Decreto fonti rinnovabili: aziende GIFI preoccupate

Sulle rinnovabili ammontano a 40 miliardi di euro gli investimenti programmati che sono a rischio, assieme a ben 10 mila posti di lavoro, dopo l’emanazione, nella giornata di ieri, del Decreto sulle rinnovabili da parte del Consiglio dei Ministri. A farlo presente con una nota emessa in data odierna, venerdì 4 marzo 2011, è stato il GIFI che ha sottolineato come le aziende associate siano preoccupate, anzi sconcertate dal Decreto Rinnovabili dopo aver effettuato un’attenta rilettura dello stesso.

Di conseguenza è stato chiesto con urgenza, presso i Ministeri competenti, l’apertura di un tavolo tecnico visto che, in particolare, preoccupa la decisione di rinviare ad un nuovo decreto, entro la data del 30 aprile 2011, la determinazione della quota annua di potenza da impianti da fonti rinnovabili che può essere incentivata; così come le aziende GIFI sono fortemente preoccupate sull’attuale Conto Energia che, stando a quanto emerso dal Decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, si andrebbe ad applicare sono ed esclusivamente a quegli impianti fotovoltaici il cui allacciamento in rete avvenga entro e non oltre la data del 31 maggio del 2011.

Rinnovabili, incentivi più leggeri per eolico e solare

Gli incentivi per la produzione di energia eolica e solare sono ora più articolati. Dopo giorni di proteste e di discussione, i ministeri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente e dell’Agricoltura hanno trovato un accordo sul futuro delle fonti di energia pulita in Italia.

I tagli ci sono, purtroppo, perché il tetto massimo viene abbassato a 8mila megawatt, gli incentivi vengono ridotti e il prezzo del ritiro dei certificati verdi per gli anni 2011-2015 si riduce dal 30 al 22%. Ad aprile verrà emesso un nuovo decreto sul sistema dei bonus dal primo di giugno. Solo allora potremo fare il punto della situazione.

Decreto fonti rinnovabili: Aper, un’occasione sprecata

Sono passate poche ore dal via libera, da parte del Consiglio dei Ministri, all’approvazione del Decreto legislativo sulle rinnovabili che recepisce la relativa direttiva comunitaria. Non c’è stato quel “disastro” che la filiera delle imprese delle rinnovabili, ed in particolare del fotovoltaico, aveva temuto, ma in ogni caso proprio per gli impianti solari resta tutto in sospeso e rinviato a giugno 2011 per quel che riguarda nuove regole ancora tutte da definire e che, di sicuro, saranno oggetto di continue revisioni ed aggiustamenti durante per le prossime settimane.

L’APER, Associazione Produttori Energia da fonti Rinnovabili, alla luce del nuovo Decreto sulle rinnovabili licenziato dal CdM, parla di un’occasione sprecata al fine di andare a sostenere realmente il settore. In particolare, sebbene siano state accolte alcune istanze formulate dagli operatori, per l’Associazione sul nuovo Decreto poche sono le luci e molte le ombre per un provvedimento che nel complesso ha disatteso le grandi aspettative di tutte le imprese che operano in Italia nella filiera delle fonti rinnovabili.

Decreto fonti rinnovabili: Cigl chiede modifiche

Quella di domani, giovedì 3 marzo 2011, sarà una giornata decisiva per il nostro Paese in merito alla produzione di energia pulita. Per le ore 8,30, a Palazzo Chigi, è stato infatti convocato un Consiglio dei Ministri; all’ordine del giorno, in linea con le attese, c’è anche il Decreto legislativo sulle fonti rinnovabili che dovrà essere esaminato, discusso ed approvato al fine di “allineare” l’Italia alla relativa direttiva comunitaria. Gli ultimi giorni sono stati letteralmente infuocati e non solo a livello politico visto che c’è forte preoccupazione in merito ai paletti che il Governo intenderà fissare in materia di impianti, potenza, incentivi e produzione di energia da fonti rinnovabili, a partire dal tanto discusso tetto degli 8 mila MW sul fotovoltaico che ancora non s’è capito se c’è o non c’è.

Di sicuro è lecito attendersi modifiche dell’ultima ora al Decreto legislativo, altrimenti, almeno stando al giudizio ed alle considerazioni fatte dalle imprese della filiera e dalle Associazioni ambientaliste, in Italia si rischia in tutto e per tutto lo stop, una brusca frenata delle rinnovabili con tutto quel che ne consegue anche in merito agli obiettivi di riduzione delle emissioni da qui al 2020.

Rinnovabili, Prestigiacomo: “Non c’è tetto 8000 Megawatt”

Gli 8000 MW li indicammo come obiettivi per il solare fotovoltaico ma non costituiscono un tetto. Così il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ai giornalisti all’indomani delle polemiche sulla proposta di decreto Romani, subito ribattezzata dalle associazioni e dalle categorie del settore come blocca solare.

La Prestigiacomo ci tiene a sottolineare che l’Italia terrà fede agli mpegni assunti in sede europea di raggiungere al 2020 quota 17% di energia prodotta da fonti rinnovabili. Per il Ministro l’equivoco sul tetto di potenza per gli incentivi nasce dagli 8000 MW che al tempo si indicarono come traguardo per il fotovoltaico, dovendo comunicare all’UE come il nostro Paese intendesse raggiungere gli obiettivi concordati.

rinnovabile record italia superato 50% produzione

Rinnovabili, no al decreto blocca solare

La protesta delle associazioni ambientaliste ed ecologiche del Paese mai come ora si fa sentire. L’ennesima violenza allo sviluppo sostenibile e al decollo delle rinnovabili in Italia viene attuata sotto il naso di tutti.

Mi riferisco al decreto legisativo in attuazione della direttiva europea 2009/28/CE, già ribattezzato decreto blocca solare. Come spiegano gli ambientalisti di Legambiente, WWF Italia, Kyoto Club e della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, solo per citare i principali del Paese, con l’attuazione del decreto

non sarebbe possibile offrire un eco-futuro all’energia italiana.

Calcio e rinnovabili: Lega Nazionale Dilettanti scende in campo

In linea con quanto già reso noto nei mesi scorsi, la Lega Nazionale Dilettanti si è assunta l’impegno di promuovere negli impianti dilettantistici italiani sia il risparmio energetico, sia l’utilizzo delle fonti rinnovabili. Ebbene, ora la Lega Nazionale Dilettanti, a seguito di una partnership siglata con l’Istituto per il Credito Sportivo, scende ufficialmente in campo con l’iniziativa “Scendono in campo le rinnovabili” che, nello specifico, prevede la promozione e lo sviluppo, presso gli Enti locali proprietari delle strutture sportive dilettantistiche, di un piano sostenibile che sia in grado di garantire un abbattimento dei costi legati al consumo di energia elettrica.

Al riguardo saranno promosse sia soluzioni per il risparmio energetico, sia per efficientamento tecnologico e per adottare, per la produzione e per il consumo di energia elettrica, l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili che potranno spaziare, tra l’altro, dal fotovoltaico all’eolico e passando per la tecnologia del solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria che è molto utilizzata nelle docce dagli sportivi dilettanti appartenenti alle 15.000 società associate alla Lega.

Kyoto Club, energia 100% rinnovabile al 2050

Buon compleanno Protocollo di Kyoto, e come celebrare questa data, il sesto anniversario della sigla dell’accordo per ridurre le emissioni, se non pubblicando quelli che sono i migliori auspici del Kyoto Club da qui al 2050? Di un mondo 100% rinnovabile avevamo già parlato, c’è chi ha addirittura compilato la lista della spesa per raggiungere questo ambizioso obiettivo che, a dire il vero, ci sembra davvero ancora molto lontano perché, a dir poco, dipendiamo dai combustibili fossili.

Il Kyoto Club la giudica una sfida realistica e ha parlato di come realizzarla nel corso del convegno annuale dell’associazione, svoltosi oggi a Roma, presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio.

Rinnovabili Italia: operatori del settore lanciano gli stati generali

Al fine di chiamare a raccolta tutte quelle aziende che si contraddistinguono per avere un dna “green”, Asso Energie Future e Grid Parity Project, che insieme rappresentano e tutelano gli interessi di ben quaranta società pronte ad investire nel 2011 la bellezza di un miliardo di euro, hanno annunciato nei giorni scorsi d’aver lanciato gli stati generali per una nuova aggregazione che coinvolga sia i produttori di energia da eolico, sia quelli da fonte solare.

L’avvio della partnership tra Asso Energie Future e Grid Parity Project, è avvenuto presso la sede istituzionale del Gestore dei Servizi Energetici in presenza sia dei soci, sia di rappresentati di banche, fornitori di servizi, fondi di investimento e tanti operatori industriali.

Auto elettriche, la Puglia avvia costruzione di 250 colonnine di ricarica

Il principale problema nella diffusione delle auto elettriche non è tanto il prezzo, dato che costano all’incirca quanto le auto normali, ma la difficoltà nell’effettuare una ricarica. Per questo la Puglia ha avviato un’iniziativa per uscire da questa impasse, ed ha dato l’ok ad un progetto per rendere disponibili, già nel 2012, 250 colonnine di ricarica in tutta la Regione.

A volerlo è il Presidente della Regione, Nichi Vendola, sempre sensibile alle tematiche ecologiche (non per altro nel nome del suo partito compare anche la dicitura Ecologia), e probabilmente il viaggio effettuato recentemente in California, dove queste tecnologie sono già realtà, è stato illuminante.

Impianti fonti rinnovabili: rischio stangata sulle bollette

La produzione di energia pulita da fonti rinnovabili rappresenta per il nostro Paese, e non solo, una grande opportunità per l’occupazione, per la protezione ambientale, ma anche per abbattere la dipendenza energetica dai combustibili fossili. Pur tuttavia, il sistema delle incentivazioni è tale che sulle bollette che pagano gli italiani si rischia una vera e propria stangata da rinnovabili.

A ribadirlo è stata l’AEEG, Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas, anche in virtù del fatto che gli incentivi per le rinnovabili in Italia sono tra i più alti al mondo a fronte di oneri nelle bollette energetiche che a carico degli italiani sono in costante crescita. Nel dettaglio, l’Autorità stima che dopo i 2,5 miliardi di euro nelle bollette del 2009, ed i 3,4 miliardi di euro nello scorso anno, per il 2011, senza alcun intervento atto a modificare l’attuale status, gli oneri potrebbero arrivare secondo l’AEEG a 5,7 miliardi di euro.

Energia pulita: un futuro 100% rinnovabile è possibile

Da qui ai prossimi 40 anni, scegliendo a regime la strada della crescita “green” in materia di produzione di energia, le economie mondiali saranno floride e non ci saranno problemi relativi al costo dell’energia, ai cambiamenti climatici ed alla sicurezza dei rifornimenti. Al riguardo il WWF, con il “The Energy Report”, un Rapporto redatto in due anni, ha voluto dimostrare come entro il 2050 si possa arrivare all’obiettivo del 100% di consumo di energia da rinnovabili includendo quindi anche i trasporti. Secondo il presidente del WWF Italia, Stefano Leoni, possiamo costruirci un futuro con le energie alternative che può garantire una migliore qualità della vita, ma al riguardo occorre che si cominci subito.

Nel Rapporto, inoltre, a gran voce ed a chiare lettere, si spiega invece come la strada del nucleare sia da escludere come soluzione alternativa ai combustibili fossili. Questo perché non esiste al mondo un posto che possa definirsi sicuro dove stoccare le scorie derivanti dalla fissione nucleare visto che queste rimangono pericolose per migliaia di anni.

Fonti rinnovabili: GSE ricorda gli obblighi sugli impianti

Escludendo le variazioni gestibili e comunicabili attraverso le applicazioni informatiche attualmente esistenti, tutte le altre, sugli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, devono essere comunicate attraverso una lettera raccomandata che riporta in oggetto e sul plico il riferimento del numero di impianto, unitamente alla documentazione a corredo.

A ricordarlo con un comunicato ufficiale è stato nei giorni scorsi il GSE, Gestore dei Servizi Energetici, riguardo proprio alle eventuali modifiche inerenti gli impianti di produzione di energia che sono alimentati con le fonti rinnovabili. Nel caso in cui queste comunicazioni non vengano acquisite, il Gestore dei Servizi Energetici può riservarsi non solo di andare a sospendere o a risolvere i rapporti in essere, ma anche a adottare ogni provvedimento opportuno, anche in sede penale, fino ad arrivare alla decadenza al diritto alle incentivazioni previste.