Eolico, l’Anev lancia l’appello: “basta tagli al settore”

di Redazione 3

La manovra finanziaria è ancora in fase embrionale e molto si dovrà discutere prima dell’attuazione definitiva, ma certo è che ha scontentato davvero tutti. L’ultimo, solo in ordine di tempo, è il presidente dell’Anev, Associazione Nazionale Energia del Vento, che non ci sta a far pagare la crisi al suo settore. Un comparto che crea energia e posti di lavoro, ma che ogni volta che c’è da tagliare è sempre il primo della lista.

I tagli all’energia eolica rischiano di far fallire un’industria nazionale già allo stremo. L’ennesimo tentativo di attacco inaccettabile all’energia da fonte rinnovabile eolica portato senza alcuna pianificazione o concertazione e a pochi giorni dall’emanazione dei provvedimenti di riordino del settore rischia di ritorcersi come un boomerang contro il Governo, bloccando anche la crescita di un settore che, invece, è strategico per il rilancio dell’economia

ha tuonato Simone Togni, presidente dell’Anev, al Meeting di Rimini, nell’ambito del convegno ”Il ruolo delle utilities nella nuova strategia europea per l’energia e l’ambiente”. Il settore eolico, ed in generale quello delle rinnovabili, è di solito visto come una sorta di salvadanaio da riempire quando lo chiede la piazza, ma da svuotare ogni volta che c’è bisogno di soldi. Proprio di poche settimane fa è la proposta del Ministro Calderoli, presentata già due volte, di tagliare il contributo al settore in bolletta che per i cittadini non rappresenta un risparmio, ma per le industrie significa togliere ossigeno.

Questo provvedimento si va ad aggiungere ai tanti altri che, negli ultimi due anni, hanno tagliato i fondi al settore, fino a che, inevitabilmente, gli addetti ai lavori non si vedono costretti a protestare:

Il settore eolico è stato in questi ultimi anni oggetto indiscriminato di assalti e sgambetti continui che hanno determinato uno stop alle nuove iniziative che oramai perdura da oltre un anno a causa del taglio retroattivo dei ritorni di oltre il 35% che questa tecnologia ha già subito. La grave situazione nazionale e internazionale che viviamo ha inoltre portato non più di 6 mesi fa il comparto eolico ad accettare, responsabilmente, un ulteriore riduzione per cinque anni del 22% dei ritorni previsti introdotti con il Decreto di recepimento della Direttiva Comunitaria sulle Fonti Rinnovabili.

In breve, Togni si rende conto che in questo momento di crisi il Governo ha bisogno di soldi, ma si unisce al coro, sempre più vasto, di persone che non sono d’accordo a farla pagare alla gente che lavora, quel sempre più sparuto gruppo di persone che produce ancora qualcosa in Italia, perché perso questo, non ce ne saranno altri.

Commenti (3)

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