Bracconaggio, LIPU e NOA incastrano cacciatore di falchi a Scilla

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Un bracconiere intento a fucilare falchi pecchiaioli è stato colto in flagrante dai volontari della LIPU che hanno subito allertato gli uomini del NOA, il Nucleo Operativo Antibracconaggio del Corpo Forestale dello Stato, consentendo di arrestare il cacciatore di frodo prima che facesse altre vittime oltre al falco, un esemplare femmina della specie, già impallinato e stramazzato ai suoi piedi.

E’ successo ieri nel territorio del Comune di Scilla (Reggio Calabria) precisamente in zona “Acqua dei porci”, nei pressi del Pilone di Santa Trada.
Un blitz vincente che testimonia quanto l’impegno dei volontari LIPU che pattugliano le aree particolarmente a rischio per quanto riguarda l’annoso fenomeno del bracconaggio, sia fondamentale per tutelare le specie protette e far rispettare i divieti di caccia nei periodi dell’anno e nelle aree in cui è proibito usare le doppiette. Queste sono le uniche ronde che vorremmo vedere in Italia.

La LIPU da tempo controllava l’area, frequentata da bracconieri a caccia di adorni. Dunque, ieri, intorno alle 14 e 30, al rumore degli spari, ha prontamente allertato il NOA che ha arrestato un pensionato di 61 anni, M.P., di Arangea, che come hobby, a giudicare dall’arsenale che deteneva in casa (gli è stata infatti perquisita l’abitazione), si era trovato un’occupazione a dir poco sanguinaria: uccidere i falchi pecchiaioli. Pensate un po’: ben 16 chili di polvere da sparo, 6mila cartucce, 5 fucili oltre che aggeggi illegali come i richiami elettromagnetici.

Giovanni Malara, coordinatore del campo antibracconaggio LIPU a Reggio Calabria, commenta il successo di questa difficile operazione (c’è stato un vero e proprio inseguimento in un ripido canalone), spiegando quanto sia importante

la presenza sullo Stretto di pattuglie in borghese del NOA per colpire obiettivi specifici. Conferma, inoltre, il profilo criminale del bracconaggio, visto che nell’ultima settimana il CFS ha proceduto al sequestro di tre armi clandestine, probabilmente commercializzate dalla criminalità organizzata, che potrebbero essere state impiegate anche per altri delitti.

Fulvio Mamone Capria, vicepresidente LIPU, auspica una pena esemplare per il bracconiere:

Nel ringraziare il Corpo Forestale per l’attività svolta in difesa dei migratori ci auguriamo che la magistratura punisca con severità questo bracconiere, affinché serva da monito per tutti coloro che continuano a uccidere falchi protetti sfidando la legge.

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