Un nuovo dispositivo restituirà l’elettricità attraverso il ghiaccio

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Diverse aziende elettriche nel Sud della California ed una in Colorado hanno recentemente firmato un contratto che servirà per distribuire i dispositivi che immagazzinano energia attraverso il ghiaccio, da installare sui tetti delle case. Le unità utilizzeranno energia elettrica per fare il ghiaccio durante la notte quando la domanda di energia è bassa, e poi usarlo per raffreddare gli edifici di giorno.

Il New York Times descrive l’invenzione così:

Il sistema immagazzina in modo efficace l’elettricità prodotta la notte prima, quando i generatori stanno con le mani in mano, e poi la usa per ridurre la domanda di energia elettrica nei pomeriggi caldi, quando il sistema di generazione è massimizzato. Come nel caso degli impianti di condizionamento d’aria ordinaria, il ghiaccio viene prodotto utilizzando un compressore. Tuttavia, poiché il ghiaccio è prodotto di notte, quando l’aria condizionata è scarsamente richiesta, i costi dell’energia elettrica sono relativamente bassi.

Il fango sostituirà il petrolio nella produzione di plastica

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Circa il 4,6% del petrolio utilizzato nel mondo finisce nella produzione di plastica. Il problema principale delle materie plastiche è che non sono tutte utilizzate per fare contenitori per alimenti e giocattoli a basso costo. C’è plastica in ogni sorta di cose a cui ci affidiamo ogni giorno, dalle forniture mediche all’elettronica. Che cosa ne sarà di tutti quei prodotti se il petrolio dovesse ridursi, o finire del tutto?

Secondo un team di ricercatori giapponesi, potremmo essere in grado di produrre gli stessi oggetti utilizzando un materiale che non è per nulla tossico ed inquinante: argilla, acqua, e un agente addensante speciale.

Eco-guida Greenpeace 2010: Nokia e Sony Ericsson prendono il largo

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Il nuovo anno ha portato delle buone notizie nel campo delle “green-tech“, le nuove tecnologie con un occhio all’ambiente, ma purtroppo anche delle notizie poco piacevoli. Le buone sono che Nokia e Sony Ericsson vanno avanti nel loro impegno sempre maggiore nel tentativo di fornire ai propri clienti dei prodotti sostenibili e dei servizi verdi; e poi c’è da registrare un impegno maggiore che ha riguardato quasi tutti.

Le cattive invece arrivano come al solito dalla Nintendo, che se possibile fa anche peggio rispetto al passato, e da un’indicazione globale che mostra come, a parte le due marche già citate, per il resto il divario con la concorrenza è ancora più marcato rispetto al passato.

La Nokia ormai ha un primato che dura da anni, grazie soprattutto all’eliminazione sempre maggiore delle sostanze tossiche dai suoi prodotti. Il punteggio è buono, 7,3 su 10, ma non ancora ottimale perché sul versante energia deve ancora fare molto.

Anche la Apple entra nel mercato della “smart-grid”

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Può la Apple migliorare l’efficienza energetica di tutti i suoi prodotti come ha fatto per gli smartphone? Pare proprio di sì. Il sito Patently Apple ha scoperto un brevetto depositato dalla società di Steve Jobs, il quale suggerisce che è in previsione una nuova gestione energetica dei suoi prodotti. Lo “Smart Home Energy Management System” (Sistema di gestione intelligente dell’energia domestica), comprende una serie di settori, tra cui quello che piace tanto ai fan della Apple: i gadget.

[Il dispositivo potrebbe collegarsi ad] ogni presa di corrente nella vostra casa o in ufficio in un condotto per l’audio, video e dati. Le tecnologie wireless potrebbero essere inclini al “dead-spot” e poi spegnersi, ma con gli adattatori HomePlug certificati è sufficiente collegarla per pochi minuti e disporre di una connessione Internet ad alta velocità proveniente da ogni presa della casa. Si potrebbe fare la stessa cosa per l’HDTV e iTunes.

Una nuova tecnica permetterà di produrre energia solare in grande quantità anche di notte

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Un salto rivoluzionario potrebbe trasformare l’energia solare da lusso marginale e alternativo in una fonte di energia tradizionale, secondo i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT). Essi infatti hanno superato un importante ostacolo nella produzione su ampia di energia solare: immagazzinare l’energia per l’uso anche quando il sole non brilla.

Fino ad ora, l’energia solare è utilizzata solo di giorno nella maggior parte dei casi, e spesso l’immagazzinamento per un uso successivo è proibitivo e gravemente inefficiente. Oggi, i ricercatori del MIT hanno escogitato un modo semplice, poco costoso, ma altamente efficiente, per immagazzinare l’energia solare.

Inventati megaschermi ecologici che utilizzano il 75% di energia in meno

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I Video-walls, i megaschermi da parete, sono grandi consumatori di energia, ma sono troppo diffusi per i cartelloni pubblicitari, concerti e altri eventi. Ma abbiamo opzioni più ecologiche, come la tecnologia LED di Prysm Inc., che punta a costruire la più grande parete video LED in grado di sostituire quelle che aspirano più un milione di dollari di elettricità all’anno.

Così la società ha lanciato quello che stanno chiamando la soluzione più verde per i megaschermi: il Laser Display Phosphor, o LPD. E’ annunciato come il più eco-friendly, con opzione di basso consumo energetico, una lunga durata, un’elevata qualità delle immagini e zero tossine utilizzate nella fabbricazione. LPD è una nuova categoria di display di grande formato, utilizza un motore laser per “accendere” il fosforo sullo schermo. Il fosforo aiuta diminuire il consumo energetico dei display OLED, e aumentare la qualità del colore presente già a basso consumo energetico grazie al LED.

Tra le migliori invenzioni del 2009: agricoltura verticale, LED e altre invenzioni verdi

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A dir la verità l’agricoltura verticale è nata già nel 2008, ma è soltanto lo scorso anno che ha cominciato ad affermarsi in tutto il mondo. Oggi questa nuova idea di concepire l’architettura è stata inserita alla posizione numero 16 tra le migliori invenzioni del 2009 stilata dalla rivista Time.

La più grande esposizione dell’agricoltura verticale avverrà a breve, quando sarà inaugurato il più alto edificio del mondo a Dubai. Ma il suo punto di forza è che per attuarla di certo non ci vogliono i miliardi degli sceicchi arabi. Basta molto meno.

Ecosia, il motore di ricerca ecologico

Navigare nella rete e nello stesso tempo proteggere le foreste pluviali? Da oggi si può grazie ad Ecosia, il motore di ricerca ecologico, sostenuto da Yahoo, WWF e Bing.  Quasi l’80% dei profitti ricavati grazie alle nostre ricerche su Ecosia finanzieranno infatti un progetto del WWF in Amazzonia. Le stime parlano di una media di due metri quadri di foresta pluviale messi in salvo per ogni singola ricerca.

Un motore di ricerca ecologico non solo per la quasi totale destinazione dei proventi alla lotta contro la deforestazione, ma anche per l’alimentazione ad energia verde dei server.

Una nuova tecnologia laser rende le turbine eoliche più produttive e longeve

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Se uno dei problemi per cui la tecnologia eolica ancora non si è diffusa come meriterebbe, è l’instabilità delle correnti. Oggi però questo dilemma potrebbe essere risolto da un team di scienziati danesi. L’Università di Risø ha recentemente completato il primo test su una turbina eolica con un anemometro laser incorporato, al fine di aumentare la produzione di energia elettrica.

I risultati dimostrano che questo sistema può prevedere la direzione del vento, raffiche di vento e turbolenza. Quindi si stima che le turbine a vento del futuro potranno aumentare la produzione di energia riducendo al contempo i carichi estremi utilizzando questo sistema laser, che noi chiamiamo LIDAR

afferma Torben Mikkelsen, docente della Risø. Questa nuova tecnologia laser danese significa che le turbine a vento sono in grado di “vedere” il vento, prima che colpisca le lame. Dal momento in cui sarà in grado di “predire” il vento, la turbina eolica sarà anche in grado di ottimizzare la sua posizione e regolare le pale in modo che il vento venga utilizzato in modo più efficiente, e la turbina possa avere una vita più lunga.

Le migliori “green tech” che il 2009 ci lascia in eredità

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Anche se i governi del mondo, riuniti a Copenaghen, hanno tentato di concordare un piano d’azione per limitare le emissioni di biossido di carbonio, le innovazioni della tecnologia verde sono il mezzo migliore, o forse l’unico, per riuscire a raggiungere l’obiettivo.

I trasporti hanno continuato ad essere un grande obiettivo in questo senso, nonostante periodi di congiuntura difficile. Negli Stati Uniti il settore è il secondo contribuente alle emissioni, responsabile del 28% del totale delle emissioni del Paese. Di queste, il 60% sono prodotte dai veicoli stradali, ma anche nel resto del mondo i dati non si discostano tanto da quelli americani.

Per fortuna però questi sembrano destinati a cambiare presto. Una vasta gamma di possibili soluzioni sono state esposte a Las Vegas, Nevada, il mese scorso, in merito al concorso Automotive X Prize. Il premio andava a quelle squadre che producevano veicoli già oggi utilizzabili, in grado di viaggiare per 100 miglia con l’energia equivalente di un gallone di benzina (160 km con 3,79 litri, o 42 km con un litro).

Le tecnologie rinnovabili del futuro testate in Antartide

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L’isola King George, uno dei punti più settentrionali del continente Antartico, era una volta una base di caccia e pesca popolare, ma ora è sede di piccoli avamposti di scienziati provenienti da dodici Paesi. Le stazioni russe e cilene, Eduardo Frei e Bellingshausen, sono separate solo di pochi metri, e formano una piccola comunità. Sul versante cileno, c’è una scuola per i bambini delle famiglie che vi abitano, mentre, sul versante russo, una piccola chiesa ortodossa che si trova in cima ad una collina.

Una breve passeggiata al di là della chiesa e si trova l’E-base, una capanna di ricerca come tutte le altre, tranne che per i tubi solari termici, celle fotovoltaiche, turbine eoliche e altro. Il rifugio è diventato famoso nel 2008 per l’aver saputo dimostrare che la tecnologia delle energie rinnovabili è pronta già ora, non lo sarà “un giorno”. In Antartide, le condizioni, si sa, sono estreme, e ottenere anche le energie rinnovabili è più complicato che altrove. Eppure questi scienziati ci riescono.

EcoSnoop, la nuova applicazione ecologica di iPhone

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EcoSnoop è inteso come uno strumento per una forma leggera di consapevolezza

spiega uno dei creatori dell’applicazione iPhone chiamata appunto Ecosnoop. Ancora una volta torniamo su una delle tante invenzioni che questo telefonino (che tutto sembra tranne che un telefono) ci fornisce per cercare di essere un po’ più “verdi”.

Quante volte siete in un locale pubblico o in un palazzo di uffici, e si vedono cose che non sono propriamente ecologiche (rubinetti che gocciolano da tre giorni, uso sospetto di una sostanza chimica, un bidone della spazzatura pieno di oggetti riciclabili gettati a casaccio, ecc.). Se volete fare in modo che qualcosa cambi, o suggerire alternative, ma non avete idea di come fare, in questo vi viene in aiuto l’applicazione.

Inventata bioplastica da materiali rinnovabili

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Un team di scienziati sudcoreani ha prodotto dei polimeri utilizzati per produrre la plastica di tutti i giorni attraverso la bioingegneria, piuttosto che attraverso l’uso di combustibili fossili a base di sostanze chimiche. Si ritiene che la tecnica possa ora consentire la produzione di plastica eco-friendly che è biodegradabile ed a basso contenuto di tossicità.

La ricerca si è concentrata sull’acido polilattico (PLA), un polimero biologico che può servire per la produzione di materie plastiche mediante risorse naturali e rinnovabili. I polimeri sono molecole presenti negli oggetti della vita quotidiana sotto forma di materie plastiche e gomme.

Il poliesteri ed altri polimeri che usiamo tutti i giorni sono per lo più derivati da oli fossili prodotti tramite la raffineria o un processo chimico. L’idea di produrre polimeri da biomasse rinnovabili ha attirato molta attenzione a causa delle crescenti preoccupazioni dei problemi ambientali e il carattere limitato delle risorse fossili. PLA è considerata una buona alternativa alla plastica derivata dal petrolio, in quanto è biodegradabile ed ha un basso tossicità per l’uomo

ha spiegato il professor Sang Yup Lee, che ha guidato la ricerca.

Meccanismi di recupero Co2 esclusi dal ciclo di riduzione delle emissioni

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Stop ai furbetti. La cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) non verranno aggiunti alla lista di tecnologie su cui i Paesi industriali potranno investire per compensare le loro emissioni. A deciderlo è stato l’Onu, dopo che alcuni Paesi hanno espresso riserve durante i colloqui sul clima di Copenaghen.

I negoziatori hanno discusso se accettare o meno la cattura di CO2 da impianti industriali e lo stoccaggio sotto terra come mezzo per contribuire alla riduzione delle emissioni. Ma rinviata ogni decisione in attesa del prossimo anno, questa è stata negata, in quanto nessun consenso è stato raggiunto. Alcuni Paesi hanno proposto di aggiungere il CCS al meccanismo di sviluppo pulito delle Nazioni Unite (CDM), che consente alle imprese dei Paesi ricchi di soddisfare una parte dei loro obblighi climatici investendo in riduzioni delle emissioni nei Paesi in via di sviluppo.