Cina, il tasso di inquinamento si fa preoccupante

di Redazione 3

Il 90% dei giorni nei primi sei mesi in questo 2010 hanno registrato una qualità dell’aria che raggiunge o supera lo standard nazionale di inquinamento nelle 113 più grandi città della Cina, con un calo di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ad annunciarlo è una relazione sulla qualità ambientale rilasciata dal Ministero della Protezione Ambientale cinese, il quale finalmente ammette che anche il Paese del Sol Levante qualche piccolo problemino ambientale ce l’ha.

La quantità di particelle inalabili, un importante indice di inquinamento atmosferico, è stata mediamente di 0,091 milligrammi per metro cubo in queste città, aumentando di 0,002 milligrammi per metro cubo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

E’ stata la prima volta per queste città che si è registrato un calo del numero di giorni con una buona qualità dell’aria e un aumento della concentrazione di particelle inalabili dal 2005. Una grave situazione nella lotta contro l’inquinamento

ha spiegato il portavoce del ministero Tao Detian. Il peggioramento dell’inquinamento atmosferico urbano è stato principalmente causato dalle tempeste di sabbia, spiega il vice-presidente dell’Accademia Cinese delle Ricerche sulle Scienze Ambientali, ma hanno avuto il loro peso anche la costruzione e i progetti industriali dovuti alla ripresa economica, ed il rapido aumento delle automobili.

La relazione del ministero ha anche avvertito che la Cina è ancora di fronte ad una “sfida grave” nella lotta contro l’inquinamento, la quale non riguarda solo la qualità dell’aria, ma anche ad esempio l’approvvigionamento idrico dopo che è stato constatato che più di un quarto delle acque del Paese sono contaminate.

Le autorità per il controllo ambientale hanno scoperto che il 26,4% dei campioni di superficie del Paese raggiungeva i livelli IV e V, cioè buoni solo per l’uso industriale e per l’irrigazione agricola. La Cina classifica la qualità delle acque in sei livelli, che vanno dal livello I, l’acqua buona da bere, al livello VI, che è troppo inquinata per qualsiasi scopo. Lo scorso anno la percentuale delle acque che raggiungeva tali livelli era del 24,2%, anche se l’anno precedente aveva gli stessi livelli di questo, attestandosi sul 26,5%.

Le statistiche indicano che più della metà delle acque in Cina è oggi al di sotto dello standard nazionale di qualità delle acque dal grado I al grado III, il che significa che le forniture non possono essere utilizzate come acqua potabile

ha spiegato Ma Jun, direttore dell’Istituto degli affari pubblici e ambientali, il quale ha aggiunto che la causa principale è l’eccessiva quantità di azoto proveniente dall’aumento massiccio di rifiuti di origine animale dal settore dell’allevamento e dallo smaltimento abusivo delle acque reflue in aree urbane nei corsi d’acqua. Una situazione già grave che peggiora considerando i grandi mari cinesi come il Mare Bohai ed il Mar Cinese orientale il cui inquinamento è considerato “grave” a causa delle imprese chimiche e petrolifere che hanno stabilimenti sulle zone costiere, le quali scaricano le acque reflue senza limiti. Senza contare il fenomeno della marea nera che ha colpito anche la Cina.

Fonte: [China Daily]

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