Fiume Lambro, nuovo sversamento nella notte di mercoledì

di Redazione 1

Cinque mesi fa nel fiume Lambro, in Lombardia, vennero sversati 600 mila litri di petrolio. La lezione sulla mancanza di sicurezza delle cisterne non pare sia servita visto che nella notte tra mercoledì e giovedì scorso è stato registrato un altro sversamento. Stavolta la quantità di petrolio perduta è stata inferiore perché i volontari delle guardie ecologiche e la polizia sono intervenuti in pochissimo tempo ed hanno limitato i danni, ma intanto l’allarme resta.

Non era ancora stato smaltito tutto il disastro provocato dallo sversamento del condotto della Lombarda Petroli che all’interno del Parco di Monza, all’altezza del ponte di viale Cavriga, sono state notate delle macchie oleose. I sommozzatori sono subito intervenuti ed hanno montato due barriere oleoassorbenti e circa quindici cuscinetti per contenere gli olii industriali, che sono riusciti nell’impresa di bloccare le perdite in pochi minuti.

Ma, nonostante la prontezza dei soccorsi, resta da chiedersi come è stato possibile che, dopo pochi mesi, una nuova perdita si sia verificata nella stessa area. A tentare di dare una spiegazione a questo mistero ci hanno provato Dario Allevi, presidente della Provincia, e Fabrizio Sala, assessore all’Ambiente, secondo cui

Anche in questo caso l’incidente è stato provocato da persone irresponsabili che considerano il fiume come una vera e propria discarica. Lavoreremo insieme alle forze dell’ordine perché vogliamo al più presto nomi e cognomi dei colpevoli: intanto i nostri uomini stanno concludendo gli interventi per bonificare l’area e contenere la macchia oleosa.

La causa dunque pare essere dolosa, anche se secondo gli inquirenti non si ha ancora la certezza piena sulla dinamica. E’ stata presa in considerazione anche l’eventualità che questa dispersione potesse essere dovuta ad un fatto casuale, come qualche problema nel lavaggio della cisterna, ma questa appare come l’ipotesi meno probabile. Secondo Allevi,

L’episodio di questa notte sottolinea ancora una volta quanta ignoranza e menefreghismo ci siano nella tutela del territorio. E’ necessario rimarcare con forza che l’ambiente è un patrimonio di ognuno di noi e che tutti siamo quotidianamente coinvolti e responsabili nella sua difesa.

Intanto anche la Protezione Civile è intervenuta per ripulire l’area e le opere di bonifica sono già ben avviate. Il fiume dovrebbe ritornare (relativamente) pulito in breve tempo, ma il problema principale rimane trovare il modo per evitare che qualche altro disastro accada di nuovo.

Fonte: [Repubblica]

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