Eco-dieta, dimagrire rispettando l’ambiente si può

di Redazione Commenta

A dieta, non una dieta qualunque bensì un regime alimentare che preveda l’introduzione di cibi freschi e genuini, frutta e verdura rigorosamente di stagione e proveniente da produzione locale, un basso consumo di carne e formaggi.

Spopola l’eco-dieta, lanciata dall’ormai famosa doppia piramide alimentare del Barilla Center for Food and Nutrition, perché i cibi che fanno bene alla salute del Pianeta, si è scoperto, sono anche quelli più salubri per l’organismo umano.
Se n’è parlato oggi a Milano, nell’ambito della 23esima edizione del Congresso nazionale dell’Andid, l’Associazione nazionale dietisti. La presidente Giovanna Cecchetto ha illustrato i vantaggi di una dieta assolutamente non iperproteica, che coniughi la sostenibilità ambientale alla ricerca di una linea snella e di un corpo sano:

Principi che fanno bene alla salute e al clima. Noi tendiamo verso un regime alimentare iperproteico quando dovremmo consumare più vegetali. Se modificassimo queste abitudini alimentari sbagliate, faremmo un favore anche all’ambiente. Perché gli allevamenti richiedono un dispendio di acqua e producono quantità enormi di CO2.

Il principio cardine dell’eco-dieta, appare dunque chiaro, è la riduzione del consumo di proteine animali a vantaggio di una maggiore fetta di proteine vegetali, privilegiando, laddove possibile, i prodotti della filiera corta e a chilometri zero oltre che la stagionalità, elemento che permette di variare la dieta, contrastando la monotonia di un regime alimentare omologato.

E ovviamente niente sprechi di cibo, come ha sottolineato intervenendo al convegno Andrea Segrè, preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, teorico del riciclo alimentare, promotore del Last minute market ed autore di Lezioni di ecostile:

La crisi che ci sta colpendo potrebbe essere addirittura vista in positivo se servirà ad aprirci gli occhi sull’insostenibilità del progresso che il nostro mondo sviluppato ha realizzato fin qui. Per scongiurare una catastrofe annunciata, non resta che la via dell’opulenza frugale, un ossimoro che porta a meno ben essere e più ben vivere. Basterebbe adottare uno stile di vita più sobrio, equo e sostenibile, ridurre gli imballaggi, trasformare gli sprechi in una risorsa.

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