Un indice Dow-Jones per quantificare il cambiamento climatico

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Sicuramente non sarà una grande sorpresa per i nostri soliti lettori indicare nelle riduzioni delle emissioni domestiche ed in quelle aziendali il miglior modo per combattere l’inquinamento atmosferico, l’effetto serra e tutti gli altri aspetti che stanno ammazzando il mondo.

Dall’America però arriva un modo interessante per rafforzare la consapevolezza della propria impronta ambientale, proposto di recente dalla Yale Environment 360. L’autor,e Daniel Abbasi della MissionPoint Capital Partners, propone un indice di borsa simile al Dow Jones per i cambiamenti climatici: l’Abbasi Global Climate Change Index avrebbe approfittato delle conoscenze scientifiche per integrare le raccomandazioni sui futuri sforzi per la riduzione delle emissioni. Abbasi descrive come questo indice dovrebbe funzionare:

L’indice richiede la disposizione per l’Environmental Protection Agency di riferire al Congresso nel 2013 sui più recenti sviluppi scientifici e sulle soluzioni per la riduzione delle emissioni. La National Academies of Science avrebbe riesaminato tali constatazioni un anno dopo. Queste revisioni si sarebbero ripetute ogni quattro anni, per valutare se il programma del clima degli Stati Uniti sia sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi, e se tali obiettivi debbano essere modificati. Un gruppo di scienziati sarebbe incaricato di elaborare un indice e continuamente aggiornarlo sugli impatti del cambiamento climatico misurabili per informare i responsabili politici, uomini d’affari, e il pubblico in generale circa la gravità e il ritmo del cambiamento climatico, e per fornire indicazioni se il limite alle emissioni di carbonio dovrebbero essere aumentato o diminuito.

Per adesso avrebbe bisogno di essere rafforzato. Ciò, naturalmente, richiede che l’attuale disposizione sia non solo mantenere gli attuali sforzi per il clima, ma anche aumentarli. In base alla proposta di Abassi, questa avrebbe dovuto essere strutturata in modo tale che essa possa essere utilizzata per obbligare il Presidente a stringere le emissioni di gas ad effetto serra, se gli impatti dei cambiamenti climatici si intensificassero, senza la necessità di una futura azione legislativa elusiva da parte del Congresso.

Ma l’indice servirebbe per fornire alle imprese una misura di prevedibilità in merito all’azione del clima futuro, essendo più in grado di monitorare e anticipare i cambiamenti futuri. Indicando infine, anche agli oppositori e agli scettici, che un cambiamento concreto c’è, anche se non è direttamente visibile ad occhio nudo. Forse è questo l’aspetto più importante.

Fonte: [Treehugger]

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