Eco-guida di Greenpeace, ecco le 18 aziende elettroniche più (o meno) ecologiche

di Redazione 3

Oggi, il settore della Information and Communications Technology (ICT) detiene il 2% delle emissioni globali di gas a effetto serra, addirittura quanto quelle prodotte dall’aviazione, sia civile che militare. Un lusso che aziende in continua evoluzione e con margini di guadagno sempre più ampi non si possono permettere, perchè contribuirebbero ad ammazzare il mondo.

Già però molte di queste aziende tecnologiche hanno fiutato l’affare, e cioè l’ecologia, il mercato del domani. Siccome ormai tra computer, televisori, telefonini, e tutto ciò che è tecnologico, i prezzi e i prodotti sono più o meno uguali tra tutte le concorrenti, si cerca di differenziarsi dalla massa costruendo in maniera ecologica. Greenpeace ha dettato i nuovi criteri di valutazione nella nuova edizione di Eco-guida, il manuale a cui si dovrebbero attenere i produttori elettronici.


I criteri fondanti sono tutti quelli che riguardano l’impatto ambientale che porterebbero a mutamenti climatici, oltre che mirare a rafforzare i criteri già esistenti (riciclo dei rifiuti, eliminare prodotti chimici pericolosi, ecc.). Greenpeace ha così analizzato le 18 aziende principali al mondo, che davanti a queste nuove norme sono un pò crollate. Tutte tranne due, andiamo a vedere nel dettaglio come si comportano le multinazionali.

La peggiore è la Nintendo, la quale, su una scala da 0 a 10 punti, ne ottiene solo 0,8. Dal punto di vista della gestione dei rifiuti è disastrosa, mentre da quello chimico ha fatto piccoli passi in avanti, eliminando gli ftalati e monitorando l’uso di berillio e antimonio. L’obiettivo della casa giapponese sarà ridurre le emissioni dal 2 al 6% rispetto al 2006. Un passetto in avanti lo fa Microsoft (2,2 punti), principalmente grazie ad aspetti chimici. Sedicesimo posto per LG (3,3 punti) grazie ai nuovi imballaggi ecologici e all’aumento del tasso di riciclo; quindicesimo Fujitsu (3,7) grazie alla politica chimica e all’impegno di ridurre del 30% le emissioni di CO2 entro il 2020.

Philips guadagna la quattordicesima posizione, a pari punti con Fujitsu, ma ha ricevuto un punto di penalizzazione a causa della responsabilità del doppio standard, cioè la differente politica sul riciclo adottata in USA e in Asia.
Tredicesimo posto per Lenovo (3,9) grazie alla mancanza di PVC e di ritardanti di fiamma. Inoltre ha buoni tassi di riciclo (2,16%) e una sufficiente efficienza energetica per quanto riguarda i Notebook.
Dodicesimo Sharp (3,9) con buona efficienza energetica e politica chimica, ma scarsa informazione per i clienti sui rifiuti; undicesimo posto per Apple, che ha la stessa politica chimica di Lenovo ma un tasso di riciclo superiore (9,5%). HP riesce ad entrare nella top 10 con un punteggio di 4,3 grazie ad una buona politica chimica, al tasso di riciclo del 15% e all’impegno di riduzione dell’emissione pari al 16% entro il 2010.

Nono posto per Motorola, a pari punti con HP, ma che in più ha recuperato il 3% dei vecchi cellulari; Panasonic arriva ottava a pari merito con Acer e Toshiba sempre grazie all’eliminazione del PVC e di altre sostanze tossiche. Panasonic ha un’ottima efficienza energetica (99,2%), Acer ricicla il 31,7% dei suoi rifiuti e Toshiba ha il 12% di tasso di rifiuto ma minori emissioni di gas serra delle altre due case produttrici.
Ai piedi del podio arrivano Dell e Samsung. La Dell ha tassi di riciclo pari al 12,4%, ma da più tempo rispetto alle concorrenti, e un’efficienza energetica stimabile intorno al 50%, mentre Samsung si differenzia per essere stata la prima azienda ad eliminare la plastica dai suoi prodotti e per aver quasi eliminato elementi chimici pericolosi. La poca plastica che usa è riciclata al 16,1%.

Sul podio arrivano la Nokia, terza con 4,8 punti, ma penalizzata di uno per scarse pratiche di riciclo. Ha iniziato la politica chimica già da 3 anni e ha intenzione di eliminare definitivamente da tutti i suoi prodotti PVC e altri agenti chimici entro il 2009. L’alto punteggio lo ottiene per l’utilizzo dell’energia rinnovabile per la sua produzione, che al momento è stimabile intorno al 25%, ma si mira ad arrivare al 50% entro il 2010.
Medaglia d’argento per Sony (5,1 punti) grazie al tasso di riciclo dei rifiuti elettronici (53%), dell’impegno alla riduzione del gas serra e per i buoni criteri energetici sulle rinnovabili.
A pari punti, ma un gradino più su, troviamo Sony-Ericsson, che vince la medaglia d’oro perchè, oltre che per le caratteristiche di Sony, ha in più una migliore politica chimica, aspetto in cui i giapponesi non si sono pienamente impegnati. Infatti SE ha eliminato tutti i ritardanti di fiamma e altri prodotti pericolosi già da quest’anno e ha anche un’efficienza energetica superiore al 60%. Il tasso di riciclo raggiunge il 13%.

Come abbiamo potuto vedere, nessuno si avvicina nemmeno minimamente al massimo punteggio, anche perchè nuovi criteri come la riduzione dei gas serra sono stati aggiunti solo quest’anno, e quindi a parte prendere qualche impegno non si può far altro. Ma i segnali che arrivano da tutto il mondo sono incoraggianti, e speriamo che già l’anno prossimo i punteggi di queste aziende saranno più alti.

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