Le 11 città migliori per i ciclisti

biciclette Amsterdam

La Virgin Vacations ha stilato la classifica delle 11 città più “comode” per i ciclisti. Questa classificazione si è basata su una metodologia elaborata dalla Lega dei ciclisti americani (LAB), nota come The Bicycle Friendly Communities Campaign, che si avvale di cinque criteri: ingegneria, incoraggiamento all’uso della bicicletta, istruzione, possibilità di usare la bicicletta e la pianificazione stradale.

Non stupisce affatto che nessuna città italiana compare tra le prime 11. Tre delle prime cinque città si trovano negli Stati Uniti (in tutto sono 4, mentre 7 sono europee), e questo ha sorpreso un po’ anche gli americani stessi, i quali ritengono che le loro città non siano molto eco-friendly. Ma in realtà sono le uniche tre città americane ad aver ottenuto lo status Platinum della Lega. Dopo il salto la lista.

Diamo un valore alla natura

natura

L’intuizione che la natura fornisce servizi per l’umanità non è una novità. Nel 360 a.C. Platone rimarcò il ruolo utile che le foreste svolgono nella conservazione del suolo fertile e, in loro assenza, ha osservato, il terreno si sarebbe trasformato in deserto. L’idea che il valore fornito da tali “servizi ecosistemici” può essere rappresentato dagli ecologisti in un modo che gli economisti possano farci i conti, però, è piuttosto recente.

Un certo numero di pensatori che ne hanno fatto un tema caldo nel decennio passato, si sono riuniti in un meeting sulla biodiversità e i servizi ecosistemici della Royal Society, a Londra, il 13 e 14 gennaio. Hanno guardato i progressi e le prospettive dei loro tentativi di sostenere la conservazione della natura attraverso una migliore acquisizione del valore delle cose (come l’impollinazione, la qualità dell’aria e lo stoccaggio del carbonio) che apparentemente sono gratuite.

Le valutazioni ambientali mirano a risolvere un problema che preoccupa sia gli economisti ed ecologisti: la cattiva allocazione delle risorse. Prendete le paludi di mangrovie. Negli ultimi due decenni circa un terzo delle paludi di mangrovie del mondo, sono state convertite per uso umano, con molte trasformate in allevamenti di preziosi gamberetti. Nel 2007 da uno studio economico di tali allevamenti di gamberetti in Thailandia è emerso che i profitti commerciali per ettaro sono stati 9.632 dollari. Se questo fosse l’unico fattore, di conversione sembra un’ottima idea.

Scegliete l’attività alimentare più sostenibile tramite Facebook

whole foods market facebook

Le applicazioni di Facebook sono pressocché infinite, e si dividono tra divertenti, utili, ma soprattutto inutili. Ce n’è una però che può fare al caso di una persona attenta all’ecologia. Whole Foods ha introdotto un’applicazione Facebook che offre di votare la vostra attività alimentare sostenibile preferita senza scopo di lucro.

Esso vi permette di scegliere tra tre aziende no-profit che comprendono il Non-OGM Project, la Mission Organic 2010, e Growing Power. La vostra scelta farà la differenza. Ogni organizzazione riceverà una donazione di $ 10.000 da Whole Foods Market e il no-profit con il maggior numero di voti riceverà la donazione raddoppiata. Dopo il salto vedremo il programma che le tre aziende no-profit offrono agli utenti.

Venezia città sostenibile-modello?

venezia

Venezia, ci dà un suggerimento per un ambiente pedonale veramente possibile e stimolante.

Queste parole sono state usate da Richard Register, il fondatore della Ecocity Builders, un paio di anni fa. La città veneta gli sembrava un esempio di ecocittà da seguire per tutti, ma Venezia è veramente degna di un tale riconoscimento?

La natura della città che non permette l’uso delle automobili è, ovviamente, quello che più piace a chi sogna uno sviluppo urbano sostenibile.

La prima cosa che si incontra quando ci si avvicina a Venezia è la realtà irrevocabile di dover rinunciare alla propria auto

scrive Daily Kos, che lavora con l’organizzazione Ecocity.

Ecobioball, la palla da golf che si biodegrada e rilascia cibo per i pesci

ecobioball

I nostri mari e gli oceani sono gravemente contaminati, in particolare dai rifiuti di plastica. Essi vanno ad incidere pesantemente sullo stato di salute di animali e piante acquatiche. In un vecchio articolo apparso su Treehugger, intitolato The Great Pacific Garbage Patch: Out of Sight, Out of Mind (Il grande cumulo di immondizia nel Pacifico, lontano dagli occhi, lontano dal cuore), si legge

la distesa galleggiante di rifiuti e detriti nell’Oceano Pacifico è ora su una superficie grande il doppio degli Stati Uniti continentali. Si ritiene che pesi quasi 100 tonnellate di detriti questa vasta “zuppa di plastica”, la quale si estende per 500 miglia nautiche al largo della costa californiana, oltre le Hawaii e quasi fino al Giappone.

Tra il 40 e il 60% dei rifiuti raccolti sulle spiagge è di plastica, secondo il libro “Plastiche Ecologiche” di E.S. Stevens. Il cestino ha spesso viaggiato per chilometri prima di essere “risciacquato” a riva da qualche parte. Ma tutte queste cose sono probabilmente note alla maggior parte del pubblico. Quello che però nessuno pensa è che una grossa parte di questo inquinamento plastificato si potrebbe evitare stando attenti alla propria attrezzatura quando si gioca a golf: una grossa parte dell’inquinamento di oceani, laghi e fiumi proviene dalle palline lanciate da qualche appassionato.

I club calcistici più eco del mondo

Princes Park Stadium

Il calcio ormai fa parte della vita quotidiana di tutti noi, e come ogni cosa della nostra vita, può contribuire alla conversione ecologica del pianeta. Il quotidiano britannico The Guardian ha deciso di stilare una specie di classifica delle squadre di calcio più ecologiche, ed ha scoperto che purtroppo il club che più di tutti ha fatto per l’ecologia non è uno dei big con le disponibilità milionarie, ma il piccolo Dartford FC, una squadra che gioca in un campionato che da noi corrisponderebbe all’incirca all’Eccellenza (intorno al sesto-settimo livello sotto la serie A), il quale ha uno stadio con capacità di soli 4.100 posti, il Princes Park Stadium, ma che ha le credenziali verdi da fare impallidire anche Al Gore.

Sul tetto sono installati pannelli solari per fornire acqua calda; nella struttura c’è anche un piccolo lago per raccogliere l’acqua piovana che viene poi riciclata, negli spogliatoi c’è un rivestimento in legno per l’isolamento, ed anche i riflettori in campo sono

volutamente posizionati sotto il livello del terreno circostante, al fine di ridurre il rumore e l’inquinamento luminoso per la popolazione vicina.

Anche i voli per le partite fuori casa non rappresentano un problema inquinante. Infatti, la natura geografica del campionato mantiene anche un controllo sull’impronta di carbonio del club , visto che le squadra avversarie sono tutte molto vicine. Inoltre il parco auto di proprietà della squadra durante la settimana viene utilizzato come parte di un servizio che incoraggia l’uso del trasporto pubblico.

Anche il Papa lancia un messaggio ambientalista

papa benedetto xiv

Come gli altri suoi “colleghi” leader delle altre religioni mondiali, anche Papa Benedetto XVI ha voluto far sentire la sua voce a proposito della lotta al cambiamento climatico. Per farlo ha usato il suo tradizionale discorso di inizio anno, recitato ieri, invitando la gente, non solo i fedeli, ma anche coloro che credono in un’altra religione, o gli atei, a cambiare il proprio stile di vita per salvare il pianeta, dicendo che la responsabilità ambientale è un fattore essenziale per la pace globale.

Ricordando che i leader mondiali erano riuniti a Copenaghen il mese scorso per la conferenza sul clima delle Nazioni Unite, il Papa ha detto che un’azione a livello personale e comunitaria può essere altrettanto importante per la salvaguardia dell’ambiente.

Tuttavia, in questo momento, vorrei sottolineare l’importanza delle scelte degli individui, delle famiglie e delle amministrazioni locali per preservare l’ambiente

ha detto il Papa alle migliaia di fedeli riuniti in piazza San Pietro.

Luci di Natale, uno spreco solo in alcuni casi

luci di natale

Il tuo io-ecologico interiore protesta ogni volta che il tuo dito accende quella serie di lampadine sull’albero di Natale? La vostra preoccupazione può essere infondata, a seconda di dove si usano queste luci.

Sappiamo tutti che le lampadine ad incandescenza sono molto inefficienti. Una lampadina ad incandescenza standard produce 60 watt di luce ed ha un rendimento del 2,1% di luminosità (cioè di tutta l’energia che riceve, solo il 2,1% si trasforma in luce, mentre il resto diventa calore e viene disperso); e i bulbi più piccoli sono anche meno efficienti, probabilmente intorno all’1,5% come quelli classici delle serie natalizie.

Soros propone un meccanismo economico infallibile per garantire i fondi ai Paesi poveri

soros

Il miliardario George Soros ha proposto un modo per liberare fondi per aiutare i Paesi in sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici. Egli propone che i Paesi sviluppati prestino il denaro ricevuto in diritti speciali di prelievo (DSP), dal Fondo monetario internazionale (FMI) nel mese di settembre, da far restituire al Fondo di modo che possa essere distribuito per i progetti nei Paesi poveri.

Il mondo sviluppato ha ricevuto più di 150 miliardi dollari, ma in realtà non hanno alcun modo per utilizzarli tutti

ha spiegato Soros alla CNN. Il magnate ha affermato che il premio potrebbe essere distribuito attraverso il Fondo monetario internazionale, tramite un “Fondo Verde“, che investirebbe in progetti volti a ridurre le emissioni di carbonio.

Diminuire le emissioni? Una missione a costo (quasi) zero

auto elettrica

Gli oppositori della riduzione delle emissioni, specialmente gli americani, ma anche qualcuno qui in Italia, portano a sostegno della loro assurda tesi anche la motivazione del rincaro dei prezzi. Secondo questi irresponsabili infatti, l’energia solare, eolica e tutte le altre rinnovabili che si potranno ottenere nei prossimi anni costeranno molto di più rispetto a quanto non possono fare oggi petrolio, gas e carbone. Per fortuna non è così.

Secondo le stime di Cambridge Econometrics, una società di consulenza che fornisce modelli econometrici al governo britannico, è possibile raggiungere il taglio richiesto dai Paesi in via di sviluppo a quelli ricchi, cioè il -80% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050, con costi molto contenuti.

L’albero di Natale più ecologico è l’albero vero

albero di natalePuò non suonare come “ambientalista”, ma abbattere un albero vero per Natale è in realtà il modo più ecologico, rispetto al tipo artificiale, di festeggiare.

E’ un po’ controintuitivo per le persone

ha detto Clint Springer, un biologo dell’Università Saint Joseph’s di Philadelphia. A causa delle preoccupazioni per la deforestazione in tutto il mondo, naturalmente, molte persone temono che l’acquisto di un vero albero potrebbe contribuire a tale problema. Ma la maggior parte degli alberi di Natale che vengono venduti in questi giorni non sono cresciuti nella foresta, ma nelle aziende che li piantano con lo scopo esplicito di tagliarli proprio per le festività.

Inoltre, guardando il problema da una prospettiva di gas ad effetto serra, gli alberi veri sono

la scelta più ovvia

continua Springer.

5 eco-crimini che compiamo ogni giorno

spreco di cibo

Tutti stiamo aspettando che da Copenaghen esca una risoluzione che possa evitare che questo nostro Pianeta si riscaldi troppo. Ma a dirla tutta, la risoluzione ce l’abbiamo sempre avuta sotto gli occhi e non ce ne siamo mai accorti. Ognuno di noi nel mondo compie almeno 5 eco-crimini ogni giorno o quasi.

Provate a chiedervi: quanto vivo ecologicamente io? Si potrebbe pensare che si sta facendo qualcosa per l’ambiente, evitando di bere l’acqua in bottiglia, acquistando prodotti locali ed riutilizzando le buste di plastica, ma è probabile che tutti abbiamo alcune abitudini che sono molto più dannose per l’ambiente di quanto non ci ci si renda conto. Quali sono le vedrete dopo il salto.

Quanto è grande una tonnellata di CO2 (fotogallery)

cubo tonnellata di co2

Alfio Bonanno, artista italiano, insieme all’architetto americano Christophe Cornubert, presenterà un’installazione che rappresenta una tonnellata di biossido di carbonio a Copenaghen il prossimo mese, mentre la città ospita la Convenzione quadro dell’ONU sui cambiamenti climatici (UNFCCC).

Il cubo misura 27 metri per 27 per 27, e rappresenta l’impronta di carbonio mensile della persona media in Europa ed in alcune altre parti del mondo, o la quantità di carbonio prodotta da ciascun cittadino degli Stati Uniti in due settimane. Il 7 dicembre, i leader mondiali si impegneranno (si spera) a combattere il cambiamento climatico. Per farlo si riuniranno a Copenaghen in un congresso organizzato dall’ONU.

Qualche cyber-regalo ecologico per Natale

dispositivo di risparmio energetico

Natale è ormai alle porte, e già comincia a salire la febbre dei regali. Cosa donare, specialmente a genitori e parenti di una certa età? Anziché la solita cravatta, sciarpa o ciabatte di cui, vi possiamo assicurare, hanno già gli armadi pieni, possiamo fare dei regali ecologici, che sicuramente sarebbero graditi perché raramente sono presenti nelle nostre case. Unico problema, vanno acquistati on-line perché in Italia difficilmente si trovano.

Molti dei prodotti disponibili oggi hanno gli stessi difetti: non duranto tanto, sono ad alta intensità di energia per la loro fabbricazione e nel loro utilizzo. E allora perché non cercare dei prodotti che durano a lungo e fanno anche risparmiare energia? Dopo il salto alcune idee regalo per gli amanti della tecnologia.