Golfo del Messico, Greenpeace assalta piattaforma petrolifera per inaugurare la conferenza di Cancun

di Redazione 4

La conferenza di Cancun si aprirà tra meno di una settimana, ma già gli attivisti di Greenpeace si stanno dando da fare per alzare il livello di attenzione sulle problematiche ambientali. Per farlo hanno scelto un luogo simbolico, il Golfo del Messico, teatro della più grande catastrofe ambientale della storia, avvenuta lo scorso aprile con lo sversamento della piattaforma petrolifera della BP, e così hanno deciso di assaltare una sua “sorella”, la piattaforma Centenario che si trova a 100 km da Veracruz, in Messico.

La volontà dei quattro attivisti che sono saliti nella notte in cima alla piattaforma è di riportare in cima agli accordi sul clima la tematica delle trivellazioni sottomarine, considerate pericolosissime ancor prima della tragedia della BP. Greenpeace chiede di “chiudere l’era delle fonti energetiche fossili”, a cominciare proprio dall’inquinantissimo petrolio, per ripartire dalle energie rinnovabili.

Spiega Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace Italia,

Il disastro della BP ha evidenziato non solo le difficoltà tecniche nel prevenire incidenti in acque profonde ma anche l’avidità delle compagnie petrolifere poco propense ad investire capitali per la sicurezza. La piattaforma scalata dagli attivisti rappresenta l’oscuro futuro del nostro clima e mostra la retorica del Governo messicano che non è l’unico a spendersi in dichiarazioni in favore di un Accordo vincolante a Cancun mentre continua a finanziare gli investimenti nel settore petrolifero.

E’ questo il grande paradosso del mercato energetico moderno: tutti dicono di voler fare a meno del petrolio, ma poi i soldi che dovrebbero andare a finanziare la ricerca e lo sviluppo delle energie rinnovabili, finiscono sempre nelle stesse tasche, quelle dei petrolieri. Per quanto riguarda l’Italia, approfittando della manifestazione, Greenpeace ha rivolto un appello anche al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, chiedendole

un’azione risoluta per prevenire la proliferazione delle piattaforme nel Mediterraneo che, piuttosto, deve essere difeso con una rete efficace di riserve marine, lungo le coste come nelle sue acque internazionali.

Tutti i politici continuano ad affermare che nelle acque del Mediterraneo non verranno fatte trivellazioni, ma i sondaggi del terreno che sono stati fatti negli ultimi mesi fanno pensare al contrario. Di certo i politici che si incontreranno dal 29 novembre prossimo a Cancun avranno una buona base di partenza da cui avviare le discussioni.

[Fonte: Ansa]
[Foto: Greenpeace International]

Commenti (4)

  1. Se anche a te sta a cuore il mare Vai eMPOWER della Commissione Europea e firma la petizione

    http://www.ep-empower.eu/epetitions/it/Mercurio.aspx?cat=Mercury

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.