Lotta ai cambiamenti climatici: la grande mano dell’Asia povera

vie d'acqua a seoul

Chi l’ha detto che l’Asia non contribuisce alla lotta ai cambiamenti climatici? Spesso si sente parlare di impegni importanti presi dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, e solo raramente c’è qualche accenno a quanto fa (o promette di fare) la Cina. Ma in realtà, nonostante l’alto tasso di povertà, molti Paesi asiatici si stanno impegnando per non lasciar solo l’Occidente in una battaglia che interessa tutto il mondo.

Ad esempio la Corea del Sud sta tentando di recuperare le vie d’acqua antiche, sepolte nelle loro tombe di cemento. Per la prima volta dopo la guerra di Corea, le famiglie possono guardare le carpe nuotare anche nel centro di Seoul. Ma è indubbio che la maggior mano in Asia proviene dal Giappone.

Il Paese più ricco del Continente punta tutto sul risparmio energetico. Un esempio ingegnoso può essere quello di Hokkaido, una delle città in cui spesso nevica, la quale ha deciso di inviare carichi di neve nelle zone più calde, dove viene utilizzata per ridurre le temperature nelle abitazioni, senza sprecare la preziosa energia elettrica per i condizionatori. Oppure le batterie ad urina. Può sembrare un’assurdità, ma i giapponesi hanno inventato una batteria che, una volta esaurita, si ricarica semplicemente facendovi sopra la pipì. Gli ioni nelle urine provocano una reazione chimica che produce energia elettrica. Vendute in tutto il Giappone, queste batterie possono essere ricaricate fino a cinque volte e sono di sicuro funzionamento.

Guida ecologica: l’ex pilota Nelson Philippe ci spiega cos’è

nelson philippe guida ecologica

Dopo aver guidato a Le Mans per 13 volte e lavorato in Formula 1 con l’ex capo della scuderia di Eddie Jordan, Nelson Philippe sta ora utilizzando la sua esperienza in pista per trasformare i piloti delle normali auto da città in guidatori ecologici.

La gente pensa che se sei un conducente “verde” sei lento, ma questo non è il caso. Chi meglio di un pilota può mostrare capacità di guida migliore?

Secondo Philippe la guida ecologica può essere imparata da tutti, applicando alcune delle capacità di guida e l’attenzione che di solito si trovano solo in pista. Utilizzando un tutore on-line, il progetto mira a creare 250.000 guidatori ecologici entro il 2010. Cerchiamo di capire come.

Betty the Biobike, la prima moto con carburante a basse emissioni

betty BioBike

Se le energie rinnovabili stentano a decollare, lo si deve in alcuni casi all’ostracismo delle compagnie petrolifere le quali, non guadagnandoci nulla, non investono in questo nuovo territorio, tentando di continuare a produrre quanti più utili gli è ancora possibile. Ma siccome la spinta dell’ecologia ormai è troppo forte, anche loro si devono adeguare.

Per darsi una parvenza di ambientalismo, alcune compagnie petrolifere australiane hanno prodotto e pubblicizzato un biocarburante che potrebbe essere la soluzione nel futuro più immediato. Si tratta di una sorta di olio da frittura unito a scarti di grasso animale. Questo miscuglio è stato in grado di far muovere una moto per 20 mila km con delle emissioni bassissime, circa 71 grammi di CO2 a km. Fautore dell’impresa è stato Paul Carter, un personaggio da film australiano, in sella alla sua Betty the Biobike.

Google lancia il “climate simulator”, un Google Earth che ci fa vedere in anteprima gli effetti del riscaldamento globale

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Se un’immagine vale più di mille parole, quante parole vale Google Earth? Si possono perdere delle ore studiando strade e panorami dei luoghi preferiti. Da oggi però non servirà solo a questo, ma anche a fornire nuova conoscenza ed una nuova prospettiva.

Attraverso il suo blog ufficiale, Google ha annunciato di aver sviluppato alcune caratteristiche, in coincidenza con la conferenza sul clima di Copenaghen, in cui all’interno del software sarà possibile esplorare il potenziale impatto dei cambiamenti climatici sul nostro pianeta e le soluzioni per la sua gestione. Lavorare con i dati provenienti dal Panel intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) permetterà a Google Earth di mostrare la gamma di temperatura prevista e dei cambiamenti delle precipitazioni in differenti scenari globali delle emissioni che potrebbero verificarsi durante questo secolo.

Fitorimediazione: la nuova tecnica “verde” per ridurre l’inquinamento

fitorimediazioneI ricercatori della North Carolina State University stanno lavorando per dimostrare che gli alberi possono essere usati per degradare o catturare l’inquinamento dei combustibili che finiscono nel sottosuolo e nelle acque sotterranee. Attraverso un processo chiamato fitorimediazione (letteralmente una tecnica “verde”), le piante e gli alberi rimuovono le sostanze nocive dall’ambiente o le rendono inoffensive.

Attraverso una partnership con agenzie statali e federali del governo, la dottoressa Elizabeth Nichols, docente di tecnologia ambientale al  Dipartimento di Stato per le foreste e le risorse ambientali della North Carolina, e il suo team sta utilizzando la fitorimediazione per ripulire un sito contaminato ad Elizabeth City, NC.

Tale tecnica utilizza le piante per assorbire i metalli pesanti dal suolo tramite le loro radici. Il processo è un’alternativa interessante allo standard dei metodi di pulizia attualmente utilizzati, che sono molto costosi e ad alta intensità energetica. Nei siti adeguati, la fitorimediazione può avere un costo ragionevole e sostenibile. Il sito della Guardia Costiera è stato piantato con una miscela di alberi a veloce crescita, come salici e pioppi ibridi per impedire che i rifiuti residui di carburante entrino nel fiume Pasquotank. Circa 3.000 alberi sono stati piantati sui cinque acri, i quali sono stati in grado di immagazzinare il carburante degli aeromobili per la base della Guardia Costiera dal 1942 fino al 1991.

Settimana della mobilità sostenibile: le iniziative in giro per l’Europa

settimana della mobilità sostenibile

Da Almada, Portogallo, dove i residenti potranno scambiare materiali riciclabili, alle corse gratuite sui trasporti pubblici di Budapest, in Ungheria, dove un viale principale è stato chiuso al traffico motorizzato, fatta eccezione per i veicoli di trasporto pubblico e le auto ibride. Qui troveremo anche una strada “vivente” con un prato verde che ospita eventi sportivi e teatrali per tre giorni. Questi sono solo degli esempi di cosa accade in questi giorni nelle città e paesi di tutta Europa durante la Settimana europea della mobilità sostenibile.

L’evento di quest’anno è stato organizzato per l’ottava edizione dal 16 al 22 settembre intorno al tema “Migliorare il clima cittadino” per sottolineare l’importanza di andare piedi, in bicicletta, e con i mezzi pubblici nella lotta contro il riscaldamento globale. I trasporti incidono per il 40% del totale delle emissioni di CO2 in Europa. L’idea alla base della settimana è stata sollevata nel 1998, dall’iniziativa francese “In città senza la mia auto!” che incoraggiava le città a chiudere una o più strade ai veicoli a motore per l’intera giornata del 22 settembre.

I Duran Duran e altre 55 star presentano la nuova canzone anti-riscaldamento globale

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Una delle rock band più famose al mondo, quella britannica dei Duran Duran, è tornata. In collaborazione con gli Scorpions, una band heavy metal, sono tra le 55 celebrità di tutto il mondo che hanno aderito all’iniziativa per la registrazione di una canzone per richiamare l’attenzione sul problema del riscaldamento globale. L’iniziativa, che ricorda vagamente quella di We Are The World degli anni ’80, o delle canzoni con temi sociali degli U2, è stata annunciata direttamente dagli organizzatori lunedì scorso.

La canzone fa parte di una campagna mediatica di massa sulle minacce del cambiamento climatico organizzato dalla sede di Ginevra del Global Humanitarian Forum, guidato dal segretario delle Nazioni Unite l’ex generale Kofi Annan. La canzone, intitolata “Beds’r Burning” (I letti stanno bruciando) non è del tutto nuova. La priva versione fu originariamente registrata dal gruppo australiano Midnight Oil nel 1980, i quali forse sono stati i primi cantanti a denunciare il problema del riscaldamento globale. La versione moderna però avrà sicuramente molto più successo, non ci sono dubbi.

12 settembre: giornata senza buste di plastica

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Il mondo ci chiede di non inquinare; tra le altre cose, l’Unione Europea ordina ai suoi Stati membri di bandire le buste di plastica, l’Italia rinvia e tentenna. Noi restiamo a guardare? Certo che no. Per questo un movimento proveniente dall’Inghilterra sbarcherà presto anche nel nostro Paese, il Plasticbag Free Cities, le città senza buste di plastica, che dalle nostre parti sarà tradotto come “Porta la Sporta“.

In Italia è stata introdotta dall’associazione dei Comuni virtuosi, che sull’esempio della Marine Conservation Society (MCS) ha deciso di far partire questo movimento di eliminazione delle sporte inquinanti dal basso. Se la comunità europea ha posto il limite al 2010 nella produzione delle plastic bags, e l’Italia ha spostato questa scadenza 12 mesi dopo, non è detto che noi dobbiamo rimanere ad aspettare, ma possiamo già cominciare a fare qualcosa, nel nostro piccolo.

Investimenti mirati sulla previsione del clima porterebbero enormi vantaggi all’economia

conferenza di ginevra

Alcuni investimenti mirati nel campo della scienza del clima potrebbero portare a maggiori benefici nel ridurre i costi di adattamento ai cambiamenti climatici, secondo una nuova ricerca pubblicata da scienziati del Regno Unito National Centre for Atmospheric Science (ANC). Pubblicato sulla rivista scientifica, Bulletin for the American Meteorological Society, lo studio dimostra che gli investimenti effettuati oggi, possono portare al 10-20% di miglioramento nelle previsioni climatiche per il Regno Unito e in Europa nei prossimi decenni, e fino a 20% nel resto del globo.

Questa è una buona notizia per le imprese e i responsabili politici attualmente alla ricerca di previsioni per gli aiuti di pianificazione per l’adeguamento ai cambiamenti climatici nei prossimi anni, e per i quali tali miglioramenti potrebbero presentare un enorme risparmio economico: l’incertezza nelle previsioni del clima significa che le misure di adattamento devono essere progettate con una maggiore elasticità, rendendole più costose.

Eco-town: novità sui vecchi progetti e un’occhiata ai nuovi

masdar-umbrelli solari

Non ci vuole una crisi finanziaria mondiale per affondare i grandi progetti sulle città sostenibili. Anche prima che la Lehman Brothers fallisse, qualche eco-progetto molto ambizioso delle nuove città è stato sepolto senza tanti complimenti, mentre altri semplicemente sono stati strappati via. Tuttavia, crisi o non crisi, il numero delle eco-iniziative nelle città spuntano recentemente in tutto il mondo e continuano a crescere.

Probabilmente il più alto profilo dell’eco-città, è quello già più volte descritto di Masdar City, già in in costruzione alla periferia di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. Alla fine del mese scorso, secondo Architecture and Design, un piano è stato selezionato per il centro città di Masdar. Il piano, progettato dall’australiana Lava, contiene una soluzione interessante per moderare il clima del deserto di Abu Dhabi: gli “ombrelli solari.” Presumibilmente modellati sui girasoli, questi strani dispositivi rimangono aperti durante il giorno per raccogliere l’energia solare e fornire ombra, e si chiudono durante la notte. Masdar sarà un luogo seriamente futuristico. I responsabili di Lava immaginano il seguente elenco di funzionalità verdi:

facciate di edifici che si adattano per compensare o ottimizzare il riverbero solare, materiali per le pareti che rispondono ai cambiamenti della temperatura e contengono l’energia incorporata, stoccaggio sotterraneo, pali della luce interattivi, tecnologia sensibile al calore, giardini pensili per la produzione alimentare, produzione di energia rinnovabile, efficienza dell’acqua e riutilizzo dei rifiuti da alimenti biologici.

Anche le moschee diventano ecologiche

moschea istanbul

Al di sopra degli spessi tappeti a motivi geometrici e sotto le alte cupole di molte moschee, cerchi di piccole luci appese al soffitto a spirale che illuminano gli interni in penombra, sono destinati a far risparmiare ai responsabili religiosi, e alla Terra, un bel po’ di risorse. Non parliamo di una moschea in particolare, ma di quasi tutte le moschee della Turchia, dove queste 80.013 luci sono state sostituite con versioni eco-friendly, per un grande risparmio di energia.

L’anno scorso, i responsabili religiosi del Paese hanno annunciato che alcune delle 961.427 luci delle moschee verranno sostituite con 895.390 versioni a risparmio energetico, con una conseguente riduzione del 65% dei costi dell’energia elettrica. Secondo giornale locale Today’s Zaman, la direzione del progetto costruirà il suo successo incoraggiando l’uso diffuso di lampade a risparmio energetico in tutto il Paese.

Il Bikini Car-Wash diventa ecologico grazie alle Angry Green Girls (video)

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Le femministe di solito fanno manifestazioni di protesta dove appaiono arrabbiate e poco disponibili a mostrare la loro “femminilità”. Ma che dire delle ragazze del movimento Angry Green Girls? Sembra che queste modelle stiano ricevendo molta attenzione, più di quando stanno in passerella, facendosi portavoce delle questioni ambientali.

Fondamentalmente, le Angry Green Girls sanno come usare la loro prerogativa “piccante” per attirare l’attenzione per una buona causa ecologica. Queste ragazze hanno organizzato un bikini car-washing, il movimento che va molto di moda negli Stati Uniti in cui delle ragazze molto procaci in costume da bagno lavano le automobili, ma dedicato soltanto alle auto ibride. Non solo. Infatti oltre al lavaggio, le ragazze rimanendo semi-nude sciorinano consigli sui comportamenti ecologici. Difficilmente però qualche uomo, distratto dalle loro curve, gli darà attenzione. Noi l’abbiamo fatto, ed ecco cosa abbiamo scoperto.

Restaurare la biodiversità: la ricetta per far ritornare la Terra in salute

restaurare biodiversità

I ricercatori della Bournemouth University (BU), guidati dal professor Adrian Newton, hanno pubblicato sulla rivista Science di questa settimana un modo per ripristinare ecologicamente le aree degradate. Il metodo da loro indicato è di invertire la perdita di biodiversità a livello mondiale, nonché promuovere il recupero dei servizi ecosistemici.

Tuttavia, la ricerca ha inoltre rilevato che le misure di biodiversità e dei servizi ecosistemici sono più elevate nelle terre incontaminate, acque dolci e sistemi marini rispetto a dei sistemi che andrebbero completamente “restaurati”. Esempi di servizi ecosistemici includono il miglioramento della qualità delle acque e l’aumento dello stoccaggio del carbonio, servizi di cui beneficia il benessere umano.

Manifestazione di Greenpeace a Pechino: “-100 a Copenaghen” (fotogallery)

statue di ghiaccio 1

Mancano solo 100 giorni alla fondamentale conferenza sul clima di Copenaghen, e in Cina sembra non importare a nessuno. Il più grande Paese del mondo, nonché il più inquinante, finora ha fatto tanti begli annunci sui propositi ecologici, ma a conti fatti, non si è prodigato così tanto. A questo punto non poteva che intervenire Greenpeace e manifestare, a modo suo, per porre l’accento su uno dei tanti problemi trascurati dal Governo cinese, la carenza d’acqua.

In Cina abbiamo posizionato cento statue di ghiaccio presso il “Tempio della Terra” a Pechino. Le sculture raffigurano dei bambini e simboleggiano il futuro incerto di oltre un miliardo di persone in Asia la cui sopravvivenza è minacciata dalla mancanza di risorse idriche. I cambiamenti climatici, infatti, stanno causando la perdita dei ghiacciai himalayani che riforniscono i fiumi Gange, Yangtze, Mekong, il Fiume Giallo e altri importanti bacini

spiegano dall’associazione ambientalista, che lancia l’allarme: di questo passo l’80% dei ghiacciai dell’Himalaya andranno perduto nell’arco dei prossimi 30 anni.