Inquinamento, Apple nel mirino degli ambientalisti a causa dei fornitori cinesi

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Inquinamento: la Apple è stata accusata da un gruppo di ong cinesi di rifornirsi in aziende che producono i componenti della mela con sistemi di produzione fortemente inquinanti. Finora, bisogna dirlo, la coscienza del colosso della telefonia e dell’informatica, si era mantenuta di un verde quasi illibato, vedi nuovo quartiere generale ecologico o grandi gesta green di Steve Jobs. Ora, però, una tinta fosca aleggia sull’immagine del brand. Il report in cui si muovono le accuse di inquinamento ai fornitori dell’azienda in Cina si intitola Bad Apple ed è stato curato dall’Istituto degli affari pubblici e ambientali e da membri afferenti all’organizzazione denominata Alleanza verde.

Il dossier non si limita ad accuse vaghe ma fa nomi e cognomi delle fabbriche incriminate, insinuando che la Apple fosse a conoscenza dei reati ambientali di cui si macchiano i suoi fornitori in territorio cinese ma non abbia mai mosso un dito per chiedere il rispetto dei parametri di sostenibilità ambientale, cosa però che resta da accertare. Certi per ora sono gli scarichi di nichel, rame e cianuro di oltre 27 fornitori presunti di Apple, presunti perché l’azienda non ha voluto rivelare i nomi dei suoi partner industriali in Cina, pur dichiarando che sta facendo tutte le verifiche del caso per chiarire la vicenda.

In Cina non ci sono grandi controlli sulla contaminazione degli ecosistemi così le fabbriche della Kaedar Electronics, della Unimicron (Kunshan) di Shanghai, della Taiyuan o Hon Hai Precision Industry Co., della Meiko Electronics di Wuhan, sversano contaminanti nelle acque indisturbati ed impuniti, tanto che il lago Nantaizi, nei pressi della fabbrica della Meiko, presenta livelli di rame da 56 a 193 volte superiori agli altri specchi lacustri presenti nel bacino dello Yangtze.

E la Apple cosa replica alle accuse? Pur non rivelando, come anticipavamo, i nomi dei suoi fornitori, anche per una certa discrezione di mercato, l’azienda si è messa subito in contatto con le associazioni che hanno stilato il rapporto per una conference call privata. Intanto la compagnia californiana dichiara:

Ci aspettiamo che i nostri fornitori creino condizioni di lavoro sicure, che i dipendenti siano trattati con dignità e rispetto e che vengano seguiti processi di produzione ecocompatibili.

[Fonte: Corriere.it]

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