Centrale nucleare di Fukushima, “progressi lenti ma decisi”

di Redazione 2

L’uscita di fumo dal reattore numero 3 della centrale nucleare di Fukushima ha fatto evacuare tutto il personale, 580 persone tra operai, tecnici ed esperti; eppure dalla centrale giapponese arrivano parole di speranza, i “progressi lenti ma decisi” fanno ben sperare in una ripresa del controllo sulla centrale. Rassicuranti anche le parole del premier giapponese Naoto Kan.

L’aumento della pressione del reattore numero 3 della centrale nucleare potrebbe essere contenuto con un’operazione di areazione, disposizione che si sta valutando in queste ore.

Nel frattempo, per tutta la mattinata, le autopompe dei vigili del fuoco e delle forze di autodifesa hanno riversato oltre 3.700 tonnellate di acqua sul reattore per abbassare la temperatura. Già da ieri si lavora anche sul reattore numero 4, nello specifico nella piscina del combustibile esausto. Le autorità giapponesi hanno disposto dei test per monitorare la radioattività nelle acque del mare limitrofe alla centrale  nucleare di Fukushima. Come ha spiegato il responsabile dell’Agenzia per la sicurezza nucleare

E’ possibile che sostanze radioattive anche se in piccola quantità, si siano propagate nel mare.

Considerato il basso livello di radioattività nell’aria, rassicura il portavoce dell’Agenzia, non dovrebbero esserci problemi per la salute umana e per gli ecosistemi marini. Tassi di radioattività sono stati rilevati tuttavia su alcuni alimenti: in particolare la presenza di iodio 131, è stato trovato su latte, spinaci e fave, alimenti che non potranno uscire dal Giappone per i prossimi mesi; e nell’acqua di rubinetto di Tokyo e di altre città.

Il bilancio delle vittime, a 10 giorni dal terremoto e dallo tsunami, supera le 18.000 persone, secondo i dati riportati dalla polizia giapponese. Il danno economico subito dallo Stato, per l’assicuratore svizzero Swiss Re, si aggira invece attorno ai 1,2 miliardi di dollari. Le perdite economiche di questi giorni non dovrebbero, tuttavia, causare ulteriori perdite per gli assicuratori anche perché le centrali nucleari non sono assicurate contro disastri naturali come i terremoti e gli tsunami.

[Fonte: Il Corriere della Sera]

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