Parassiti palme e pini, è invasione di specie aliene nelle foreste italiane

Parassiti palme e pini marittimi: una vera e propria invasione di specie aliene minaccia gli alberi italiani colpendo, oltre ai già citati anche ciliegi, castagni, faggi e frassini. A lanciare l’allarme è il Corpo forestale dello Stato che mette in guardia dai potenziali devastanti effetti di questo fenomeno. A cosa si deve questa proliferazione di parassiti stranieri nei nostri boschi ce lo spiega Enrico Pompei, responsabile per il Corpo forestale dello Stato del monitoraggio delle foreste italiane.

Orsi a rischio estinzione: la Lega vuol mangiarli!

Gli orsi sono a rischio estinzione? Mangiamoci su, con un banchetto a base di carne di orso, ovviamente. E’ questo il modo in cui gli esponenti leghisti (sperando che si tratti di casi isolati) hanno intenzione di affrontare il problema dell’orso bruno. Diverse associazioni animaliste hanno avviato un progetto denominato Life Ursus, sin dal 1996, nel tentativo di salvare dall’estinzione questa specie. Così in questi giorni sono stati introdotti 9 orsi (6 femmine e 3 maschi) nel parco naturale Adamello Brenta, sperando che si adattino e diano alla luce nuovi esemplari. Ma il parlamentare Maurizio Fugatti non è d’accordo.

Uccelli, specie a rischio estinzione locale: l’allarme della LIPU sull’avifauna italiana

Uccelli a rischio in Italia a causa della cattiva qualità dell’habitat forestale. Nello specifico alcune specie come l’astore di Sardegna, la balia dal collare, il fagiano di monte, il gallo cedrone rischiano l’estinzione locale a causa della scarsità di foreste d’alto fusto. A lanciare l’allarme è la LIPU, allertata dai risultati di un recente studio commissionatole dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, incentrato sullo stato di salute dell’avifauna nel nostro Paese. Il 2011, l’anno internazionale delle foreste, ha celebrato l’aumento della superficie forestale italiana ma, ahinoi, non qualitativo, con quanto ne consegue per le perdite nel patrimonio di biodiversità della penisola.

SOS pesci: quali si possono consumare e quali no

Abbiamo dato più volte, su queste pagine, l’allarme per la pesca eccessiva. Lo stress sugli stock ittici comporta l’estinzione di molte specie a causa di un’attività che toglie dal mare più pesci di quanti ne nascano. Molto spesso, anche involontariamente, alcuni pescatori finiscono con il prendere pesci diversi da quelli a cui davano la caccia, a volte perché utilizzano metodi illegali. Ad ogni modo, una grossa fetta di problema sta nel nostro consumo di pesce. Per questo, basandosi sui dati della Marine Conservation Society, Greenpeace ed il Seafood Watch, il Guardian ha pubblicato una lista di specie che possiamo consumare tranquillamente ed altre che sarebbe meglio evitare per non correre il rischio di farle estinguere. Vediamo quali sono dopo il salto.

Animali a rischio estinzione, negli oceani la situazione è disperata

L’International Programme on the State of the Ocean (Ipso) ha appena ultimato la sua ricerca, e prima di pubblicarla (la presentazione avverrà presso il palazzo dell’Onu tra pochi giorni), ha voluto rilasciare un’anticipazione a tutti i media internazionali. Lo studio, che si è concentrato sullo stato delle specie marine, in particolare negli oceani, ha rilevato che la situazione è peggiore di quanto era stato previsto negli ultimi anni. Nell’intervista, rilasciata alla BBC ma che ha immediatamente fatto il giro del mondo, Alex Rogers, coordinatore dei ricercatori, ha definito i risultati “traumatici”.

Specie in pericolo: la Russia blocca le trivellazioni per salvare le balene

Buone notizie arrivano dalla Russia. Nonostante si tratti di uno dei Paesi più spesso messi sotto accusa per le trivellazioni in cerca di petrolio, per una volta il Governo ha deciso di redimersi nel tentativo di salvare una specie in pericolo di estinzione, la balena grigia Occidentale. In alcune delle aree intorno all’isola di Sakhalin, le aziende petrolifere non riceveranno più i diritti di estrazione del petrolio.

Il nuovo regolamento si applica per ora solo ad una sezione delle acque circostanti Sakhalin, anche se numerose società hanno progetti attivi in ​​altre zone nei pressi dell’habitat delle balene dove hanno già stabilizzato quattro piattaforme petrolifere off-shore e diverse piattaforme per il gas. La decisione servirà a bloccare almeno lo sviluppo di altre piattaforme.

Pesce pagliaccio a rischio estinzione per l’acidificazione degli oceani

La prossima “ricerca di Nemo” rischia di esser fatta con il solo ausilio della vista, dato che il pesce pagliaccio più famoso del mondo potrebbe non sentire più quando si chiamerà il suo nome. E’ questo l’allarme lanciato oggi dagli scienziati dell’Università di Bristol, Regno Unito, secondo cui i livelli di acidità che gli oceani rischiano di toccare entro la fine del secolo, potrebbero far diventare sordi questi pesci. Infatti il pesce pagliaccio si salva dai predatori proprio riconoscendone i suoni.

Gli oceani stanno diventando più acidi perché assorbono gran parte della CO2 che l’umanità immette in atmosfera. Gli scienziati britannici, che hanno pubblicato la loro ricerca sulla rivista Biology Letters, spiegano che, in mancanza dello stimolo del pericolo, la sopravvivenza del pesce sarebbe messa in discussione.

Bracconaggio, LIPU e NOA incastrano cacciatore di falchi a Scilla

Un bracconiere intento a fucilare falchi pecchiaioli è stato colto in flagrante dai volontari della LIPU che hanno subito allertato gli uomini del NOA, il Nucleo Operativo Antibracconaggio del Corpo Forestale dello Stato, consentendo di arrestare il cacciatore di frodo prima che facesse altre vittime oltre al falco, un esemplare femmina della specie, già impallinato e stramazzato ai suoi piedi.

E’ successo ieri nel territorio del Comune di Scilla (Reggio Calabria) precisamente in zona “Acqua dei porci”, nei pressi del Pilone di Santa Trada.
Un blitz vincente che testimonia quanto l’impegno dei volontari LIPU che pattugliano le aree particolarmente a rischio per quanto riguarda l’annoso fenomeno del bracconaggio, sia fondamentale per tutelare le specie protette e far rispettare i divieti di caccia nei periodi dell’anno e nelle aree in cui è proibito usare le doppiette. Queste sono le uniche ronde che vorremmo vedere in Italia.

Caccia: la LIPU protesta contro l’uccisione indiscriminata degli uccelli

Come prassi da anni, l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) fornisce i dati sullo stato di salute degli uccelli che transitano in Italia, in modo da regolare la legge sulla caccia. Quest’anno i dati forniti dall’organizzazione sono molto preoccupanti, tanto da aumentare il numero delle specie che non si possono cacciare in quanto considerate in pericolo di estinzione, e ridurre la stagione della caccia ad appena 3 mesi e mezzo.

E la risposta del Governo qual è stata? Anziché attenersi a queste indicazioni, come previsto dall’articolo 18 della legge 157/92, che prevede l’obbligatorietà del parere ISPRA, ha chiesto un nuovo tavolo all’Istituto, probabilmente per ritrattare le indicazioni. Per questo è insorta la LIPU, Lega Italiana Protezione Uccelli, in quanto si teme che il Governo possa “far da solo”, non tenendo conto delle linee guida del suo stesso istituto scientifico.

Biodiversità, nasce in Sicilia l’osservatorio della biodiversità marina e terrestre

Un Osservatorio per monitorare la salute degli ecosistemi e la biodiversità degli ambienti marini e terrestri è stato inaugurato oggi in Sicilia, dopo una fruttuosa collaborazione tra il Dipartimento dell’Ambiente della Regione Sicilia, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente e l’Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca ambientale.

La firma dell’accordo assume ancora più importanza con la Giornata Mondiale della Biodiversità alle porte, e con l’acquisizione dei primi risultati delle ricerche compiute a livello internazionale sulla biodiversità e sugli animali a rischio estinzione.

Biodiversità: un quarto degli animali europei è a rischio estinzione

Si parla tanto di difendere la biodiversità, e spesso gli sforzi per salvare le specie in via d’estinzione vengono fatti in Asia e in Africa. Purtroppo però molto spesso non guardiamo nemmeno in casa nostra, e se lo facessimo ci renderemmo conto che la situazione in Europa è molto seria. Secondo l’ultima rilevazione fatta dalla commissione europea sull’ambiente, pare che circa un quarto degli animali nostrani rischia seriamente di sparire.

Uno di questi potrebbe essere la foca monaca, braccata sin dalla prima metà del 20° secolo e cacciata dal suo habitat a causa del dilagante sviluppo costiero e per la pesca eccessiva in Grecia e Turchia, scesa ad appena 600 esemplari; un altro potrebbe essere la lince iberica di cui si contano oggi appena 300 superstiti che sopravvivono nei boschi e nei pascoli del Sud della Spagna, sempre più ridotti.

Biodiversità, Legambiente: perdita crescente costerà 7% PIL globale entro il 2050

Nell’ambito della Giornata internazionale della biodiversità, alle iniziative volte ad ammirare il patrimonio di flora e fauna protetta e a rischio cui abbiamo ampiamente dato spazio, fa eco una riflessione profonda sulle conseguenze della perdita di diversità biologica ai vertiginosi tassi attuali.

Dell’impatto devastante provocato dalla scomparsa e dalla riduzione di varietà genetica, intesa come risorse, ricchezza, futuro, sopravvivenza, vita ha parlato il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon nel suo messaggio per l’IDB rivolto a tutto il mondo. In Italia è Legambiente, nell’ambito di Terra Futura, anticipando i contenuti del dossier Biodiversità a rischio 2011, a presentare le stime dei danni.

Animali in via d’estinzione: per salvare i salmoni gli Usa aprono la caccia ai leoni marini

Come se la causa dell’estinzione dei salmoni fossero i predatori marini, i responsabili del NOAA hanno deciso che, per salvare una specie in pericolo, bisogna abbatterne un’altra. Capita così che un gruppo di leoni marini della California che ha trovato un “ristorante” sempre aperto di salmoni in via di estinzione alla base della diga di Bonneville, tra Oregon e Washington, è stato condannato a morte.

A parziale discolpa dei funzionari del Fisheries Service del NOAA c’è da dire che questa non è stata la prima soluzione a cui hanno pensato. Per liberare il fiume Columbia dei leoni marini le hanno provate tutte, dai petardi ai proiettili di gomma, ma senza riuscire a dissuaderli. E così ecco trovata la soluzione più drastica.