Disastri petroliferi, quello che gli spot non dicono

di Redazione 1

A seguito dell’incidente ad una piattaforma petrolifera della Shell, avvenuto ad agosto nelle acque del Mare del Nord, a largo delle coste scozzesi, l’ultimo in ordine di tempo ma non il più grave, gli ambientalisti sottolinearono come oggi si dia quasi per scontato, come un effetto collaterale qualunque, che qualche, si fa per dire, barile di greggio prima o poi si riversi in mare, un po’ come gli incidenti aerei, ogni tanto può capitare che qualcuno cada, in fondo ne volano tanti ogni giorno senza che succeda niente. Una logica assurda che porta le compagnie ad ammettere le loro responsabilità e tanti saluti, la sicurezza rimane un punto debole della catena, un fattore trascurabile e trascurato dal momento che spesso sono anelli piccoli dei meccanismi a saltare provocando disastri immani o peggio semplici incomprensioni nei comandi.

I loghi delle compagnie petrolifere con il loro sfondo verde falso hanno del ridicolo così come gli spot sullo sviluppo sostenibile che ci propinano in tv come un ritornello stonato, sull’energia che muove (o che muore?)  il mondo. Dovrebbero chiederci di muoverci di meno e riflettere di più su dove stiamo andando mentre ci spostiamo perché se l’energia ci serve per sprofondare nel baratro forse è meglio rallentare il passo ed alleggerire l’impronta.

L’autorizzazione di Obama a perforare in Artico, concessa alla Shell a pochi giorni dall’ultimo disastro, ad esempio è una spinta decisamente folle. Un disastro in quell’area sarebbe di una portata immensa dal momento che le operazioni di pulizia e di messa in sicurezza troverebbero nel clima ostile un nemico acerrimo. Per non parlare degli effetti a lungo termine e a livello globale sugli ecosistemi.

E a chi dice che tutto è in funzione del risollevare l’economia, dunque giustificato, basterà ricordare che disastri come quello della Exxon Valdez hanno pesato per miliardi di dollari sia sull’industria petrolifera che sull’economia costiera e turistica.  Quello che gli spot non dicono è che il petrolio muove il mondo, sì, ma nella direzione sbagliata, verso la distruzione ed il fallimento.

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