Riciclo creativo: ragazza crea abiti dalle cicche di sigarette

Probabilmente si tratta dell’oggetto più gettato al mondo: la sigaretta. Oltre ad essere dannosa per il corpo umano, lo è anche per l’ambiente, visto che, una volta fumata, quasi sempre finisce per terra. Crea anche grandi quantità di emissioni, visto che deve essere incenerita per lo smaltimento, non si degrada, ma al massimo si deteriora un po’ solo dopo 12 anni. Si stima che 845.000 tonnellate di mozziconi di sigarette siano gettate ogni anno in tutto il mondo in quanto non era considerata riciclabile… almeno fino ad oggi.

L’idea è venuta ad una ragazza partita dallo stereotipo sui parigini che, oltre alla fama di essere snob e girare con la baguette sotto il braccio, avrebbero anche una sigaretta sempre accesa tra le labbra. Di certo a Parigi non si fuma più che altrove, ma anche qui tonnellate di mozziconi di sigaretta sono sparse dappertutto.

Anche i gioielli possono essere ecologici: arriva la linea riciclata (fotogallery)

I gioielli di solito rappresentano uno stile di vita sfarzoso, il quale riflette un po’ quella mentalità della “civiltà dello spreco” che gli ecologisti di solito combattono. Questo non solo perché sono il simbolo della ricchezza che corrisponde ad automobili inquinanti o stili di vita non green, ma anche perché di solito per produrli si estraggono materiali preziosi sfruttando popolazioni povere, creando emissioni ed aumentandole a dismisura quando queste pietre vengono trasportate da una parte all’altra del mondo.

Almeno fino ad oggi, quando il designer di gioielli John Hardy ha deciso di collaborare con la top model e star di Alter Eco Angela Lindvall per lanciare “Hijau Dua”, una collezione di gioielli artigianali realizzati con argento o oro 18K riciclati.

Riciclo alluminio, rapporto CiAl: raccolta record nel 2010 in Italia

Riciclo alluminio: buone notizie sul fronte della raccolta differenziata nel nostro Paese ci arrivano dall’ultimo rapporto del CiAl, il Consorzio Nazionale per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Alluminio. Nel 2010 in Italia è stato infatti recuperato oltre il 72% dell’ immesso sul mercato, superando abbondantemente la quota minima fissata dalla normativa al 50%. E’ quanto dicono i dati presentati nell’ambito dell’assemblea annuale dell’associazione, svoltasi il 29 aprile scorso a Milano.

Sul territorio italiano, lo scorso anno, sono state raccolte ben 46.500 tonnellate di imballaggi in alluminio, confermando il primato in Europa per l’Italia in questo settore.
Imballaggi riciclati e destinati successivamente a nuovi usi industriali, con vantaggi economici ed energetici oltre che ambientali.

Recupero imballaggi, solo 1 su 4 nel 2010 è finito in discarica

Gli imballaggi recuperati nel 2010 sono stati il 75% del totale, questo vuol dire, come spiega il rapporto annuale Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) che 3 imballaggi su 4 sono stati recuperati e riciclati, senza finire in discarica. Il riciclo complessivo degli imballaggi è stato del 64,8% con 3 punti percentuali in più rispetto al 2009 e la tendenza continua a crescere. Come si legge nel dossier 2010

La crisi non ha fermato il sistema: i ricavi sono cresciuti del 5% e i costi diminuiti del 7%

Gli italiani hanno saputo gestire meglio il loro denaro con una maggiore attenzione agli sprechi, e quindi anche all’ambiente. Gli imballaggi recuperati di plastica, vetro, acciaio, carta, alluminio e legno sono circa 8,4 milioni di tonnellate, su 11,2 milioni di tonnellate immesse nel mercato. In tal modo meno del 25% degli imballaggi è finito in discarica, e sarà invece riciclato. Il record si è avuto con il recupero dell’alluminio, con oltre il 33,7%, e del legno con 11,4% del prodotto recuperato e pronto per essere riciclato. Il risutato è stato ottenuto grazie alle campagne di informazione e dall’accordo Anci-Conai che ha coinvolto oltre 56 milioni di cittadini, l’equivalente di circa il 96% della popolazione.

Rifiuti elettrici ed elettronici, il Rapporto Annuale 2010

Le apparecchiature elettriche ed elettroniche, i cosiddetti rifiuti RAEE, fanno registrare di nuovo un dato positivo ed incoraggiante:  il  Consorzio italiano di Recupero e Riciclaggio degli Elettrodomestici ECODOM che si occupa di gestione e smaltimento RAEE per il 2011 ha raggiunto l’obiettivo di 4 Kg per abitante, previsto dalla normativa europea.

Lo scorso anno in Italia sono stati raccolti oltre 245.000 kg di apparecchiature elettriche ed elettroniche, registrando un trend positivo rispetto agli anni precedenti, con un aumento del 27% dal 2009.

Pepsi lancia la sua bottiglia 100% vegetale

Pepsi ha presentato lunedì scorso una nuova bottiglia, la prima del suo genere, secondo la società, ad essere realizzata interamente con materiali vegetali, i quali includono erbaccia, corteccia di pino, e lolla di mais (sottoprodotto derivante dalla lavorazione del mais, dunque non rientra tra i materiali commestibili).

Nel frattempo la grande concorrente, la Coca Cola, ha spinto molto negli ultimi tempi sulla sua PlantBottle, costituita da materie vegetali “appena” al 30%. I suoi dirigenti avevano ammesso che ci sarebbero voluti diversi anni prima che il livello di materiali ecologici per una bottiglia per bibite potesse raggiungere il 100%, ma sono stati smentiti dopo pochi mesi.

Riciclaggio televisori: ecco cosa avviene alle vecchie tv dismesse

Come molti degli oggetti di uso comune, una volta gettati si pensa possano venire accatastati insieme agli altri o dati alle fiamme negli inceneritori. Ma i televisori, specialmente quelli più vecchi, sono una vera e propria miniera d’oro che sprecare è davvero un peccato.

Per avere un’idea di cosa significhi per l’industria del riciclo un televisore, basti dire che nelle discariche dove molto spesso vengono abbandonati, capita che vengano rubati perché i suoi componenti (primo fra tutti il rame, ma anche vetro e plastica) possono essere riutilizzati per dargli nuova vita. Un’interessante inchiesta del Corriere della Sera ha documentato la “resurrezione” di un vecchio televisore, vediamo dunque cosa succede.

Riciclaggio olio, in Spagna diventa sapone, biodiesel e persino pittura

Pochi giorni fa vi avevamo parlato di un’iniziativa, avviata in Toscana, sul riciclo dell’olio da cucina dopo la cottura. Allargando un po’ gli orizzonti ci accorgiamo che questa problematica è stata già affrontata all’estero, ed in particolare in Spagna dove è stata realizzata un’idea piuttosto geniale.

Nel 2010 i centri di riciclaggio nella sola città di Barcellona, denominati “Green Point”, hanno raccolto 195.136 litri di olio da cucina, all’incirca il 2,5% del totale dell’olio utilizzato in città durante l’anno. Al fine di rendere più facile il riciclaggio di questo materiale, il Comune di Barcellona ha lanciato l’Olipot, un contenitore, facile da usare, distribuito gratuitamente, e che aiuta le massaie a portare il loro olio esausto presso i centri di riciclaggio. In questo modo non contamina l’acqua, ma invece può essere trasformato in sapone, biodiesel e vernice.

Olly, produrre energia da olio alimentare esausto

Come riciclare l’olio di combustione domestica? Dove gettare l’olio della frittura? A questo ci pensa Olly, il progetto di recupero di olio alimentare esausto per produrre energia pulita.

Finora il progetto di riciclo e produzione di energia elettrica e termica dall’olio esausto delle noste case è in via sperimentale nella zone di confine tra i comuni di Firenze e di Scandicci, in Toscana, e riguarda da vicino 10.000 famiglie. Il progetto Olly prende le mosse da altre iniziative verdi sul territorio italiano ed eurpeo, già sperimentate con successo in Trentino Alto Adige, in Austria e Germania.

Rifiuti elettronici: gli italiani non sanno come smaltirli

Se provate a chiedere ai vostri amici, parenti e conoscenti cosa significa RAEE, vedrete che quasi tutti non sapranno di cosa state parlando. A dircelo è l’Ipsos, attraverso una ricerca commissionata da Ecodom, il Consorzio Italiano del Recupero e Riciclaggio degli Elettrodomestici, da cui emerge che ben il 71% degli italiani non sa che RAEE sono i rifiuti elettronici (più precisamente i Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), mentre il 15% l’ha sentito nominare ma non lo conosce molto bene, mentre appena il 14% restante ha un’idea precisa di cosa si tratta.

Purtroppo la mancata conoscenza porta a conseguenze negative su tutti, sia su chi sa come gestire l’e-waste che per chi non ne ha la minima idea. Un esempio? A causa del fatto che gli italiani non sanno come smaltire un apparecchio elettronico, ci ritroviamo con il 58% degli elettrodomestici che non vengono riportati ai venditori per il ritiro uno contro uno, una percentuale già alta che sale addirittura all’86% quando si tratta di apparecchiature informatiche ed elettroniche e all’88% per i piccoli elettrodomestici come i telefonini.

Riciclo creativo, la birra che ricicla se stessa

Ci sono molte fabbriche di birra che possono convertisi o si stanno convertendo alle pratiche di produzione ecologiche. Alcune tecniche sono facili, basta prendere le materie prime dai coltivatori locali ed utilizzare energie rinnovabili. Altri sono trucchi innovativi che nessun altro aveva provato prima. L’azienda produttrice Magic Hat fa di più: identifica gli scarti di produzione e li trasforma in una risorsa. Gli imprenditori hanno deciso di catturare l’energia sprecata dai grani utilizzati per farla tornare indietro in modo da alimentare il processo di bollitura.

Si tratta di un processo di riciclaggio on-site a circuito chiuso con un sistema che utilizza un digestore anaerobico di metano (ufficialmente chiamato Biodigestore Orbicolare Bifase™, o BOB) che è stato sviluppato da PurposeEnergy. Si tratta del primo del suo genere al mondo, ed è in funzione da circa un anno. Il sistema produce 200 metri cubi di biogas al minuto, il quale viene poi utilizzato per alimentare il processo di fermentazione ad alta intensità energetica.

Mobili ecologici 2011: vince la sedia fatta con le t-shirt, seconde le lampade da bottiglie PET (gallery)

La designer svedese Maria Westerberg ha vinto quest’anno il Green Furniture Award 2011 con la sua sedia fatta con le t-shirt. Secondo la giuria,

la sedia intreccia una storia significativa utilizzando tessuti usurati. Questo aggiornamento del classico “tappeto di stracci” diventa un modo unico di imbottitura. Le T-shirt ricevute dagli amici, insieme ad altri capi come le tende della nonna, il jeans preferito ma ora usurato, ecc, si fondono visivamente in una sinfonia colorata della propria storia personale.

E’ questa la motivazione con cui la creativa svedese ha vinto il premio dedicato a quanti, in tutto il mondo, hanno tentato di inventare qualcosa di utile dagli oggetti considerati ormai inutili: i rifiuti. Sono molto interessanti questi concorsi perché stimolano la fantasia di migliaia di persone che ogni anno inventano un modo nuovo per creare qualcosa che evita che migliaia di tonnellate di rifiuti finiscano in discarica. Qualche esempio? Continuate a leggere dopo il salto.

Riciclabile, tappi di sughero Chianti Classico vestono di verde il rosso più famoso d’Italia

Chiusure sintetiche e tappi a vite in alluminio (screwcaps) sconfitti dai più sostenibili tappi di sughero nella rivoluzione verde che vede coinvolto il rosso più famoso d’Italia, il Chianti Classico.
In occasione della sigla di una partnership con Amorim Cork Italia, azienda leader nella produzione di tappi di sughero, il Gallo Nero per Save Miguel e il Consorzio Vino Chianti Classico si rifanno il look in chiave ecofriendly.

Si può fare di più che utilizzare bottiglie in vetro, materiale riciclabile per eccellenza, e potenziare la produzione locale ed il made in Italy? Ebbene sì, partendo dal tappo, riciclabile, rinnovabile e sostenibile al 100%.
Una scelta, quella che privilegia il sughero, giustificata tra l’altro dai dati sull’assorbimento di CO2 del materiale: 40 milioni ogni anno su altrettante bottiglie di vino rosso capaci di assorbire 352.000 kg di anidride carbonica su base annua.

Plastica riciclata a Km zero, i Ri-prodotti per la casa

Per uno stile di vita green e un risparmio energetico anche a casa, arrivano gli articoli di plastica riciclata a km zero, i Ri-prodotti Revet e Utilplastic. Le aziende della provincia di Pistoia, hanno ideato una serie di oggetti per la casa, come secchi, palette, articoli per la pulizia e l’igiene, ma anche scope e scopettoni ottenuti dal riciclaggio del plasmix, la frazione di plastiche povere eterogenee che provengono dalla raccolta differenziata.

I prototipi dei Ri-prodotti in Toscana saranno presentati la prossima settimana all’appuntamento Fiera Ambiente di Francoforte, il Salone internazionale dedicato alla Green economy e allo sviluppo sostenibile.