Energia idroelettrica, la fonte alternativa più snobbata d’Italia

di Redazione 15

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Ultimamente non si fa altro che parlare di energia fotovoltaica, e a volte anche di eolico, rendendole portabandiera dell’energia alternativa.
Quello che però non sappiamo è che c’è un’altra energia alternativa che non ha bisogno di grossi investimenti, è sempre presente, e soprattutto è molto utilizzata in Italia già da decine di anni: l’energia idroelettrica.

L’energia idroelettrica è quel tipo di energia che sfrutta la trasformazione dell’energia potenziale gravitazionale (posseduta da masse d’acqua in quota) in energia cinetica nel superamento di un dislivello, la quale energia cinetica viene trasformata, grazie ad un alternatore accoppiato ad una turbina, in energia elettrica.

Wikipedia recita così alla voce “energia idroelettrica”, ed ecco la spiegazione per quanti non hanno capito cosa significa.

L’energia potenziale gravitazionale è quell’energia che si sprigiona all’impatto di un corpo con un altro dovuto alla caduta del primo da una grossa distanza (ad esempio le cascate); l’energia cinetica deriva dal suo movimento (ad esempio un corso d’acqua), alternatore e turbina sono componenti che servono a “tradurre” quest’energia in elettricità.


Dicevo che non servono grossi investimenti perchè quest’energia prima di tutto si trova liberamente in natura, e poi perchè si può prendere dai fiumi, dai laghi, o al massimo costruendo delle dighe, che rispetto ad una centrale nucleare hanno un costo con parecchi zeri in meno.

L’energia idroelettrica è stata la prima fonte rinnovabile ad essere utilizzata su larga scala, basti pensare che la prima diga della storia fu costruita dagli antichi egizi 6.000 anni fa per convogliare le acque del Nilo, e poi dopo fu sfruttata con i mulini ad acqua. Il suo contributo alla produzione mondiale di energia elettrica è, attualmente, del 18%. Confrontata con un impianto eolico, a parità di velocità della corrente e di superficie della turbina un sistema idrico sviluppa una potenza 10 volte maggiore.
La potenza teorica di un impianto idroelettrico (cioè il grado di efficienza di un impianto, che si calcola sulla base dello spreco di energia evitato) nei moderni impianti va dall’80% al 90%, rappresentando un valore molto più elevato delle altre fonti rinnovabili.
E tutto questo viene fatto nel completo rispetto dell’ambiente dato che la produzione è ad emissioni zero (cioè non inquina), perchè in grado di autoprodurre energia per sostenere il suo funzionamento e l’erogazione esterna. L’unico inquinamento al massimo può essere acustico, dato che le pompe fanno un bel pò di chiasso, ma con i sistemi moderni anche questo problema potrebbe essere superato.

In Italia, secondo i dati di Terna, l’idroelettrico produce il 12% del fabbisogno energetico totale, ed è indiscutibilmente l’energia rinnovabile più utilizzata. Le centrali idroelettriche totali sono più di due mila, di cui solo l’ENEL dispone di circa 500 impianti, per una capacità totale di 14.312 MW. Si tratta di impianti ad acqua fluente, serbatoio o a bacino e di pompaggio, presenti maggiormente nell’arco alpino e appenninico. Gli impianti sono presenti un pò in tutta Italia (1613 al Nord, 277 al Centro e 172 al Sud), e il più produttivo è a Presenzano, in provincia di Caserta, mentre la regione con più impianti è le Marche con 94 centrali.

Come possiamo notare in Italia la situazione non è così negativa, e già si stanno prendendo provvedimenti per il futuro. Nell’ultimo decennio infatti si stanno sviluppando sistemi da installare in mare, come tra l’altro avviene anche con i sistemi off-shore dell’eolico, per sfruttare il potenziale delle onde, delle maree, delle correnti marine o del gradiente di temperatura tra fondo e superficie degli oceani che hanno una potenza di molto superiore a quella che si può trovare sulla terraferma, ma che è stata per troppo tempo sprecata.

Commenti (15)

  1. Bravo, hai toccato un tema molto interessante!

  2. l’impianto di Presenzano non produce energia netta, ma compensa i fabbisogni con il ripompaggio.

  3. Sapevo che in Italia abbiamo quasi del tutto esaurito la possibilità di produrre idroelettrico, rimane il mini idro. Per il resto viene snobbato molto di più il geotermico!
    Inoltre, come abbiamo visto recentemente l’idroelettrico dipende troppo dalle precipitazioni. In estate il consumo elettrico aumenta per i climatizzatori, quindi avere una fonte che ha un calo proprio in quel periodo non è proprio il massimo. Meglio per questo aspetto il solare che fa coincidere i due aspetti.
    Viva gli Zerowatt!!! altro che idroelettrico!! =D =D =D
    Saluti

  4. il geotermico non è che sia snobbato, è una nuova tecnologia, e come tale ci mette un pò a decollare. l’idroelettrico invece è snobbato perchè esiste da decenni, e sono in pochi che lo utilizzano. io non intendo dire che devono essere abolite le vecchie centrali elettriche per sostituirle con l’idroelettrico, ma solo che questo potrebbe servire come affiancamento, soprattutto d’inverno, quando le precipitazioni sono molto più frequenti!
    d’estate invece si potrebbe passare al solare, l’importante è che una soluzione non esclude l’altra

  5. Concordo, l’ultima frase non era un appunto, ma solo una battuta! =)
    Però il geotermico non è proprio nuovo. L’islanda lo usa da 30 anni almeno! Ma anche da noi in sud italia viene utilizzato. Da qualche parte avevo letto essere un’ottima fonte per lo Stivale ma poco utilizzata…ti ho riportato il parere che lessi tempo fa nei meandri del web! =)

    Saluti

  6. ok grazie, ne terrò conto e magari ci farò un articolo nei prossimi giorni

  7. Bravissimo!! una domanda? Se non si considera la produzione da pompaggio a quanto si arriva in termini di percentuale di produzione elettrica nazionale??

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