila chilometri che separano la loro città da La Mecca. I due venticinquenni hanno deciso di pedalare fino a destinazione, un viaggio che li ha portati attraverso 12 Paesi sulle due ruote.

Come riporta il blog Wend:

Per Cairncross e Haron, il cui scopo era quello di raggiungere la Mecca, il viaggio si è dimostrato ancora più gratificante di quanto previsto. Hanno incontrato altri ciclisti, compagni, viaggiatori e persino autorità di frontiera che li hanno incoraggiati ed hanno fatto amicizia con loro lungo la strada.

Qualche problema l’hanno riscontrato nel tratto dal Kenya alla Turchia, a causa del quale sono stati costretti a prendere l’aereo, ma una volta atterrati ad Istanbul hanno proseguito in bici fino a La Mecca, arrivando quasi tre settimane prima del previsto.

Nella vita ho un principio che mi accompagna: se lavoro molto duro per qualcosa, alla fine la giornata sarà più dolce

ha dichiarato Nathim Cairncross ad Al Jazeera. Naturalmente, non tutti possono dedicare nove mesi ad un tale viaggio, ma oltre ad essere più rispettoso dell’ambiente, l’idea di un pellegrinaggio in bicicletta può avere un significato più profondo, come ad esempio chiedere perdono per tutto l’inquinamento che creiamo, espiando le nostre colpe percorrendo migliaia di chilometri su un mezzo pulito. Con tutti i pellegrinaggi che ci sono in Italia, molto più corti rispetto a quello dei due sudafricani, chissà che l’idea non possa essere ripresa più diffusamente.

[Fonte: Treehugger]

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