Costruito in Arabia Saudita il primo eco-campus universitario

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kaust eco-campus

Sulla sponda orientale del Mar Rosso a Thuwal, a circa un’ora a Nord della Mecca si trova il campus di 22,5 chilometri quadrati dell’Università più recente dell’Arabia Saudita, la Kaust. L’Università di scienze e tecnologia in cui anche il re Abdullah si è laureato, è nota per essere il primo posto nella conservatrice Arabia Saudita, dove gli studenti di sesso maschile e femminile possono studiare senza discriminazioni.

E così il progresso introdotto dal Kaust sta anche portando ad esplorare nuovi ambiti ecologici e architettonici. Situato nel clima duro del deserto saudita con la luce intensa e le precipitazioni scarse, gli architetti hanno unito il design tradizionale regionale con l’eco-design moderno per creare un ambiente confortevole e sostenibile per gli studenti. L’architetto Bill Odell, uno dei due designer principali del progetto, ha spiegato il lavoro alla CNN.

Spiega Odell che l’idea segue la “missione” di re Abdullah, di fornire al suo Paese l’energia del futuro, l’acqua, e la tutela dell’ambiente. L’energia sufficiente a costruire il campus eco-friendly è stata molto scarsa sfruttando, com’è tradizione, il gioco di sole e ombra che si viene a creare tra i vari edifici.

L’idea ultima di questo campus non è solo di fregiarsi del merito di avere la prima Università eco-friendly, ma soprattutto quella di attirare cervelli da tutto il mondo, che si occuperanno del futuro dell’ecologia, e che proprio qui, ispirati da quest’architettura, troveranno le nuove idee per migliorare l’ambiente che ci circonda.

Dal punto di vista ecologico, si è puntato molto sul risparmio energetico. Niente aria condizionata. Per sopravvivere al caldo torrido del deserto tutte le strutture sono progettate per massimizzare le correnti d’aria che lo attraversano. Inoltre c’è una torre solare in ciascuno degli edifici. Essa riscalda l’aria, che sale, e spinge la corrente in tutto il campus.

I laboratori scientifici invece saranno alimentati da energia solare, che di certo nel deserto non manca, la quale servirà per alimentare le apparecchiature elettroniche, ma anche ad illuminare gli edifici che, per la maggior parte del tempo, non useranno l’energia elettrica.

Fonte: [Cnn]

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