Ilva Taranto, è battaglia sulla chiusura tra Clini e i magistrati

di Redazione 2

ilva taranto chiusura clini magistratiL’Ilva deve chiudere. No, sì, forse. Sembra destinato a durare a lungo lo scontro tra la procura della Repubblica ed il Ministero dell’Ambiente sulla possibilità di interrompere o no i lavori nell’acciaieria tarantina, almeno finché non saranno ultimati i lavori di ristrutturazione che ne garantiranno la sostenibilità ambientale. Mentre ieri sera il Ministro Clini è tornato in tv per ribadire che i dati di Bonelli sono vecchi ed incompleti, sembra che i magistrati si siano schierati dal lato dei Verdi. E così il Ministro ha deciso di “mostrare i muscoli”.

L’autorizzazione che consente all’Ilva l’esercizio degli impianti compete al ministero. Né il procuratore della Repubblica, né il gip, né il presidente del tribunale hanno l’autorità per autorizzare un impianto industriale. Nel caso in cui si creasse un conflitto o una divergenza credo dovrà essere assolutamente risolto secondo quanto prescritto dalla legge. Io so qual è il mio compito e conosco quelli della magistratura. E’ comunque il ministro dell’Ambiente ad avere per legge nazionale la responsabilità di autorizzare tale impianto ed è quello che sto facendo

ha dichiarato il Ministro Clini. Traducendo in italiese, semplicemente Clini ha detto che se i magistrati chiuderanno l’impianto, lui lo riaprirà con un decreto d’urgenza. Paradossalmente anche i custodi dell’impianto, che in teoria dovrebbero fare di tutto per tenerlo aperto, si sono resi conto che il piano di investimenti che i padroni dell’Ilva avevano proposto non era sostenibile. Quello che volevano fare gli investitori era spendere centinaia di milioni per ammodernare la fabbrica, ma nel frattempo tenerla attiva per continuare a guadagnare ed ammortizzare i costi. Cosa che, se dal punto di vista economico non fa una piega, da quello della salute è completamente sbagliato.

Alla base della richiesta di spegnimento degli impianti ci sono proprio i dati che dimostrano come il tasso di tumori e di mortalità intorno alla fabbrica sia altissimo. Se si continuasse a tenerla aperta, i tarantini continuerebbero a morire, e visto che per gli ammodernamenti probabilmente ci vorranno una decina d’anni, praticamente non si sarebbe risolto nulla. La soluzione al problema l’avremo tra una o due settimane, quando i dati definitivi faranno prendere una decisione definitiva. Nel frattempo però l’azienda si sta cautelando e sta lavorando a ritmi esagerati per tentare di “sparare” gli ultimi colpi prima della probabile chiusura.

Photo Credits | Getty Images

Commenti (2)

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