Anche le moschee diventano ecologiche

moschea istanbul

Al di sopra degli spessi tappeti a motivi geometrici e sotto le alte cupole di molte moschee, cerchi di piccole luci appese al soffitto a spirale che illuminano gli interni in penombra, sono destinati a far risparmiare ai responsabili religiosi, e alla Terra, un bel po’ di risorse. Non parliamo di una moschea in particolare, ma di quasi tutte le moschee della Turchia, dove queste 80.013 luci sono state sostituite con versioni eco-friendly, per un grande risparmio di energia.

L’anno scorso, i responsabili religiosi del Paese hanno annunciato che alcune delle 961.427 luci delle moschee verranno sostituite con 895.390 versioni a risparmio energetico, con una conseguente riduzione del 65% dei costi dell’energia elettrica. Secondo giornale locale Today’s Zaman, la direzione del progetto costruirà il suo successo incoraggiando l’uso diffuso di lampade a risparmio energetico in tutto il Paese.

Riciclaggio, energie pulite e non solo: cominciano gli US Open di tennis

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L’US Open è sicuramente uno degli eventi sportivi più importanti dell’anno. Oltre 700.000 persone partecipano alle oltre due settimane del torneo di tennis al Billie Jean King National Tennis Center di Queens, New York. Così le organizzazioni hanno intensificato i loro sforzi ecologici e hanno colto al volo l’occasione. Nel complesso è stato uno sforzo davvero impressionante tra riciclaggio, compostaggio, recupero delle energie rinnovabili, trasporti, servizi di ristorazione e merchandising. Ecco i dettagli:

Riciclaggio: il 100% dello spazio della struttura è coperta dal materiale per il riciclaggio. Per raggiungere questo obiettivo sono stati spesi 200.000 $ per garantire che ovunque ci sia un bidone della spazzatura e un contenitore per il riciclaggio al suo fianco. Per quanto riguarda la quantità di rifiuti effettivamente prodotta, questa non sarà effettivamente conosciuta in dettaglio fino a dopo che il torneo sarà finito. Vengono riciclate anche le palline da tennis. In media una delle palline gialle è composta da una custodia di plastica, un anello in metallo ed una copertura in plastica. Nel corso delle qualificazioni per gli US Open sono state utilizzate 17-20.000 lattine di palle da tennis (per un totale di circa 60 mila palline).

Legge di Wilson:”salvare l’ambiente per salvare l’uomo, non il contrario”

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Cosa fare per salvare il mondo dalla distruzione? Secondo E. O. Wilson, docente dell’Università di Harvard e uno dei primi ambientalisti della storia, il primo ingrediente della ricetta della salvezza è proteggere la biodiversità. Intervistato dalla rivista New Scientist, l’autore dell’Enciclopedia della Vita, spiega la cosiddetta “legge di Wilson“.

Si dice che se si salva l’ambiente, si salva automaticamente l’uomo. Ma se si tenta solo di salvare l’uomo, si perderanno entrambi. Quando si parla di ecologia, i media e il pubblico pensano subito all’inquinamento o alla carenza di acqua dolce. Loro capiscono e vogliono fare qualcosa. Ma questo è il mondo fisico, quello dell’uomo; la preoccupazione per l’ambiente è stata lenta a decollare, ma ora che abbiamo fatto abbastanza progressi, dovremmo prevenire la distruzione di ecosistemi e specie.

La maggior parte degli americani ha solo la vaga nozione di cosa si parla, quando si tratta di cambiamento climatico. Eppure, quando si tratta di ambiente in pericolo, hanno subito paura di perdere qualcosa che a malapena capiscono.

Meno parole, più fatti: ecco le idee dei giovani sul futuro dell’ecologia

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Alcuni mesi fa Gus Speth, capo uscente della Yale University School of Forestry sugli Studi Ambientali ed ex capo del UNDP, spiegò in molti modi che ci vuole un cambio generazionale per fare in modo davvero che la sostenibilità ambientale rientri nella società.

Ed ecco alcuni rappresentanti di questa nuova generazione riuniti per il Tunza Children & Youth Conference in Corea del Sud: 700 giovani da ogni nazione di quelle che fanno parte delle Nazioni Unite, nell’ambito della campagna sul clima denominata “Seal the Deal!” (chiudi l’accordo). Il messaggio al mondo della politica è stato chiaro: “Abbiamo bisogno ora di più azioni e meno parole” sui cambiamenti climatici e sulla sostenibilità:

E’ della nostra vita che stiamo parlando!

Gli psicologi ci salveranno dal riscaldamento globale

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Non sono convinto che la situazione sia così brutta come gli esperti dicono…E’ colpa di tutti gli altri…Anche se faccio qualcosa, non farà alcuna differenza.

Questo è solo un estratto del lungo elenco dei motivi per cui la gente non fa nulla per combattere il riscaldamento globale. Questo mese, l’American Psychological Association (APA) Task Force ha pubblicato un rapporto che evidenzia queste e altre barriere psicologiche, ma spiega anche il modo di convincere ad agire per il bene del nostro Pianeta.

Esistono infatti dei “trucchi” che possono essere introdotti dalle aziende o associazioni per favorire un comportamento eco-friendly. Lo psicologo Mark Van Vugt della Libera Università di Amsterdam, nei Paesi Bassi, descrive gli elementi della natura umana che ci spingono ad agire altruisticamente. Tra i diversi gruppi di persone che possono avere interessi e motivazioni ben distinti, alcuni messaggi cercano di modificarne i comportamenti, i quali però devono essere adattati agli interessi dei singoli gruppi.

Lavorare con le energie rinnovabili fa bene alla salute

installatori pannelli solari

L’espansione delle energie rinnovabili dovrebbe migliorare sensibilmente lo stato di salute degli attuali 700.000 lavoratori occupati nel settore energetico negli Stati Uniti. A stabilirlo è uno studio del Medical College of Wisconsin, a Milwaukee. La loro ricerca, pubblicata sul Journal of American Medical Association da Steven Sumner e Pietro Layde, ha esaminato i rischi per la salute dei lavoratori nelle industrie con fonti energetiche rinnovabili rispetto a quelle con combustibili fossili.

Il rischio di lesioni e la morte sul lavoro tra i lavoratori è un costo nascosto, noto come “esternalità“. Essa porta ad una serie di problemi dovuti a danni all’ambiente ed effetti negativi sulla salute umana causati da inquinamento, lesioni e morte tra i lavoratori nel settore energetico.

Il Dr. Sumner ha esaminato i rischi per la salute umana associati con i tradizionali combustibili fossili, quali carbone, petrolio e gas naturale, rispetto alle fonti di energia rinnovabili come l’energia eolica, solare e biomassa. L’energia eolica e solare sembrano offrire minor rischio di lesioni e di morte sul lavoro rispetto ai tradizionali combustibili fossili nella fase di estrazione dell’energia, dove per quanto riguarda il vento e il sole è minimizzato o eliminato. La biomassa, composto di biocarburanti, rifiuti organici, legno e combustibili derivati, che attualmente rappresenta più della metà del consumo di energia rinnovabile negli Stati Uniti, non sembra offrire un significativo vantaggio per la sicurezza dei lavoratori rispetto ai combustibili fossili.

Sbarcano in Italia le Transition Town. La prima a Monteveglio (Bo)

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Tra i tanti movimenti ambientalisti esistenti al mondo ce n’è uno molto particolare, che non professa soltanto l’arte dell’ecologia, e non fa delle sporadiche azioni dimostrative, ma che vive secondo natura a 360 gradi. Il movimento è quello delle Transition Towns, e prevede che un’intera cittadina viva senza emettere nemmeno un grammo di CO2. La prima nata in Italia si trova a Monteveglio, in provincia di Bologna, ed è già diventata un mito.

I montevegliesi, che da oggi si dovranno chiamare transition townies, hanno detto no al petrolio, e l’energia di cui hanno bisogno se la procurano con le fonti rinnovabili, solare su tutte. Ma non solo. Per poter abbattere le emissioni, sono letteralmente bandite frutta e verdura provenienti da regioni lontane. Tutti i vegetali sono coltivati negli orti del paese o di quelli vicini. Ma non finisce qui.

I 10 più grandi visionari dell’ecologia: ecco le loro teorie (seconda parte)

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Siamo giunti alla seconda e ultima parte dedicata ai grandi visionari dell’ecologia; quelle persone che ci permettono oggi di conoscere di più sul mondo ambientalista e sui problemi che attanagliano la Terra, perché li hanno segnalati per primi.

Riprendiamo la nostra lista quindi con David Suzuki, il primo a denunciare e combattere il fenomeno del cosiddetto “Greenwashing“. Si tratta di una pratica piuttosto comune soprattutto tra i politici, e cioè professarsi ecologisti o attuare pratiche con finalità (almeno apparenti) ambientaliste, per poi fare i propri interessi, magari a discapito proprio dell’ambiente. Suzuki, zoologo e biologo di fama mondiale, porta avanti la sua lotta dagli anni ’70 in oltre 40 nazioni attraverso i suoi 43 libri in cui si incoraggia la popolazione a vivere secondo natura, utilizzando le energie rinnovabili e cibandosi di alimenti provenienti da colture/caccia/pesca sostenibili. Oggi gestisce una radio a Vancouver da cui continua a professare il suo pensiero.

I 10 più grandi visionari dell’ecologia: ecco le loro teorie (prima parte)

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L’era di Woodstock, oltre a contribuire enormemente alla cultura musicale, ha fatto anche nascere il movimento ambientalista, facendolo diventare una vera e propria lotta-verde fino ai giorni nostri. In questo periodo sono nati (scientificamente parlando) dei visionari-verdi che con il loro ingegno già 40 anni fa avevano cominciato a mettere in guardia il mondo dal riscaldamento globale, dalla crescita della popolazione, sulle energie rinnovabili e sulla conservazione della natura. Il nostro intento di oggi è di far conoscere tali geni alle nuove generazioni e di capire le loro teorie spiegate in poche parole, e renderci conto di quanto vicini fossero andati alla problematica attuale, nonché le loro posizioni odierne. Lo faremo in due puntate. Oggi conosceremo i primi 5 “eroi”, domani altri 5.

1. James Lovelock: inventore della teoria su “Gaia”. La sua teoria che ha affascinato diverse generazioni è che esiste una “Gaia”, cioè un sistema più grande che comprende tutti i sistemi complessi della Terra, i quali interagiscono per creare le condizioni per la vita sul nostro pianeta. Lovelock ha lavorato sui clorofluorocarburi atmosferici ed è un sostenitore del nucleare. Oggi vive in Cornovaglia, Inghilterra, in un fienile trasformato in laboratorio, fa esperimenti sull’energia nucleare perché crede che sia il solo modo per fermare il riscaldamento globale. Egli ritiene che la situazione è disperata, e che il 90% della popolazione umana sarà uccisa entro il 2100 dall’effetto serra.

Perché il comportamento comune non è ecologico? Ecco i motivi degli psicologi

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Alcuni studi effettuati negli Stati Uniti hanno rivelato il perché è così difficile per il cervello umano comportarsi adeguatamente per migliorare il pianeta. La domanda che si pongono in molti è: se tutti conoscono le buone norme per mantenere pulito il mondo, perché sono in pochi ad adottarle? A risponderci ci ha pensato l’American Psychological Association (APA) che ha appena completato uno studio sul perché le persone sono così lente quando si tratta di lotta al cambiamento climatico. La loro conclusione? Semplice. E’ psicologica.

La relazione afferma che vi sono una serie di barriere mentali che impediscono alle persone di agire, anche se sono convinte che il cambiamento climatico sia una grave minaccia. Ma risalendo nell’elenco delle priorità personali, nella maggior parte dei casi il cambiamento climatico non è considerato un pericolo immediato e, quindi, la necessità di agire è meno urgente.

Eco-festival: la musica inaugura il filone ecologico

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Dopo il cinema, anche la musica vuol dare la sua mano all’ambiente, e lo fa con il suo mezzo migliore l’aggregazione tramite concerti. Da oggi fino al 21 agosto in Salento, e dal 2 al 5 settembre all’Idroscalo di Milano ci saranno una serie di eventi che inaugureranno la nuova stagione degli eco-entertainment, cioè degli spettacoli ecologici.

In attesa che anche i grandi cantanti aderiscano all’iniziativa (nell’ultimo tour Ligabue ci ha provato, alimentando parte del suo palco con delle turbine eoliche), alcuni cantanti di un certo livello si esibiranno su palchi di mezza Puglia in un contesto tutto ecologico. Non poteva di certo mancare l’approvigionamento dell’energia elettrica tramite pannelli fotovoltaici. Il sistema di audio e video sarà a basso consumo, probabilmente con luci LED o comunque lampadine a basso consumo, in maniera tale che la sola energia solare accumulata potrà essere sufficiente per dare luce all’evento.

I primi ambientalisti furono i Maya 3000 anni fa

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In molti potrebbero pensare che la “vecchia scuola dell’ecologia”, cioè gli inventori dell’ambientalismo, si possa attribuire agli hippie degli anni ’60. Ma in realtà i figli dei fiori si possono indicare piuttosto come i “nipoti” dei primi ambientalisti, e cioè i Maya che cominciarono queste pratiche 3000 anni fa. Un nuovo studio pubblicato sul Journal of Archaeological Science conclude che gli antichi Maya, non solo praticavano efficacemente la gestione e la conservazione forestale, ma anche che, quando abbandonarono la pratica, questo fu dannoso per l’intera civiltà.

I ricercatori hanno scoperto che i Maya vietavano il taglio degli alberi in alcune aree fino al tardo periodo Classico. Dopo una cruenta battaglia, la ricostruzione della città di Tikal richiese tantissime risorse, e i nuovi governanti decisero di sfruttare le foreste proibite per ottenere la legna di cui avevano bisogno.

Justin Timberlake inaugura il suo golf club ecologico

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Nella corsa di Hollywood alla stella più ecologica, si aggiunge anche Justin Timberlake. L’ex membro degli N’Sync sta guadagnando qualche eco-credito con il suo nuovo campo da golf fatto costruire a Memphis, Tennessee, la sua città natale. L’apertura è prevista per oggi, 25 luglio, ed in questo progetto il cantante/ballerino ha investito 16 milioni di dollari per rendere “verde” il campo da golf, e non soltanto come colore. Il progetto rientra in uno più ampio, avviato da qualche tempo negli Stati Uniti, di rendere quante più strutture pubbliche il più possibile ecologiche.

Originariamente chiamato Woodstock Hills, il campo da golf è di vecchia data. In realtà è stato il primo posto in cui Timberlake ha imparato a colpire una pallina da golf, e da allora è stato avvolto da questa passione.

5 antichi lavori che nessuno sapeva fossero ecologici

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Quando si pensa di ai posti di lavoro ecologici, cosa vi viene in mente? Installatore di pannelli solari, produttore di turbine eoliche, consulente per l’efficienza energetica, specialista per il ripristino degli ecosistemi, e tanti altri nuovi lavori dei cosiddetti “colletti verdi“. Queste sono tutte parti della futura green economy, ma è importante notare che molti posti di lavoro che già esistono da decenni, quando non da secoli, anche se non sono stati pensati per essere ecologici. Essi hanno permesso fino ad oggi un’economia sostenibile, e forse meriterebbero maggiore rispetto. Vediamo di quali lavori si tratta.

1) Sarto. Cotone biologico prodotto in modo sostenibile e altri tessuti naturali o riciclati sono solo una parte dell’eco-abbigliamento. Prima di arrivare al prodotto finito, le materie prime vengono spedite da una parte all’altra del mondo tra le varie fabbriche. Ma se c’è un modo veramente sostenibile per produrre abbigliamento, l’unico è il lavoro del sarto. Si conosce la provenienza sia dei tessuti che della lavorazione, ed anche se il loro costo è mediamente più elevato, sappiamo che indossando un vestito fatto in questo modo, si fa del bene all’ambiente, ed anche a sè stessi perché si sa cosa si indossa.