Aurora boreale: uno studio Nasa individua cosa c’è dietro al fenomeno

di Redazione Commenta

Le straordinarie e suggestive immagini dell’Aurora Borealis potrebbero lasciare inspiegato il fenomeno, senza sollevare lamentela alcuna, dal momento che certi spettacoli naturali sono ancora più affascinanti se avvolti da un alone misterioso.

Come spiegato sul nostro sito in un articolo di Laura Ricciardi:

E’ un fenomeno luminoso formato da larghe fasce colorate di rosso, azzurro, verde che si presentano nelle regioni polari sia verso il polo nord sia verso il polo sud. E’ l’energia del vento solare che si trasforma in luce quando si scontra con l’atmosfera della Terra.



Gli scienziati della Nasa hanno avviato un progetto di ricerca per studiare le tempeste geomagnetiche utilizzando sia i satelliti che le osservazioni da terra per valutare la sequenza dei fenomeni che hanno scatenato l’Aurora boreale di Kitchener, in Ontario, nel 2004.

I ricercatori hanno individuato l’origine delle tempeste elettriche colorate nelle regioni polari. Che l’aurora boreale fosse generata dall’interazione tra le particelle cariche solari e i campi magnetici terrestri era già noto agli studiosi. Le particelle generate dal vento solare, cariche di energia, penetrando nella magnetosfera provocano delle sottotempeste, alla base del gioco di luci dell’aurora boreale.

La missione denominata Themis, seguita dal professor Vassilis Angelopoulos dell’Università della California, ha utilizzato ben cinque satelliti per studiare i campi magnetici coinvolti nelle tempeste. La nuova spiegazione al fenomeno vorrebbe che sia proprio la rottura dei campi magnetici a provocare il verificarsi dell’aurora boreale. Queste esplosioni provocherebbero la danza alla base della Northern Lights Dance. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science.

Secondo quanto dichiarato  dallo stesso Angelopoulo:

Questa scoperta sfida i vecchi paradigmi scientifici intorno all’aurora boreale.

Gli scienziati continueranno a lavorare sullo studio del fenomeno, cercando di spiegare cosa provochi la rottura del campo magnetico. L’analisi scientifica del fenomeno dovrebbe giungere ad un punto di risoluzione prima del picco di tempeste solari previste tra il 2010 e il 2012.

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